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Castaldini: "Incongruenze al poliambulatorio Labas" Rizzo Nervo: "E' risorsa, verificati i requisiti"

La capogruppo chiede informazioni sul funzionamento e l'assessore risponde

"Ci sono diverse incongruenze che vanno verificate accuratamente dalla Regione". Lo ha detto ieri in aula, Valentina Castaldini, capogruppo in Regione di Forza Italia coordinatrice delle commissioni PNRR, in merito al poliambulatorio di salute popolare di Làbas, in vicolo Bolognetti. 

"Ho chiesto quali siano le convenzioni in essere con il sistema sanitario regionale, visto che si presenta e lavora come una vera e propria struttura sanitaria - spiega Castaldini in una nota, ricordando che - durante l’emergenza pandemica, tutti i venerdì dalle 17:30 alle 19:30, sono stati eseguiti tamponi antigenici di seconda generazione utilizzando tecnologia immunocromatografica a fluorescenza. È attivo un Ambulatorio Medico-Infermieristico Servizio dedicato anche alle persone escluse dal Sistema Sanitario Nazionale che fornisce visite mediche e assistenza infermieristica. Dal 4 marzo 2022, ogni lunedì, mercoledì e venerdì, è aperto lo studio odontoiatrico che eroga cure e interventi, come pubblicizzato, a titolo gratuito. Sono inoltre aperti un ambulatorio ginecologico e uno sportello psicologico nella medesima struttura".

Rizzo Nervo: "Una realtà importante, ha l'autorizzazione"

"E' una freccia importante al nostro arco", replica l'assessore a Sanità e Welfare del Comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo "è legittimo avere idee politiche diverse da Labas - commenta parlando alla Dire - e chiedere chiarimenti sul laboratorio di salute popolare, a cui l'assessore regionale Donini ha già detto che risponderà. Ma dal punto di vista sociale, nella programmazione della risposta ai bisogni di salute pubblica, quella è una freccia importante al nostro arco. Per noi è una realtà importante, con tutti i crismi della struttura sanitaria: ha fatto un percorso per la verifica dei requisiti, ha l'autorizzazione dell'Ausl di Bologna, ha il direttore sanitario ed è iscritta all\'albo del terzo settore". Il laboratorio di salute popolare di Labas, dunque, "al pari di altre realtà come Sokos o il centro Biavati, integra in maniera efficace e indispensabile il servizio pubblico- spiega ancora Rizzo Nervo - in particolare per quelle persone che non possono essere prese in carico dal servizio sanitario se non per le urgenze. Quindi per migranti o persone senza fissa dimora, la presenza di questa struttura è una risorsa importante". 

"Com'è gestito"

"Ma com’è gestito e chi è - se esiste - il Direttore Sanitario, non è dato saperlo visto che contrariamente alla normativa, e rischiando oltre 15 mila euro di multa, nulla è indicato all’interno del sito internet del poliambulatorio, neanche la loro ragione sociale - continua la capogruppo azzurra - Visto come è attenta la nostra Regione a questo tema mi auguro, per esempio che sia rispettata la normativa per la sicurezza dei lavoratori, se i tirocini che fanno gli studenti, - come dichiarato nel loro sito internet – sono inseriti in un percorso universitario. Poi, con quale partita iva o codice fiscale opera il Laboratorio Salute Popolare e quali sono i bilanci, perché la nuova normativa impone di indicare i contributi pubblici ricevuti, e in base al fatturato anche i bilanci e i contributi erogati a chi ha cariche. Ma ad oggi nulla di questo è disponibile e dichiarato sui loro siti internet".

Per Castaldini "il collettivo non è più o meno di un imprenditore del settore sanitario. E dobbiamo ricordare la fatica di tanti, di chi vorrebbe garantire lo stesso servizio nobile ma resta ingabbiato nelle maglie fitte della burocrazia regionale e demotivato dalle strettissime direttive pena multe e ammonizioni. E il sistema sanitario regionale dovrebbe fare proprio questo: trattare tutti allo stesso modo".

"Parrebbe - ipotizza - che diverse tra le cooperative che hanno in affido i minori stranieri non accompagnati si riferiscano al poliambulatorio di vicolo Bolognetti, perché i prezzi 'sono modici' ma poco o tanto il tema è che preferiscono il privato al pubblico. Per questo mi sono chiesta come sia possibile, se ci siano convenzioni ad hoc o se i prezzi vengano fatti sulla base di un intervento economico di Comune o Regione che finanziano la parte mancante. La narrazione di questa Regione è sempre sul valore della sanità pubblica e le cooperative si rifanno alla sanità privata, mi auguro che sia convenzionata almeno. 

Sembra un controsenso politico, ma invece è il lampante corto circuito in corso nella città progressista di Matteo Lepore e nella regione del presidente del Partito democratico Elena Ethel Shlein" conclude.

"La Regione elenchi i servizi, se non in urgenza, che il sistema sanitario regionale non è in grado di erogare in maniera efficace e se ritiene opportuno che le risposte vengano date da un soggetto privato del quale non si conosce nemmeno la ragione sociale". 

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