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Martedì, 30 Aprile 2024
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In Emilia-Romagna le leggi verranno fatte (anche) dall'Intelligenza Artificiale

Savia, il "super-consulente" progettato da Cineca e Regione Emilia-Romagna, verrà testato dai prossimi mesi. Il rischio? Che la tecnologia sostituisca la politica

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L'Intelligenza Artificiale diventa un super-consulente per scrivere le leggi. È l'idea portata avanti in Emilia-Romagna dall'Assemblea legislativa, che in accordo con Cineca (già madrina del supercomputer Leonardo) vara il progetto 'Savia', presentato oggi a Bologna. Si tratta di addestrare allenare un modello di intelligenza artificiale non generativo (quindi non genera testi e immagini come il più famoso ChatGPT) sull'intero corpo normativo della Regione e su tutti gli atti collegati. A questa mole di documenti sarà poi aggiunta una serie ulteriore di dati utili per valutare l'impatto delle leggi. L'obiettivo è avere uno strumento che, grazie all'Ia, aiuti il legislatore a valutare l'efficacia e l'impatto delle leggi sia prima, nella fase di stesura, sia dopo, una volta approvate. Il software sarà in grado anche di controllare la coerenza del testo con il resto del corpo normativo, interrogando le banche dati, oltre a verificare la sua attuazione con le norme a livello locale.

Tutti gli usi di "Savia"

Essendo open source, quindi con un codice aperto a tutti, 'Savia' potrà essere usato anche dai cittadini come strumento di partecipazione. Interessata al progetto è anche la Corte dei Conti dell'Emilia-Romagna, come spiega il presidente Marcovalerio Pozzato, per l'applicazione dell'Ia all'analisi dello stato di salute delle finanze pubbliche e dei bilanci degli enti locali. "È come avere una macchina che in questo contesto sa tutto, quindi facilita di molto il lavoro- sottolinea il presidente del Cineca, Francesco Ubertini - secondo me è uno strumento per esaltare le qualità umane, non per limitarle. Potrebbe anche stimolare i politici a scegliere soluzioni che hanno i migliori impatti per i cittadini, perchè lo strumento è a disposizione di tutti e quindi alza l'asticella".

Il rischio? Che la tecnologia sostituisca la politica

Oltre alle opportunità, ci sono anche dei rischi. Come la possibilità, ad esempio, che la politica finisca per abdicare al suo ruolo inseguendo solo ciò che viene dettato dalle nuove tecnologie. "Ma d'altronde esistono già oggi politici nel mondo che lo fanno", sorride Ubertini, facendo riferimento ad esempio a chi va a caccia di consensi sui social o a chi utilizza bot per tentare di influenzare l'opinione pubblica. "Sono già tra di noi - continua il presidente del Cineca - a questo punto, allora, forse è meglio che gli strumenti siano alla portata di tutti, perchè almeno tutto diventa trasparente". In ogni caso, assicura Ubertini, "non penso sia tecnicamente possibile arrivare a strumenti che fanno le leggi da soli. Non avrebbe alcun senso".

Il test nei prossimi mesi

Dello stesso avviso è anche Emma Petitti, presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna. "Cerchiamo di non farci pilotare - dice - l'intelligenza artificiale è un'opportunità per rendere i nostri processi legislativi e istituzionali più innovativi, veloci ed efficienti per le nostre comunità. Ma deve essere conosciuta a fondo, per evitare informazioni o intercessioni sbagliate". Il progetto 'Savia', dunque, servirà "per approfondire il valore etico e pubblico dell'intelligenza artificiale - continua Petitti - è una sperimentazione innovativa e unica in Italia e può diventare un modello anche per altre Regioni". Presentato oggi a Bologna, il prototipo sarà testato nei prossimi mesi. Un esperimento che va visto "in chiave di miglioramento della vita dei cittadini- insiste Ubertini- queste tecnologie portano rischi, ma se vogliamo guidare l'algoritmo, dobbiamo conoscerlo. Se la dimensione pubblica non sperimenta, rimane indietro e non conosce. E se non conosce, non governa i processi. Per questo è molto importante questa sperimentazione". Lo riporta la Dire.

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