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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

Case in affitto, Bologna è il quarto capoluogo più caro

Sotto le due torri il canone medio di affitto è pari a 796 euro. Secondo il report SoloAffitti, la domanda cresce, mentre l'offerta rimane invariata

Bologna è il quarto capoluogo più caro, dopo Milano, Roma e Firenze, con un canone medio di affitto pari a 796 euro. È la fotografia scattata da SoloAffitti, gruppo italiano di consulenza, gestione e tutela della rendita immobiliare, che ha raccolto i dati su circa 3.600 contratti di locazione.

Se le richieste di case  in affitto sono in crescita del 220%, l'offerta non riesce a soddisfare la continua e crescente domanda, visto che, secondo i dati l’offerta sarebbe rimasta sostanzialmente stabile. 

Secondo l'ultimo rapporto pubblicato, i canoni di locazione sono aumentati, nel 2023, del 16,2% rispetto all’anno precedente, con il prezzo medio dell’affitto che si è attestato a quota 718 euro al mese. La capitale degli aumenti risulta essere Palermo (+38%), seguita da Catanzaro (+25%), Milano (+11%), Cagliari (+9%) e Firenze (+7%). Bologna rimane sostanzialmente stabile registrando un +1%, mentre Trento, Genova e Ancona registrano un segno meno.

Stando sempre al dossier di SoloAffitti, a Milano il canone medio del 2023 è di 1.331 euro, a Palermo è di 669 euro, a Catanzaro 547 euro, a Cagliari 661 euro e a Firenze 834 euro. Roma, con i suoi 885 euro di affitto al mese, ha registrato un aumento del canone del solo 1%. Questo perché nella Capitale l’accordo territoriale sui canoni concordati, che da tempo funziona molto bene, ha avuto l’effetto virtuoso di calmierare i canoni di locazione. 

“SoloAffitti opera in un mercato complesso, che negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale della domanda, ma non un altrettanto rapido aumento dell’offerta. - dichiara Silvia Spronelli, amministratrice delegata di SoloAffitti - In Italia sono circa 7 milioni le case non affittate, un quarto di queste è vuota e potrebbe essere messa in affitto in tempi molto brevi: in media, seguendo tutto l’iter richiesto facilitato dalla nostra consulenza e assistenza, il tempo per locare un immobile è di poco più di un mese.

Mettere in affitto il proprio immobile è una scelta vantaggiosa per tutti: da una parte garantirebbe ai proprietari di poter godere di un reddito mensile assicurato, dall’altra consentirebbe a chi è alla ricerca di una casa in affitto di allargare la scelta, accorciare i tempi di ricerca e soprattutto risparmiare sul canone”.

Studenti universitari 

Il costo delle stanze per gli studenti universitari, che rappresentano più di un quarto del campione analizzato,pè sempre molto alto: la singola è rimasta in media invariata rispetto al 2022, sebbene ci siano città come Milano e Firenze dove il prezzo medio è salito rispettivamente di 80 e 50 euro. Sono poi in leggero aumento le stanze doppie che registrano un rialzo di 20 euro, un incremento più significativo invece si registra per le stanze triple, in media più care di 50 euro.

L’abitazione principale resta il primo motivo della richiesta di affitto anche se tra il 2022 e il 2023 si è registrato un calo del 4,9% mentre è aumentato, seppur di poco (+1,8%) il motivo di studio.

Chi prende casa in affitto?

Secondo il Rapporto, il 37,1% è costituito dalle coppie senza figli, il 26,2% da una sola persona, il 18,9% da coppie con figli e il 17,7% da più di due persone che condividono l’appartamento. Rispetto all’anno precedente, aumentano gli inquilini che decidono di prendere casa in affitto da soli (+6%) e da condividere con almeno altre due persone (+3,2%), sono invece in lieve calo le coppie. 

Tipologie e contratti

Per quanto riguarda la tipologia di immobile, i monolocali sono quelli più richiesti nelle zone di pregio e nei centri città. Mentre il bilocale è la categoria più ricercata in tutte le zone, sia centrali che periferiche. 

Un altro dato significativo riguarda la netta preferenza della cedolare secca sui contratti di nuova stipula: le rilevazioni dell’Ufficio Studi SoloAffitti per l’anno 2023 ne riscontrano l’utilizzo nel 93,8% dei contratti abitativi. L’opzione della cedolare in sostituzione dell’Irpef, che assorbe peraltro anche l’imposta di registrazione del contratto e le relative marche da bollo, risulta infatti conveniente per il locatore nella stragrande maggioranza dei casi. Le eccezioni riguardano perlopiù quei locatori che, avendo usufruito di bonus fiscali, hanno necessità di “capienza” Irpef.  

Cosa ha portato alla grande richiesta di affitti?

Due motivi secondo SoloAffitti: uno più strutturale, l’altro più contingente: "Le giovani generazioni non hanno più il mito della casa di proprietà, hanno una vita più liquida e si spostano più facilmente, quindi tendono a non vincolarsi con l’acquisto di una casa di proprietà perché sanno che le loro esistenze e le loro necessità saranno mutevoli nel corso del tempo e l’affitto meglio si adatta a rispondere alle loro esigenze abitative".

La seconda motivazione sarebbe riferita al tasso dei mutui aumentati "che sposta quote di richiesta abitativa dal mercato della compravendita a quello dell’affitto. Le previsioni per il 2024 sono in linea con le tendenze già in atto: la richiesta di immobili in affitto continuerà a essere sostenuta e un freno al caro affitti potrà arrivare solo da interventi volti ad aumentare l’offerta di immobili da affittare", si legge nella nota. 

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