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Calcio

Bologna FC: certezze e sogni del popolo rossoblù

A nove turni dalla chiusura del campionato più spettacolare degli ultimi 60 anni, siamo andati in giro per la città a “misurare la febbre” ai tifosi emiliani

In questo virtuale tour sotto le Due Torri, abbiamo voluto tastare il polso della tifoseria bolognese, ormai a piè pari dentro un sogno chiamato Champions Leauge. Un momento magico, figlio del giusto mix tra dirigenti lungimiranti, tecnici all’avanguardia e calciatori dediti al sacrificio. Dove finirà la compagine felsinea, ovviamente, lo scopriremo solo a maggio, ma all’ombra dei portici e tra i tavoli delle osterie la gente non parla d’altro, godendosi quel profumo europeo che in città non si respirava da tanto, troppo tempo.

Incastri perfetti di un puzzle visionario

Il primo a complimentarsi con i suoi beniamini per questa clamorosa galoppata è stato Andrea, in estasi totale nei confronti di tutto l'ambiente rossoblù: “Stiamo vivendo una stagione splendida, soprattutto perché nessuno poteva aspettarsela ad inizio campionato. La squadra è ottimamente diretta da un fuoriclasse dello spessore di Thiago Motta, con giocatori che hanno formato un gruppo di lavoro straordinario. Tra i singoli”, ha poi proseguito, “impossibile non citare Zirkzee, Ferguson e Freuler, ma è la difesa ad avermi maggiormente sorpreso con l’affidabilità dimostrata da Calafiori e Beukema”. A fargli eco, successivamente, ci ha pensato Fabio, schietto nel riconoscere l’importanza del duo composto da direttore sportivo e allenatore, prima di spingersi ad evidenziare la praticità di alcune pedine meno citate come Orsolini e Fabbian: “Al di là del clamoroso gol sbagliato in quel di Empoli, quando è entrato “Orso” la squadra è riuscita a vincere e non è certo un caso: infatti, è lui che porta via l’uomo in occasione del tap-in vittoria del giovane Fabbian. A proposito della rete decisiva del Castellani”, ha rincarato la dose, “lasciatemi dire due parole proprio su Fabbian: davvero un bel prospetto, a mio avviso il futuro centrocampista titolare della nostra nazionale. E i cinque centri alla sua prima stagione in Serie A sono lì a dimostrarlo: un grande acquisto, peccato solo che l’Inter possa riprenderselo a casa esercitando quella famosa clausola contrattuale...”. Per Mattia, invece, non è solo una questione di talento, ma anche di testa: “Il segreto è che c’è uno spogliatoio convinto dei propri mezzi, con il morale altissimo e che consente anche a quelli meno dotati di esaltarsi nel contesto generale. I soliti quattro o cinque giocatori di spicco fungono da traino per gli altri e il risultato è un collettivo di assoluta affidibilità”

Si può ancora crescere

“Tuttavia”, ha poi aggiunto lo stesso Mattia, “alcuni elementi potrebbero alzare ulteriormente il livello della squadra: Ndoye, per esempio, ha mostrato solo un terzo delle sue potenzialità, mentre Karlsson non l’abbiamo praticamente mai visto nonostante sia stato l’acquisto più oneroso del mercato estivo”. Impossibile dargli torto, con Francesco che nel frattempo si è unito al coro proiettandosi già verso il rush finale: “Siamo stati stupendi fino ad oggi, ottenendo scalpi importanti e dimostrando a tutti di poter sfidare a viso aperto qualsiasi avversario. Il calendario da qua alla fine è sicuramente insidioso, ma non impossibile: ragioneremo partita dopo partita, alla caccia di un obiettivo che ridisegnerebbe la geografia del pallone. Io ci credo, come me tutta la città”.  

Applausi trasversali

A complimentarsi con i rossoblù, infine, anche Maik, tifoso del Parma ma grande appassionato di calcio e sportivo di indubbia franchezza: “Sartori è sicuramente l’artefice numero uno di questa annata, perché ha portato a Bologna giocatori di prospettiva ma allo stesso tempo capaci di integrarsi subito nei meccanismi dettati da Motta. Thiago, inoltre, è un mister innovativo e concreto, anche lui scelto l’anno scorso da questa dirigenza. Personalmente l’ho sempre stimato anche quando era in campo, perché era un centrocampista intelligente e di sconfinato acume tattico, caratteristiche che sta riuscendo a trasmettere anche ai suoi attuali giocatori grazie al suo enorme carisma”

Insomma questo Bologna ha fatto innamorate tutti, ma proprio tutti, e ora gli restano solo nove gradini da scalare prima di ritrovarsi in piedi di fronte all’aulico cancello dell’Olimpo del Calcio. Un passo alla volta, dunque, tutti insieme per riscrivere la storia di questo meraviglioso club...  

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