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Caso Unipol-Bnl, parla Consorte: 'Ora alla Corte Ue per Antonveneta'

Confermata la sentenza di assoluzione di secondo grado "perche' il fatto non sussiste". Per l'ex capo Bnl ora l'obiettivo e' ottenere una "totale riabilitazione" del nome

Dall'ultima delle tante inchieste aperte dalla magistratura nel concitato inverno del 2005, quando deflagra il caso Unipol-Bnl, Giovanni Consorte e' uscito nei giorni scorsi con un giudizio di pieno proscioglimento. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di assoluzione di secondo grado "perche' il fatto non sussiste". L'accusa a carico dell'ex numero uno di Unipol era di aggiotaggio nella vicenda della tentata scalata alla Banca nazionale del lavoro, finita poi nelle mani francesi di Bnp-Paribas. Con lui sono stati assolti in via definitiva l'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, e i suoi piu' stretti collaboratori in Unipol, Ivano Sacchetti e Carlo Cimbri (che del colosso assicurativo delle coop e' ancora ad).

"Sono moderatamente contento, soprattutto dopo 10 anni di sofferenza, per la motivazione", dice oggi Consorte alla 'Dire'.
Il manager, a capo di Unipol dal 1996 al 2006 (si dimise il 9 gennaio, incalzato dal cda del gruppo di via Stalingrado), infatti, non si accontenta e punta alla sua piena riabilitazione. Perche' e' uscito con sentenze di assoluzione da tutte le inchieste che l'hanno coinvolto in questi dieci anni, tranne una, quella che lo vedeva imputato con l'accusa di aggiottaggio nel processo per la scalata della Popolare di Lodi ad Antonveneta: un anno e otto mesi confermati in Cassazione nel 2012. "Ricorrero' alla Corte di giustizia europea di Strasburgo", annuncia l'ex capo della finanza 'rossa', convinto di poter provare la propria estraneita' ai fatti che gli sono stati contestati.

"Non ho fatto assolutamente nulla su Antonveneta". Anzi, "non ero nemmeno un attore della scalata ad Antonveneta", rivendica Consorte, che sull'intenzione di portare il suo caso alla Corte europea assicura: "Questo rientra nel diritto di ogni cittadino di cercare tutti i canali possibili. Sentiro' cosa mi consigliano gli avvocati, ma nelle mie intenzioni non c'e' nessun revanscismo contro nessuno e
tantomeno la magistratura".

L'obiettivo e' ottenere una "totale riabilitazione" del nome. "Mi sono sempre difeso con i fatti nel processo", rivendica Consorte. In un caso, ricorda, ha rinunciato anche alla prescrizione. La vicenda e' una di quelle che nel lungo iter giudiziario gli hanno fatto piu' male, perche' l'accusa e' arrivata da Unipol per un'operazione di spin off immobiliare.
"Un'accusa infondata e non priva di una notevole cattiveria da parte di chi ha presentato la querela, dalla quale sono stato prosciolto dal Gip e poi in Cassazione. Era un'accusa del tutto strumentale, non c'era nessun motivo per muoverla se non quello di aprire un altro versante che mi avrebbe impedito di parlare", racconta l'ex finanziere 'rosso', aprendo il capitolo dei rapporti con una parte del suo "mondo di riferimento", le coop e gli allora Ds. "C'e' qualcuno che non ha sentito il dovere di farmi una telefonata e di chiedermi scusa", sottolinea Consorte, preparando l'affondo nei confronti di molti tra i suoi ex compagni di viaggio, da parte dei quali si e' sentito 'scaricato' non appena hanno cominciato a spirare venti contrari.

"C'e' una parte del mondo cooperativo che mi ha chiamato e con il quale sono tornato a lavorare. Un'altra parte ha ritenuto di non compiere nessun gesto", riferisce con amarezza Consorte. Tant'e'. "Non credo che la comunita' finanziaria abbia mai avuto dubbi sul mio operato", si consola il manager, a capo oggi della holding finanziaria Intermedia. "Lo dimostra il fatto che ho ricominciato a lavorare subito dopo l'addio a Unipol. E' bene anche precisare che io e Sacchetti abbiamo lasciato un'azienda con 6 miliardi di
patrimonio netto, 10 miliardi di fatturato e circa 400 milioni di utile netto consolidato. Siamo stati per anni sui mass media mentre le problematiche di aziende che sono state condotte al disastro sono scomparse dall'attenzione della pubblica opinione in pochi mesi", sottolinea.    "Personalmente- conclude Consorte- ho ricevuto molti attestati di stima dal mondo finanziario e dalle gente. Del resto, non ho mai dato fregature a nessuno", garantisce. (agenzia Dire)

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