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Lavoratori degli uffici giudiziari in presidio davanti al Tribunale: 'Siamo invisibili'

I sindacati: 'Un altro anno è trascorso, ma la condizione dei lavoratori provenienti da aziende chiuse o in crisi impiegati presso gli uffici giudiziari non cambia'

"Un altro anno è trascorso, ma la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori provenienti da aziende chiuse o in crisi della nostra Provincia e Regione impiegati presso gli uffici giudiziari non cambia: continuano ad essere degli invisibili la cui importanza viene riconosciuta a tutti i livelli ma che ancora per il 2014 la normativa consegna  solo a un perfezionamento del tirocinio formativo svolto negli anni scorsi". La denuncia arriva dai sindacati - Cgil, Cisl, Uil e Upg, che hanno organizzato per domani, 22 gennaio, una giornata di mobilitazione al fine di sensibilizzare le istituzioni sull'argomento.

Al via presidi negli spazi antistanti la Corte d’Appello e il Tribunale di Bologna, tra le ore 10 e le ore 12, per chiedere il sollecito avvio del perfezionamento del tirocinio formativo (che a oggi  per molte persone rappresenta l’unica forma di reddito su cui poter contare) e l’apertura di un tavolo di confronto nazionale che porti a contratti di lavoro veri e propri.

Per i lavoratori 'invisibili', nessun contratto vero e proprio in vista "la legge di stabilità 2014 non ne parla - spiegano i sindacati -  112 i lavoratori in Regione Emilia Romagna, (3100 a livello nazionale)che  resteranno senza nessuna forma di reddito poiché nel frattempo la gran parte di loro ha terminato gli ammortizzatori sociali".

La richiesta dei sindacati è quella di far partire un percorso che porti a consolidare tutti questi posti di lavoro necessari tra l’altro non solo per salvaguardare l’occupazione, ma anche  la funzionalità degli uffici giudiziari che a livello nazionale vede una carenza di organico di diverse migliaia di unità.
"E’ necessaria l’apertura di un tavolo nazionale - chiedono ancora Cgil, Cisl, Uil e Upg - che finalmente discuta di questo tema senza inutili rinvii per definire concretamente la posizione di quelle lavoratrici e lavoratori che non possono nemmeno essere definiti dei precari visto che la loro condizione è sempre stata quella di tirocinanti, nonostante gli anni  spesi a lavorare negli uffici giudiziari".

"A Bologna - spiegano ancora le sigle sindacali - da una parte la Procura della Repubblica ha dovuto ridurre gli orari di ricevimento al pubblico a causa delle sempre più gravi carenze di organico che sono tra le principali cause dell’accumulo di arretrato, dall’altra il Ministero non decide  di consolidare la presenza di questi lavoratori che pure ha formato e che possono spendere la formazione ricevuta esclusivamente in un ufficio giudiziario.

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