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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Il sindaco riallaccia l'acqua in stabile occupato: la Procura apre un'inchiesta

Social Log: 'Che Bologna si liberi subito dell'infame articolo 5". Mentre l'opposizione in Comune azzanna il primo cittadino: 'Complice dell'illegalità, Sindaco abusivo e come tale va sgomberato'. Procura: Un "ordinario approfondimento", sull'immobile pende decreto di sequestro

La magistratura "ha chiesto la documentazione e noi gliela stiamo dando. Piena collaborazione, non abbiamo altro da aggiungere". Così il sindaco di Bologna, Virginio Merola, sulla notizia dell'apertura di un'inchiesta sull'atto con cui lo stesso primo cittadino, lo scorso aprile, ha ordinato il riallaccio dell'acqua nello stabile occupato di via de Maria. A Palazzo D'Accursio, dunque, non c'è preoccupazione per le indagini in corso? "Hanno chiesto la documentazione e noi forniamo continuamente documentazione", si limita a rispondere Merola.

Sulla vicenda, intanto, intervengono anche gli "inquilini resistenti" che, insieme al collettivo Social Log, sono protagonisti dell'occupazione di via de Maria e di altre iniziative simili in città. "Ricordiamo che le famiglie occupanti erano state private dell'acqua grazie all'applicazione dell'articolo fascista presente nel Piano casa dell''ex ministro Maurizio Lupi", recita la nota, firmata dalle famiglie occupanti e dal collettivo. Si parla del "disgraziato articolo 5- continua la nota- che priva del diritto all'acqua, alle utenze, e alla residenza chiunque abiti all'interno di occupazioni abitative". Con una "grande battaglia di giustizia sociale e per la dignità la nostra città è stata la prima in Italia a mettere concretamente in discussione" questa norma, scrive Social Log, aggiungendo che poche settimane fa anche la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elisabetta Gualmini, "ha garantito pubblicamente l'indisponibilità a recepire l'articolo 5 all'interno del piano casa regionale". In questo contesto, "crediamo che le iniziative della Procura fatte di inchieste e sequestri preventivi siano una vera e propria aggressione- continua la nota- contro un movimento sociale che coinvolge decine di migliaia di persone nel nostro Paese". Togliere l'acqua è "un gesto degno di una rappresaglia delle Ss o di un gerarca fascista- continua la nota- ed esigiamo una presa di posizione chiara e concreta dal nuovo ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio". Per Social Log, il capoluogo emiliano dovrebbe fare da apripista a livello nazionale. "Dopo anni di lotte un sogno si realizzo'' a Bologna quando per prima la nostra città si è liberata dell'orrore dei Cie, ora- si legge nel comunicato- è il momento di realizzare un nuovo sogno: che Bologna si liberi subito dell'infame articolo 5".

Tornando all'inchiesta sull'acqua, Marco Lisei (Fi) su Facebook commenta così la vicenda: "Se riallacci l'acqua agli occupanti di via de Maria e via Fioravanti, sei complice dell'illegalità e non puoi fare il sindaco. Oggi c'è un'indagine della Procura, bene, ma per quanto mi riguarda- scrive il consigliere comunale- il sindaco è abusivo e come tale va sgomberato a prescindere, a meno che non paghi le utenze anche a tutti coloro che non arrivano a fine mese".

PROCURATORE GIOVANNINI: SU IMMOBILE PENDE UN DECRETO DI SEQUESTRO. Un "ordinario approfondimento", legato al fatto che sull'immobile occupato di via De Maria pende un decreto di sequestro. Così la Procura ''classifica'' l'inchiesta, che è stata avviata d'iniziativa dai pm, non sull'onda di un esposto (di esponenti politici o associazioni) o di una denuncia da parte della proprietà. Semplicemente, a fronte di questa ordinanza firmata dal primo cittadino, gli inquirenti hanno deciso di approfondire. "Si tratta di ordinari approfondimenti- afferma sul punto il procuratore aggiunto Valter Giovannini, delegato ai rapporti con la stampa- trattandosi di immobili di grandi dimensioni oggetto di decreto di sequestro da parte dell'autorità giudiziaria". Sull'immobile pende un decreto di sequestro chiesto in via d'urgenza nei mesi scorsi dal pm Antonello Gustapane. Non è stato però di fatto mai eseguito: la Digos, il 20 maggio, fece un tentativo formale di dare esecuzione al sequestro, presentandosi in via De Maria senza successo. 

(agenzia  Dire) 

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