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Cronaca

Violenza sulle donne: 5 segnali per riconoscerla e 5 cose da fare per reagire

Angela Romanin di "Casa delle Donne" spiega cosa deve far scattare un campanello di allarme e i provvedimenti per mettere in sicurezza dalla violenza le donne, ma anche i loro figli

Nel giorno in cui il movimento "Non una di meno" annuncia uno sciopero globale delle donne per l'8 marzo, nel giorno in cui si riflette sul carabiniere killer di Latina, che dopo aver sparato alla moglie ha ucciso le due figlie per poi togliersi la vita, si torna a parlare (non si dovrebbe mai smettere) di come riconoscere i casi di violenza e cosa fare. 

Angela Romanin, responsabile del settore formazione della Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna fa chiarezza su molti punti, soprattutto sulle leggi esistenti e sui provvedimenti che garantiscono realmente protezione alle donne maltrattate, spesso in condizioni di grave pericolo. 

Quali sono i segnali da cogliere, i campanelli di allarme che ci mettono di fronte a un caso di violenza di genere? Come riconoscere una violenza che si subisce in prima persona o che subisce una persona a noi vicina?

1. IL CONTROLLO. Telefonate continue, appostamenti, controllo delle attività e delle relazioni sui social, gestione del denaro unicamente da parte del marito/compagno: è così che un uomo violento "controlla" le attività, i rapporti, gli spostamenti della vittima. 

2. L'ISOLAMENTO. L'uomo violento parla male della famiglia della donna, delle sue amiche, cerca di screditare tutti fatta eccezione di sè. In questo modo si resta isolati, non si hanno più relazioni e si è quindi in una situazione di maggiore pericolo. 

3. LE MINACCE. Intimidazioni, minacce che si riversano sulla persona, ma anche sui figli e che fa sentire la vittima non al sicuro. 

4. LA PAURA. Una donna arriva ad avere paura per tutto quello che è stato elencato sopra. Anche il suo corpo lo afferma: la postura dà l'idea di chiusura, la chiena si curva, l'aria è insicura e dimessa, ha spesso dei sussulti. 

5. NON LASCIARSI CONFONDERE DALLA CLASSE SOCIALE, DAL LIVELLO CULTURALE. Non è vero che le donne che subiscono violenza sono prevalentemente appartenenti a classi sociali o a etnie particolari. Lo dice anche l'Istat: libere professioniste, avvocati, donne in carriera, donne benestanti...sono proprio loro ad essere più a rischio. Attenzione quindi a non dare per scontato nulla. 

Cosa fare nel caso in cui quindi si sia di fronte a un caso di violenza? (---> continua a leggere)

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