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La cultura riparte dopo il lockdown: i musei aperti a Bologna e le mostre da vedere

Dal 18 maggio al via le aperture graduali dei musei: finalmente, con tutti i presidi e le precauzioni anti-contagio, sarà possibile visitare mostre e luoghi della cultura

4. Museo internazionale e biblioteca della musica

Riapertura: martedì 19 maggio. Il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, risultato di un progetto culturale realizzato dal Comune di Bologna con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stato inaugurato nel maggio 2004 nell’affascinante contesto architettonico del cinquecentesco Palazzo Sanguinetti prospiciente la centrale Strada Maggiore. Il Palazzo, donato alla città da Eleonora Sanguinetti nel 1986, è stato sottoposto ad un attento restauro per riportare all’originario splendore i ricchissimi affreschi interni – che, realizzati tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, ne fanno uno degli esempi più alti del periodo napoleonico e neoclassico a Bologna – oltre che per adeguarlo alle moderne esigenze di allestimento, di conservazione e di fruizione. L'idea di realizzare un Museo della musica a Bologna è nata non solo dalla necessità di ribadire l'importanza dell'esperienza bolognese nell'arte della musica, ma anche dall'esigenza di soddisfare una pluralità di intenti: primo fra tutti portare a conoscenza del grande pubblico il ricco e variegato patrimonio di beni musicali che il Comune di Bologna possiede e custodisce e che prima per mancanza di uno spazio adeguato era rimasto confinato nei depositi.

Il percorso espositivo, la biblioteca musicale, l’area eventi, i laboratori per la didattica, il foyer con le postazioni multimediali interagiscono con le stanze decorate da Pelagio Pelagi, Serafino Barozzi, Vincenzo Martinelli, Antonio Basoli, proponendo il Museo come un luogo vivace, polifunzionale e interattivo, frequentato dagli addetti ai lavori e dagli appassionati come dai turisti, dagli adulti come dai bambini, con un unico comune denominatore: la musica in tutte le sue forme ed espressioni. Sopra tutti un nume tutelare: quel Padre Giovanni Battista Martini - una delle più illustri personalità del Settecento musicale europeo - grande erudito, “vorace” collezionista, teorico e compositore, nonché ricercato maestro di contrappunto osservato, cui si deve il nucleo originario delle imponenti collezioni musicali bolognesi.
L'area Musica conferisce al Museo della Musica un ruolo di coordinamento per la valorizzazione del patrimonio artistico e librario assegnati e per la promozione della cultura musicale nella città e nel territorio, sulla base di programmi condivisi e convenzioni con l'Università di Bologna, il Conservatorio di musica G.B. Martini, la Fondazione Teatro Comunale e le istituzioni e gli enti altri che afferiscono a questa disciplina.

Museo internazionale e biblioteca della musica (apertura dal 19 maggio)
lunedì chiuso
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì h 10.00-13.00 | 15.30-18.30
sabato, domenica h 10.00-18.30

5. Museo Civico Archeologico: una visita a Palazzo Galvani  

Riapertura: mercoledì 20 maggio. Il Museo Civico Archeologico di Bologna ha sede nel quattrocentesco Palazzo Galvani fin dalla sua inaugurazione ufficiale, avvenuta il 25 settembre del 1881. Ospita le ricche collezioni archeologiche provenienti dall'antico Museo Universitario dalla donazione del pittore Pelagio Palagi e dagli scavi condotti a Bologna e territorio tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. Il Museo si colloca tra le più importanti raccolte archeologiche italiane ed è soprattutto rappresentativo della storia locale, dalla preistoria all'età romana. La sua sezione etrusca è il punto di partenza per conoscere la civiltà dell'Etruria padana, che ebbe come capitale Bologna, l'etrusca Felsina. Le antiche collezioni conservano capolavori dell'arte greca e romana; di particolare rilievo è la raccolta di antichità egiziane, una delle più importanti d'Europa.

Museo Civico Archeologico (apertura dal 20 maggio)
lunedì, mercoledì h 10.00-14.00
martedì chiuso
giovedì h 15.00-19.00
venerdì h 18.00-22.00
sabato h 14.00-20.00
domenica h 10.00-16.00

6. Museo del Patrimonio Industriale: tutta la storia economico-produttiva di Bologna

Riapertura: mercoledì 20 maggio. Il Museo del Patrimonio Industriale documenta, visualizza e divulga la storia economico-produttiva della città e del suo territorio dall’Età Moderna a quella Contemporanea. Collocato nella prima periferia della città, ha come suggestiva sede una fornace da laterizi ristrutturata risalente alla seconda metà del secolo XIX. Il Museo del Patrimonio Industriale fa parte dell’Istituzione Bologna Musei del Comune di Bologna ed è il fulcro dell'area Patrimonio Industriale e Cultura Tecnica.

