rotate-mobile
Attualità

Città 30: pro e contro ancora in piazza. Nel mirino anche il nuovo codice strada

A due mesi dall'entrata in vigore, entrambe le "fazioni" tornano a mobilitarsi: la prima per contrastare il provvedimento, la seconda per celebrarlo. Intanto si contesta anche la riforma del codice della strada

QUI PER ISCRIVERSI AL CANALE WHATSAPP DI BOLOGNATODAY

La Città 30 è una misura divisiva, è assodato: a una parte di cittadini bolognesi non va giù, ad altri sì, come sempre accade. E sabato prossimo entrambe le "fazioni" scenderanno in piazza, due diverse, naturalmente: la prima per protestare, la seconda per celebrare il provvedimento. 

Manifestazione contro, appuntamento in piazza Santo Stefano

A due mesi dall'entrata in vigore ufficiale, in fatto di sanzioni, sabato 16 marzo si scenderà nuovamente in piazza con una manifestazione di protesta lanciata dal movimento “Una Bologna che cambia”. La partecipazione sarà, a detta degli organizzatori, trasversale, come lo scontento "di intere associazioni di categoria e di gran parte della cittadinanza" si legge nella nota. Appuntamento in piazza Santo Stefano alle ore 17 per "Ripartiamo! #SalviamoBologna", questo il titolo del sit-in motivato dal "mancato dialogo con la Giunta - lamenta il movimento che continua a ignorare le criticità di una città deturpata a livello ambientale, paralizzata da continui cantieri e da imposizioni folli (Città 30)" - e concludono - Per governare bisogna anche sapere ascoltare". 

Alla protesta aderirà anche la Lega: "Diciamo no alla Città 30 e no alla concentrazione di risorse su progetti ideologici, invece che sulle necessità dei cittadini, come la sicurezza. Saremo presenti al fianco delle altre realtà del territorio che saranno disposte a metterci la faccia, per il bene dei bolognesi". Interverrà il segretario cittadino Cristiano Di Martino "per dare voce ai tanti bolognesi che non sono d’accordo col modello Lepore”, scrivono in una nota il segretario e il capogruppo in comune Matteo Di Benedetto. 

Manifestazione pro, appuntamento in piazza San Francesco

In piazza San Francesco, un'ora prima invece, ci si ritrova per "celebrare" la Città 30 "un momento di incontro, di gioco nel tragitto e nella stessa piazza di ritrovo", si legge sulla nota diffusa sui social dalla consigliera comunale Simona Larghetti, da sempre sostenitrice della riduzione della velocità: "Come cittadini, cittadine e associazioni, vogliamo esprimere il nostro entusiasmo e il nostro sostegno alla Città 30 finalmente avviata a Bologna. Un modello che ora è necessario coltivare e far crescere, perché possa dispiegare appieno le sue potenzialità. Per questo, a partire dai prossimi momenti di festa e di incontro, ci rendiamo disponibili al confronto con l’amministrazione e con la città tutta per rafforzare i passi in avanti per una quanto mai necessaria trasformazione ecologica della città". 

Codice della strada o della strage?

Da più parti si sollevano gli scudi anche per la riforma del Codice della Strada, voluta dal ministro Matteo Salvini, ribattezzato "della strage". "Ci opponiamo con fermezza alla revisione del Codice della strada proposta da Salvini, in discussione in questi giorni in parlamento - scrive in una nota il segretario cittadino del PD Bologna Enrico Di Stasi - una riforma che tratta con superficialità il tema della sicurezza perché se da un lato vengono mediaticamente inasprite le pene per chi guida in stato di ebbrezza (meno del 5% delle collisioni) dall’altro vengono introdotte misure che non intervengono in maniera efficace su quelle che sono le principali cause degli incidenti gravi". 

Per il dem "bisognerebbe lavorare tutti insieme per avere città più sicure - mentre la destra porterebbe avanti - una proposta che produce una mancanza di tutela per chi è più vulnerabile (ovvero pedoni, ciclisti, bambini, anziani, persone con disabilità), mentre vengono fortemente limitate la mobilità pedonale e ciclabile".

