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L'effetto sorpresa di Concetto Pozzati: le grandi opere di un grande artista a Palazzo Fava

ANTEPRIMA Apre oggi a Palazzo Fava la rassegna che restituisce per la prima volta un’immagine completa non solo di un artista visivo ma un intellettuale a tutto tondo. Il "desiderio bolognese" che si realizza a sei anni dalla morte

Una mostra formato extra large non solo perché le opere esposte a Palazzo Fava (da oggi, 27 ottobre all'11 febbraio) sono obbietivamente di dimensioni importanti, ma anche perché sono "grandi" opere che attraversano e ben illustrano le fasi principali della carriera di un artista, Concetto Pozzati, in grado di sorprendere. Pozzati aveva lungamente sognato di realizzare proprio a Bologna una mostra di opere di grandi dimensioni e oggi, a sei anni dalla sua scomparsa, questo desiderio è stato realizzato soprattutto grazie ai figli Maura (curatrice della mostra che espone una cinquantina di pezzi) e Jacopo. E si tratta della prima mostra antologica dedicata a al poliedrico artista. 

La mostra, la prima: tanti inediti, un percorso diviso per temi  

Circa cinquanta opere provenienti dall’Archivio Concetto Pozzati - alcune inedite o non più esposte da tempo - tra dipinti di grande formato, lavori tridimensionali e su carta, come la monumentale installazione Dopo il tutto (1980) costituita da 301 disegni e mai più riproposta dal 1991, compongono una rassegna organica e affascinante, che contribuisce a gettare una luce sulla produzione più significativa e meno nota dell’autore. Genus Bononiae e l’Archivio Concetto Pozzati hanno dunque dato vita al desiderio dell’artista rendendo omaggio, con questa mostra, alla sua vasta produzione pittorica, grafica, intellettuale e umana.

La rassegna restituisce per la prima volta un’immagine completa di Concetto Pozzati: non solo un artista visivo ma un intellettuale a tutto tondo. Per diversi anni insegnò Pittura presso l’Accademia di Bologna dopo le docenze a Firenze e Venezia e la direzione dell’Accademia di Urbino. Fu teorico, critico, scrisse sull’arte e curò rassegne di arte contemporanea in Italia e all’estero, diventando direttore artistico della Casa del Mantegna nel 1998. Fu un collezionista appassionato, ammirando il lavoro di altri artisti e incoraggiando generazioni di emergenti. Si impegnò attivamente in politica, coprendo il ruolo di Assessore alla Cultura del Comune di Bologna dal 1993 al 1996. Del suo lavoro hanno scritto i maggiori critici d’arte del secondo Novecento e di oggi, come Giulio Carlo Argan, Guido Ballo, Giuliano Briganti, Filiberto Menna, Lea Vergine, Alberto Boatto, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Tommaso Trini, Renato Barilli, Flavio Caroli… e tanti altri. La mostra delinea un percorso non cronologico ma suddiviso per temi, suggerendo un dialogo intimo tra i quadri del pittore, gli affreschi e gli elementi architettonici e decorativi di Palazzo Fava. Le opere scelte per questa esposizione, allestite nelle 6 sale del Piano Nobile e nelle stanze del Piano Galleria, attraversano e ben illustrano le fasi principali della carriera dell’artista.

L'esposizione sala per sala: alla scoperta di Concetto Pozzati 

Il Piano Nobile accoglie i dipinti di grandi dimensioni in un percorso espositivo che spazia dalle opere iconiche della metà degli anni ’60, alla produzione degli anni ’70 - la meno conosciuta - fino ai lavori degli anni ’80 e 2000 e oltre, come l’ultima serie, Vulvare, del 2016.

La Sala Giasone presenta quattro dittici di grandi dimensioni (200x600 cm) realizzati tra il 2007 e il 2010: A casa mia, Ciao Roberta, Tempo sospeso e Cornice cieca, opere in cui emerge l’interesse di Pozzati per gli oggetti familiari e d’affezione. L’opera Ciao Roberta (2007) è un commovente commiato dalla moglie scomparsa. Il vuoto lascia spazio alle cose che parlano di lei - la bicicletta, la giacca, le pantofole di casa e altri oggetti personali -, che improvvisamente acquistano un senso universale e diventano segni di una mitologia del quotidiano.

