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Migranti, tendopoli in via Mattei. Lepore: "Fenomeno strutturale, sempre gli stessi errori"

Il sindaco chiede al Governo soluzioni per uscire dalle strumentalizzazioni politiche e ideologiche. Castaldini: "Non si gioca a braccio di ferro sulla pelle dei migranti"

"L'utilizzo delle tende per gestire l'accoglienza dei migranti non è una soluzione dignitosa e se viene fatta in tutto il Paese, senza un piano che abbia una scadenza, preoccupa i sindaci perchè vuol dire che non c'è un'idea di come uscire dall'emergenza ma si continuano a fare sempre gli stessi errori". Lo ha detto il sindaco di Bologna Matteo Lepore, interpellato dalla stampa sulla tendopoli allestita al centro di accoglienza di via Mattei. Lo riferisce la Dire. 

"Non è la prima volta che all'interno del centro di via Mattei vengono montate le tende per dare una risposta alle persone che arrivano", spiega Lepore "non mi preoccupa al momento la situazione dei migranti in città, nel capoluogo, perchè la situazione è sotto controllo e ben gestita da noi e dalla Prefettura". Però le tende non rappresentano una soluzione dignitosa e "i decreti Sicurezza, come il ministro Matteo Salvini che ha già governato il nostro Paese in diverse occasioni e diversi ruoli hanno introdotto purtroppo il fatto che si è ritornati di nuovo ad avere questa situazione. Soprattutto perchè si sono fatti tagli molto importanti e non ci sono le risorse per reperire residenze e alloggi per le prime e le seconde accoglienze, le stesse Prefettura sono sguarnite".

"Siamo ad aprile, se gli sbarchi continueranno e ci saranno nuovi arrivi - avverte il sindaco - è evidente che, se ci sono già le tende adesso, figuriamoci dopo. Il compito di un Governo credo quindi sia dialogare con i sindaci per uscire da questa situazione". Prosegue il sindaco Pd: "Il racconto del Governo è che stanno arrivando tanti migranti, quello dei sindaci è che ce ne sono già nelle città e a loro se ne aggiungono altri, per questo serve un piano diverso dalla solita gestione emergenziale". 

"Fenomeno strutturale e anche un bisogno della nostra economia"

 Al Governo "chiediamo se è pronto a dialogare con i sindaci, noi domani siamo anche disponibili ad andare a Roma a parlare con la presidente Giorgia Meloni - spiega il sindaco - Mi sembra invece che in Parlamento si stiano portando avanti ancora emendamenti della Lega che ci faranno fare dei passi indietro, forse anche questo è il motivo per cui ieri il ministro Francesco Lollobrigida ha parlato di 'sostituzione etnica': per provare a cambiare argomento", fare insomma "un po' di cinema per cambiare discorso". Invece, rimarca Lepore, "io starei sul punto: come intende il Governo gestire la questione migranti, dando una soluzione ad un problema che ormai abbiamo da più di 20 anni e che ha bisogno non di strumentalizzazioni o demagogia ma di risposte concrete". Di risposte, finora, Lepore non he viste: "Salvini parla di barbecue, Meloni al momento non ha ancora risposto ai sindaci e intanto le tende cominciano ad affiorare. Vorremmo davvero comprendere come si possa di nuovo, dopo 20 anni, continuare sempre con le solite soluzioni e non invece mettere insieme le istituzioni, uscire dalle strumentalizzazioni politiche e ideologiche ed affrontare la questione migranti per come è: un fenomeno strutturale e anche un bisogno della nostra economia".

E riferendosi alle parole di Meloni, "dire che i cantieri del Pnrr o la raccolta dei pomodori si possano affrontare con il lavoro femminile mi pare una boutade mal riuscita". Bisognerre pensare, invece, "a come realizzare un piano per gli asili nido o introdurre nella legislazione una reale parità nella genitorialità tra uomini e donne. Non userei le ricette di Orban che puntano alla fertilità delle donne per riuscire a ripopolare il nostro Paese", spefica il sindaco. 

Castaldini: "Non si gioca a braccio di ferro sulla pelle dei migranti"

"La Regione ha detto no allo stato di emergenza sui migranti perché il presidente Stefano Bonaccini si è offeso. Sbaglio? Questo, fondamentalmente, sarebbe il motivo che si evince dalla risposta che è stata data questa mattina in Aula alla mia richiesta di maggiore chiarezza sul tema immigrazione e sulle motivazioni del diniego allo stato di emergenza". Lo scrive in una nota la capogruppo di Forza Italia in Regione, Valentina Castaldini. 

L’assessore al Welfare Igor Taruffi "ha spiegato che è arrivata una sola richiesta di adesione in via telematica, da far avere il giorno stesso al Governo e per le modalità con cui si sono svolti i lavori hanno deciso di dire “no”. Non si gioca a braccio di ferro sulla pelle dei migranti. Vista la presa di posizione adesso ci dica la Regione con quali risorse affronteranno il carico dell’accoglienza se, come sembra, continueranno a non voler condividere l’ordinanza sullo stato di emergenza" continua Castaldini "ai cittadini va spiegato che al no del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dei sindaci delle grandi città, tra cui Matteo Lepore, Gian Carlo Muzzarelli, faranno comunque seguito gli arrivi e comunque accoglieremo ma non con risorse prestabilite e di immediata disponibilità per lo stato di emergenza, ma attingendo a fondi già non sufficienti per l’accoglienza ordinaria, che ha bisogno di spalle più larghe per esser fatta come una persona merita di essere accolta. Non basta tirare su gli scudi, occorre responsabilità per chi arriva e per i cittadini di questa regione. C’è una corsa forsennata a dichiarare che verranno allestite tendopoli, quasi a cercare di intimorire le nostre comunità, ma bisogna che ci sia un po’ di onestà intellettuale: le tende non sono conseguenza solo dell’emergenza dichiarata, ricordo che nel 2017 – 2018, con il Governo Pd per “Mare Nostrum”, prima, “Frontex” con 7.938 arrivi in un anno, ci furono le stesse tende, ci furono le ruspe al Mattei per preparare la tensostruttura.  Questi toni fanno male, fanno male ai migranti stessi, che si troveranno di fronte ad un tessuto sociale spaccato". 

"Tutti gli oneri ricaddero sui prefetti"

Quindi per Castaldini non dichiarare lo stato di emergenza, significherebbe, per Castaldini, che "tutti gli oneri ricaddero sui prefetti che si trovarono impotenti di fronte al bisogno, alle persone accampate ed ai flussi imponenti. Non potendo utilizzare strumenti straordinari, senza una adeguata copertura normativa, quei prefetti sono ancora oggi a sette anni di distanza, chiamati a rispondere di fronte ai tribunali ordinari e alla Corte dei Conti. E mi pare che stiamo ripetendo lo stesso macroscopico errore. Arriviamo al 2022, all’emergenza Ucraina, dove tutti furono sollevati e grati al governo Draghi di aver dichiarato lo stato di emergenza, per poter rispondere prontamente all’arrivo dei profughi. Oggi però per una proceduta telematica si è deciso per il no a priori - conclude - Non si gioca a braccio di ferro sulla pelle dei migranti". 

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