La riforma, per il responsabile Mobilità e coordinatore della segreteria PD di Bologna Michael Santi limiterebbe "pesantemente" anche la libertà e l’autonomia di azione dei Comuni, che saranno in difficoltà a istituire ZTL, aree pedonali e piste ciclabili e vigilare sul rispetto di queste, con l’aggravante che si agevola chi viola sistematicamente le regole, per esempio imponendo una sola multa per chi fa più violazioni al giorno". 

Tante città si stanno mobilitando in questi giorni con proteste e manifestazioni sul tema: "Anche a Bologna molte associazioni hanno scelto di aderire a questa mobilitazione - si legge nella nota - segno di un’attenzione verso i temi della mobilità, del rispetto delle regole e della sicurezza di pedoni e automobilisti. Il Partito democratico di Bologna è a fianco di questa mobilitazione, ricordando che nella nostra città si stanno sperimentando soluzioni molto coraggiose come Città 30 e un sistema ciclopedonale che attraversa tutta la città". 

Cosa cambierebbe con la riforma del CdS

La riforma del Codice della Strada voluta dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ora in discussione in Parlamento, sta aprendo le porte a polemiche e proteste. Vediamo insieme di cosa si tratta. 

- Neopatentati: secondo le regole in vigore chi consegue la patente, per un anno, deve evitare di guidare autoveicoli che hanno una potenza specifica, riferita alla tara, superiore a 55 kw/t. Nel caso di autoveicoli di categoria M1 (cioè le classiche autovetture) i mezzi non possono superare la potenza massima di 70 kw. Nel caso di autovetture elettriche o ibride plug-in, si applica il limite di potenza specifica di 65 kW/t compreso il peso della batteria. Esiste però una deroga: i neopatentati (per il primo anno dal conseguimento della patente) possono guidare veicoli in deroga ai limiti di guida se accompagnati da una persona di massimo 65 anni titolare almeno di patente B conseguita da 10 anni o di patente di categoria superiore in funzione di istruttore.

Il ddl di riforma licenziato dal Governo aveva allungato il divieto da 1 a 3 anni, lasciando invariate le potenze dei mezzi. L'emendamento approvato in commissione invece vieta ai neopatentati per tre anni la guida di autoveicoli con una potenza superiore a 75 kW/t e di autovetture con potenza massima di 105 kW.

- Cellulare alla guida: in base al nuovo Codice chi viene sorpreso al volante con lo smartphone in mano avrà la patente sospesa per una settimana se su questa ci sono almeno 10 punti. Se invece i punti sono meno di dieci la sospensione della patente sarà di 15 giorni. I tempi, poi, raddoppiano se l'uso del telefonino causa un incidente o manda fuori strada un altro veicolo. 

Si riduce però l'importo delle multe per i trasgressori. Nel nuovo Codice la sanzione per guida con lo smartphone andrà da un minimo di 250 euro a un massimo di 1.000 euro rispetto all'importo originariamente previsto dal ddl di riforma, che prevedeva sanzioni da un minimo di 422 euro a un massimo di 1.697 euro. 

Si allenta anche la stretta sui recidivi: la multa prima era prevista per 644 a 2.588 euro, adesso l'importo potrà oscillare tra 350 e 1.400 euro. Arriva, poi, un tetto massimo degli interessi sulle multe. 

: Autovelox con "sconto" sulle multe e barcavelox: se si prendono più multe nello stesso tratto stradale in un periodo di tempo di un'ora e di competenza dello stesso ente, si paga una sola sanzione: quella più grave aumentata di un terzo.

Sempre in tema autovelox si prevede l'obbligo di sottoporre gli autovelox "a verifiche periodiche al fine di garantirne la funzionalità". Si autorizza poi l'uso dei dispositivi per misurare la velocità nella navigazione, i cosiddetti "barcavelox". E ancora, si prevede la necessità di destinare le entrate derivanti dalle sanzioni per violazioni dei limiti di velocità in via prioritaria a interventi per la sicurezza dalla circolazione stradale


 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Città 30: pro e contro ancora in piazza. Nel mirino anche il nuovo codice strada

BolognaToday è in caricamento