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Economia Zola Predosa / Via Fratelli Rosselli

Philip Morris, in attesa di Renzi a Zola Predosa: 'Governo riveda tasse su fumo'

Il 10 ottobre alla posa della prima pietra del nuovo stabilimento in città sarà presente il Premier. Proprio al Governo si rivolge l'azienda, intorno al tema dell accise sulle sigarette

Le multinazionali del tabacco chiedono al Governo di rivedere le accise sulle sigarette, in particolare quelle elettroniche. In prima linea c'è la Philip Morris, che deve difendere il suo investimento a Crespellano.
Il nuovo stabilimento bolognese, che vedrà la posa della prima pietra il prossimo 10 ottobre, alla presenza del premier Matteo Renzi, è finito sul piatto della discussione, ieri durante l'audizione in commissione Finanze al Senato del presidente e amministratore delegato della Philip Morris Italia, Eugenio Sidoli.

Il nuovo insediamento industriale in provincia di Bologna, si legge nel verbale della commissione, per la multinazionale del tabacco "rappresenta una naturale evoluzione rispetto agli impianti produttivi già esistenti". In questo senso, "l'aspettativa di una regolazione" della tassa consentirebbe "una prospettiva certa e stabile anche per tale tipo di investimenti", afferma Sidoli in Senato, che sollecita "il legislatore ad approvare definitivamente il nuovo regime", tenendo presente appunto "il valore della certezza del quadro giuridico e tributario". Il Governo ha adottato uno schema di decreto legislativo sulle accise dei tabacchi, che l'ad di Philip Morris dice di apprezzare perchè "consente di modificare un regime fiscale ormai superato e di affrontare il calo di gettito registratosi negli anni scorsi". Sidoli si augura però che "tale intervento possa essere più incisivo, per quanto riguarda l'onere fiscale minimo, al fine di costituire un'efficace protezione da ulteriori cali di gettito, ritenendo adeguato un valore di 180 euro per chilogrammo".

Secondo la Philip Morris, l'imposta sul tabacco andrebbe orientata in modo "piu' deciso sulle quantità vendute", in modo da "tutelare il gettito e perseguire gli obiettivi di salute pubblica". Questa richiesta, spiega Sidoli, "risponde sia a una maggiore adeguatezza alla struttura del mercato del tabacco sia all''armonizzazione del prelievo rispetto agli altri Paesi europei". Secondo la Philip Morris, inoltre, la cosiddetta componente specifica della tassa andrebbe fissata a un valore "non inferiore al 15% del carico fiscale delle sigarette (accisa più Iva) fin dalla data di entrata in vigore del decreto". Questi interventi consentirebbero "di dare certezza al gettito erariale, sganciando il gettito dalle scelte commerciali dei produttori", sostiene Sidoli.

Per quanto riguarda invece le sigarette elettroniche, "pur condividendo la scelta di prevedere una tassazione differenziata, in ragione dell'assenza di nicotina", la Philip Morris ritiene "la definizione della base imponibile e il meccanismo di equivalenza eccessivamente complesso". La multinazionale del tabacco suggerisce quindi di "determinare il valore dell''imposta correlata per grammi di tabacchi per i prodotti innovativi a base di tabacco e per i milligrammi sui prodotti di tabacco contenenti nicotina". In commissione al Senato sono stati ascoltati anche i vertici della British American Tobacco Italia, guidati dal presidente Marc Lundeberg, che invece hanno espresso perplessità sulle intenzioni del Governo, sottolineando "il rischio di una marcata riduzione del consumo in conseguenza dell'aumento del carico fiscale". (agenzia  Dire)

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