Museo del Patrimonio Industriale (riapertura dal 20 maggio)
lunedì, martedì chiuso
mercoledì, giovedì, venerdì h 10.00-13.00
sabato, domenica h 10.00-14.00

7. Museo Civico Medievale: un tuffo nel passato e la mostra "Imago Splendida" 

Riapertura: giovedì 20 maggio. Il museo, che ha sede nel quattrocentesco Palazzo Ghisilardi, espone principalmente testimonianze del Medioevo cittadino, dai più antichi manufatti dei secoli VII-IX alla grande statua di Bonifacio VIII (1301). Sono esposte sculture e materiali databili tra l'inizio del Trecento e il Cinquecento, testimonianze dell'arte rinascimentale dovute a artisti attivi a Bologna nei secoli XV e XVI come Jacopo della Quercia, Francesco del Cossa, Vincenzo Onofri. Si segnalano inoltre le ricche raccolte di codici miniati, di armi, di avori, di bronzetti e di vetri.

La mostra da vedere: Imago splendida. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento. 
La mostra organizzata presso il Museo Civico Medievale, in collaborazione con la Curia Arcivescovile di Bologna, l’Università di Bologna e la Fondazione Giorgio Cini di Venezia è incentrata sull’affascinante e poco studiata produzione scultorea a Bologna tra XII e XIII secolo. L’esposizione, curata da Massimo Medica e da Luca Mor, è l’occasione per presentare per la prima volta alcuni rarissimi capolavori lignei della città, alcuni dei quali restaurati per l’occasione.

Tali opere, principalmente grandi crocifissi, consentiranno di fissare una nuova tappa verso la comprensione dei modelli di riferimento nella Bologna di quel tempo. Qui, del resto, il Medioevo fu animato da un fiorente clima multiculturale, favorito sia dalla posizione strategica della città sulla Via Emilia, quindi tra gli Appennini e le direttrici verso l’Oltralpe, sia per la nascita nel tardo XI secolo di una celebre scuola giuridica.

Una realtà così cosmopolita garantì un impulso costante per i contatti internazionali, l’indotto dei commerci, lo sviluppo urbano e, non ultime, le commissioni artistiche, tra cui quelle di arredi liturgici e tesori ecclesiastici destinati a soddisfare le crescenti esigenze devozionali. Oggi però di questi manufatti rimane assai poco, come documenta la scultura lignea medievale che, anche a causa della deperibilità del materiale, a Bologna conta soltanto pochi esempi secondo una tendenza che accomuna tutti i grandi centri italiani.

Ciò rende ancora più emblematico il valore delle testimonianze locali superstiti che per lo più si caratterizzano di esempi monumentali di elevata qualità esecutiva. Basti menzionare il superbo gruppo della Crocifissione che campeggia nella Cattedrale di San Pietro (tra i più antichi in Italia ancora completi delle figure dei Dolenti), del tutto isolato nel panorama emiliano-padano ed esito credibile di una bottega alpina itinerante specializzata nella lavorazione del legno che realizzò l’opera entro 1184, anno di consacrazione della nuova chiesa avvenuta alla presenza di papa Lucio III.

Le novità del Duecento trovano invece riscontro in un pregevole gruppo di sculture stilisticamente omogenee che raffigurano il Christus Triumphans, ormai pervase da un naturalismo gotico modulato in virtù dell’iconografia più o meno arcaizzante. Si tratta del Crocifisso ancora poco conosciuto della chiesa Santa Maria Maggiore, che oggi ritorna all'antico splendore dopo l'importante restauro finanziato dal Comune di Bologna; del Crocifisso nelle Collezioni Comunali d’Arte, riallestito nel corso Trecento su una croce dipinta da Simone dei Crocifissi; nonché del Crocifisso pervenuto alla raccolta d’arte della Fondazione Giorgio Cini a Venezia.

L’identificazione di questa importante bottega e l’occasione di esporre insieme le sue opere costituirà pertanto una circostanza pressoché irripetibile, non solo per rendere noti i preziosi dati di restauro e per cercare di approfondire il tema dello spazio liturgico a Bologna tra il XII e XIII secolo (anche grazie all’esposizione di coeve croci dipinte) , ma anche per misurare in dettaglio gli originalissimi effetti locali della rinascenza gotica su un genere artistico così particolare: stimolato in modo sinergico sia dalle novità d’Oltralpe, mediate nel capoluogo emiliano attraverso la circolazione di “arti minori” ( in mostra verranno esposti alcuni preziosi codici miniati ed altri oggetti liturgici) ed eruditi stranieri, sia dall’influsso di quelle toscane che proprio in città manifestarono episodi di primo piano come la famosa Arca marmorea di San Domenico, realizzata per la chiesa omonima da Nicola Pisano e aiuti (1264-1267).

La mostra è prorogata fino al  6 settembre 2020

Museo Civico Medievale (apertura dal 21 maggio)
lunedì, mercoledì, venerdì chiuso
martedì, giovedì, sabato, domenica h 10.00-18.30

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