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Domenica, 28 Aprile 2024

Vaiolo delle scimmie, Pandolfi: "30 casi a Bologna, numeri in crescita" | VIDEO

Badia, infettivologo del Sant'Orsola, e Pandolfi, direttore dipartimento salute pubblica, fanno il punto: sotto le due torri contagiati maschi, con età media 38 anni. Quali sono le categorie a rischio 

Vaccinati a Bologna i primi 20 soggetti a rischio per il vaiolo delle scimmie. E' partita infatti sotto le due torri la somministrazione che proseguirà nelle altre città in un secondo momento.

Si tratta di persone in cura al Policlinico Sant'Orsola di Bologna, indicati dagli esperti delle malattie infettive dell'ospedale sulla base di evidenze cliniche e fattori di rischio. "Oggi era il primo giorno e l'adesione è stata molto alta - riferisce Lorenzo Badia, infettivologo del Sant'Orsola - è stata davvero molto pronta la risposta della popolazione. Abbiamo anche molte richieste, diverse persone ci hanno già chiesto come fare e quindi penso che sarà abbastanza alta l'adesione".

Persone a rischio

In questo momento la vaccinazione è rivolta, oltre agli operatori di laboratorio che possono essere più a contatto col virus, "a maschi che fanno sesso con maschi - ricorda Badia - a più alto rischio per numero di partner e pratiche sessuali. Il target è stato definito dal ministero della Salute in base all'attuale epidemiologia dell'infezione, quindi per ora ci concentriamo su questa popolazione. Al momento stiamo valutando tra i nostri utenti PrEP (profilassi pre-esposizione, ndr) e pazienti con Hiv quelli con più alto rischio e li stiamo convocando personalmente". Proprio aver individuato questa categoria di persone come prioritaria per il vaiolo delle scimmie ha sollevato nei giorni scorsi alcune polemiche.

Vaiolo delle scimmie, 67 casi accertati: oggi a Bologna via alla vaccinazione

Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di salute pubblica dell'Ausl di Bologna, getta acqua sul fuoco. "Quando si tratta di salute non c'è stigma - afferma - c'è un fatto, che è curare le persone che hanno una malattia. Possono essere chiunque. Questa non è una malattia che colpisce una categoria e basta, può colpire tutti. In questo momento si sta concentrando su un sotto-gruppo di popolazione e la nostra paura è che questa malattia si possa diffondere anche alla popolazione in generale. Quindi non c'è stigma quando c'è malattia. E' una malattia e va curata".

"Casi in crescita"

In Emilia-Romagna i casi di vaiolo delle scimmie "stanno crescendo nel tempo", continua Pandolfi. A livello regionale sono stati osservati finora 67 casi, "tutti maschi tranne una donna", spiega, mentre a Bologna in particolare "sono 30 i casi, tutti maschi, con un'età media di 38 anni. Quindi sono persone giovani che rientrano nei fattori di rischio" indicati dal Ministero.

Il vaiolo delle scimmie si presenta "con alcuni segnali sulla pelle, come vescicole pruriginose- continua l'epidemiologo dell'Ausl- può dare anche malessere generale, dolori e un po' di febbre". Per quanto riguarda il siero, invece, si tratta dal punto di vista tecnico di "un vaccino a virus vivo attenuato- spiega Badia- che non provoca la malattia ma suscita la risposta immunitaria. E' un vaccino che era registrato per il vaiolo e che per fortuna funziona anche per il vaiolo delle scimmie. Non ci sono per ora segnalazioni di particolari reazioni avverse", precisa Badia. (dire)

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