Nella Sala Rubianesca trovano collocazione quattro grandi lavori inediti realizzati ad acrilico e tecnica mista (smalti, collage) tra il 2013 e il 2014; le opere si intitolano Sottochiave e Occupato e raffigurano due degli oggetti più rappresentativi del domestico: la chiave di casa e il telefono, le cui immagini vengono reiterate in un giocoso sovrapporsi di forme, sagome e colori.

La mostra riunisce eccezionalmente una selezione di opere degli anni ’70, forse la stagione meno conosciuta di Pozzati, quella senza dubbio più lontana dalla sua “cifra stilistica”, ma ricca di prove e sperimentazioni. Nella Sala Enea sono presenti cinque grandi opere su tela (174x200 cm cad.) realizzate a tecnica mista (collage e acrilico) tra il 1973 e il 1976: Per una pietà della produzione (1973-74), Analisys of Beauty da e per William Hogarth (1974), Eau Domestique ’74 (Numana), Guardare è Possedere (1975) e Per difendere il suo blu (1976).

La Sala Albani presenta due grandi tele con specchi realizzate nel 1968, Segnaletica e Pom 132, e la scultura in specchio Mare decorativo con pioggia (1967); la Sala Cesi accoglie invece tre opere in acrilico e olio su tela del ciclo A che punto siamo con i fiori?, della fine degli anni ’80, mentre la Sala Carracci è tutta giocata sull’elemento femminile: in essa viene tracciata una linea che parte dall’immaginario Pop, con le rose stilizzate degli anni ’60, fino alla serie Vulvare (2016), di cui sono esposte due opere.

Il Piano Galleria di Palazzo Fava è occupato dalle opere su carta, nient’affatto marginali nella produzione dell’artista, anzi, da lui considerate importanti quanto i dipinti.

Anteprima alla mostra di Concetto Puzzati

La manica lunga ospita la monumentale opera Dopo il tutto (1980), composta da 301 disegni a tecnica mista, presentata per la prima volta alla Galleria De’ Foscherari di Bologna nel 1981 e poi alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1991; ad essa viene affiancata una selezione di fotografie che documentano quelle memorabili installazioni. A seguire, una scelta di oltre 30 opere su carta realizzate tra il 1959 e il 2016. Tra queste spiccano i 5 esemplari dalla serie Il ricevuto (1975/76), mai più esposti dopo la mostra a Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1976. Nella sala video è infine proiettato il film A che punto siamo con i fiori? di Stefano Massari (35’, Italia 2019), un documentario composto della materia, dei segni e della voce di Concetto Pozzati, realizzato nello studio dell’artista poco prima della sua scomparsa.

"A sei anni dalla sua scomparsa, Genus Bononiae vuole celebrare la figura di Concetto Pozzati, che è stato al contempo un protagonista dell’arte contemporanea italiana e uomo di impegno civico, assumendo un ruolo centrale nella vita culturale della nostra città – osserva il Presidente di Genus Bononiae, Filippo Sassoli de’ Bianchi –. Pozzati è stato il rappresentante più conosciuto della Pop Art italiana e questa mostra, così ricca di spunti e suggestioni legate al suo fervido imaginario quotidianoenso possa parlare a tutti noi e incontrare l’interesse anche di quelle generazioni più giovani a cui lui stesso ha dedicato molto del suo tempo e della sua passione attraverso l’insegnamento".

TUTTE LE INFORMAZIONI SULLA MOSTRA 

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano/inglese) edito da Maretti Editore con le immagini di tutte le opere esposte, fotografie d’archivio e documenti inediti; nel volume sono pubblicati gli scritti del maestro inerenti ai cicli pittorici esposti e un’antologia di testi critici selezionati dalla curatrice Maura Pozzati.

Variegata e ricca di spunti è anche l’offerta didattica dei Servizi Educativi di Genus Bononiae dedicata all’esposizione, con proposte formative che vanno dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado. Per le famiglie ci saranno attività durante tutto il periodo di mostra, confermando la volontà di accogliere anche i genitori con bimbi molto piccoli, proponendo visite animate a loro dedicate. Infine, per tutti i bambini che verranno in visita, è stata ideata una speciale “Caccia all’oggetto Pozzati” da svolgere negli spazi espositivi.

