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Palazzo Fava, sciopero bianco dei lavoratori del bar: 'Investigatori ci hanno spiato'

A poche settimane dalla mostra di Vermeer e Rembrandt, si fermano i dipendenti del 'Cafè letterario': 'Vogliono mandarci via per aumentare gli spazi per l'evento'. E' stato infatti chiesto lo sfratto

Uno sciopero bianco dei dipendenti del 'Cafè letterario', il bar di Palazzo Fava a Bologna che ospiterà a fine mese 'La ragazza con l'orecchino di perla' di Vermeer, per protestare contro ''la mancanza di correttezza, trasparenza ed informazioni da parte del museo - ha detto Andrea Paci, uno dei lavoratori - Vogliono mandarci via per aumentare gli spazi per questo importante evento e non ci dicono nulla'', è la sua accusa.

I dipendenti del bar, ramo d'azienda del circuito museale di Genus Bononiae, lamentano ''un atteggiamento che ci ha messo in difficoltà, abbiamo subito pressioni psicologiche e iniziative giudiziarie - ha spiegato Paci - con sgradevoli e pretestuose azioni di controllo, come l'ingaggio di investigatori privati che durante l'estate ci hanno spiato e che hanno presentato la documentazione davanti al Tribunale di Bologna''.

L'azienda ha infatti chiesto lo sfratto per il bar, che il giudice lo scorso novembre ha però sospeso, consentendo ai dipendenti di continuare a lavorare. ''La situazione è insostenibile da nove mesi, e c'è il rischio che la nostra attività debba chiudere da un giorno all'altro - ha detto Paci - Viene messa in discussione la nostra professionalità riconosciuta dai clienti. Mancano venti giorni alla mostra e non sappiamo se saremo ancora qui, non abbiamo alcuna informazione sulla mostra e non abbiamo neppure partecipato al piano di evacuazione. Il paradosso è che grazie a questo evento tutti ci guadagnano in città, mentre chi ci lavora viene mandato via''.

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