Chi è concetto Pozzati, il "corsaro della pittura"

Concetto Pozzati (Vo’ Vecchio, Padova, 1935 - Bologna, 2017), figlio di Mario e nipote di Sepo (Severo Pozzati) ha studiato all’Istituto Statale d’Arte di Bologna e in seguito Architettura e Pubblicità. Dal 1956 al 1967 insegna Grafica pubblicitaria. Negli anni successivi, dopo l’insegnamento a Firenze e Venezia e la direzione dell’Accademia di Urbino, è ordinario della cattedra di Pittura presso l’Accademia di Bologna. Assessore alla Cultura del Comune di Bologna dal 1993 al 1996, nel 1998 è direttore artistico della Casa del Mantegna di Mantova. Affianca al suo percorso artistico numerosi incarichi per l’allestimento di rassegne d’arte contemporanea in musei italiani e stranieri.

Definito “il corsaro della pittura”, ha tracciato un ponte dialogante tra le diverse correnti culturali del dopoguerra, dal surrealismo all’informale, alla Pop Art. Nel corso di tutta la sua lunga produzione, le sue opere mantengono uno stretto rapporto con il segno, traccia distintiva del suo stile anche quando, dopo un iniziale periodo informale, si confronterà con l’arte di René Magritte e Giorgio De Chirico, da lui definiti i suoi maestri ideali e quando diventerà uno dei più importanti rappresentanti della Pop Art italiana. Partecipa alle principali rassegne internazionali tra cui le Quadriennali di Roma (1959, 1965, 1973, 1974, 1986), le Biennali di Venezia (1964, 1972, 1982, 2007, 2009, 2013), di San Paolo del Brasile (1963), di Tokyo (1963) e di Parigi (1969), Documenta di Kassel (1964). Presenta mostre personali e antologiche nei più importanti musei e gallerie in Italia e all’estero, tra cui: Palazzo della Pilotta, Parma (1968, 2002); Palazzo Grassi, Venezia (1974); Palazzo delle Esposizioni, Roma e Padiglione d’Arte Contemporanea, Ferrara (1976); Museo di San Paolo del Brasile (1987); International Centre of Graphic Arts e al Cankariev Dom, Lubiana (1993); Ventè Museum di Tokyo (1993); “Icastica”, A.A.M. Architettura Arte Moderna, Roma (1998); “De-posizioni”, Museo Magazzino del Sale, Cervia (2006) e Museo Morandi, Bologna (2007); “Ciao Roberta”, Chiesa di S. Stae, Venezia (2008); “A casa mia”, Sala dei Battuti, Conegliano (2008); “Ciao Roberta”, Museo Civico Archeologico, Bologna (2008); “Tempo Sospeso, MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna (2010); “Cornice Cieca”, CAMeC - Centro Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia (2012); “Mario & Concetto Pozzati” al  Museo MUVO - Villa Contarini Venier di Vo’ Vecchio (PD) (2012); “Cornice Cieca”, Museo San Domenico di Imola (2013). A conferma del suo percorso artistico riceve numerosi riconoscimenti ufficiali, tra cui il Sigillo d’Ateneo dell’Università di Bologna (2005). È stato membro dell’Accademia Nazionale di San Luca dal 1995 e Consigliere Accademico dal 2005.

Archivio Concetto Pozzati

Nato a gennaio 2020 a Bologna per volontà dei figli Maura e Jacopo Pozzati, l’Archivio Concetto Pozzati è un’associazione culturale senza scopo di lucro che raccoglie tutta la documentazione sull’attività di dell’artista per tutelarne l’opera, promuoverne la ricerca e la conoscenza, diffondere gli scritti e il pensiero critico e realizzare mostre collettive e personali in Italia e all’estero, sia presso istituzioni pubbliche che private. Presso l’Archivio è in corso la digitalizzazione delle opere, dell’archivio storico e il monitoraggio della presenza delle opere nelle collezioni nazionali e internazionali. L’Archivio vuole essere un punto di riferimento per esperti e studiosi, promuovere e valorizzare l’attività dell’artista e il suo lascito culturale e intellettuale.

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