rotate-mobile
Emergenza abitativa

Caritas cerca alloggi e lancia un appello ai parrocchiani

L'invito ai fedeli ad aiutare l'ente religioso. Don Prosperini: "Gli alloggi ora li gestiamo noi. Il bisogno ora è l'abitare, non il cibo"

Servono più alloggi per affrontare l'emergenza abitativa a Bologna. E quindi, oltre a intervenire sulle canoniche e i locali delle parrocchie, la Caritas ora si rivolge anche agli stessi "parrocchiani", che magari hanno appartamenti da poter mettere a disposizione e che l'ente diocesano, attraverso la Fondazione San Petronio, si offre di gestire per l'affitto a studenti, lavoratori o giovani coppie. A lanciare l'appello è don Matteo Prosperini, responsabile della Caritas di Bologna, che questa mattina alla Tre giorni del clero in seminario ha presentato alcuni degli interventi in corso sul tema dell'abitare realizzati attraverso la Fondazione nata in Curia.

"Vorremmo lanciare un appello anche ai privati - dice don Prosperini, all'agenzia Dire - ai parrocchiani che hanno appartamenti vuoti e che sono un po' impauriti. Non c'è solo un tema di razzismo, magari non sanno gestire un gruppo che entra in casa". La Fondazione San Petronio e la Caritas, allora, si pongono "come interfaccia": seguono i ragazzi, pagano l'affitto ai proprietari e dagli inquilini ricevono un contributo per il progetto di accoglienza. "A volte le idee semplici, se diffuse, affrontano il problema e dimostrano che si può fare", commenta Prosperini. Oggi a Bologna "la casa è il problema dei problemi - afferma il numero uno della Caritas - è il bisogno dei bisogni. Bologna è una città attrattiva, ma non ricettiva. Le case ci sono, sia delle istituzioni sia dei privati. Ma il mercato è impazzito, specula, e c'è diffidenza da parte di tanti proprietari. In alcuni casi c'è anche razzismo: per gli ucraini sono spuntate fuori case che per altre tipologie di persone non c'erano". Per questo, sostiene don Matteo, "abbiamo bisogno di strumenti e non di strutture, per fare opere-segno che indicano la direzione da seguire, generando movimenti virtuosi".

Insieme alla Fondazione San Petronio, la Caritas a Bologna ha diversi progetti in corso per l'abitare, sparsi per tutta la Diocesi, convertendo spazi delle parrocchie in alloggi per studenti universitari, lavoratori, giovani coppie, famiglie e per la transizione abitativa. In San Giovanni in Monte, ad esempio, sono due gli appartamenti che sono stati rimessi in sesto e assegnati a un totale di 12 studenti: la Fondazione si intesta il contratto d'affitto, paga il canone e ai ragazzi viene chiesto "un contributo congruo e non speculativo". Inoltre una equipe della Caritas accompagna i ragazzi nel loro percorso.

A Borgo Panigale, stanno andando avanti i lavori per la riqualificazione della canonica della parrocchia del Cuore immacolato di Maria (Cim), che vedrà sorgere un appartamento per i familiari dei degenti (sei posti) e per due coppie di giovani sposi. A Cento, invece, è in corso il recupero degli spazi della parrocchia di San Pietro per nuovi alloggi di transizione abitativa, così come procedono i lavori di riqualificazione dell'edificio dell'Opera Bargellini che sarà destinato ad alloggi per giovani lavoratori, in particolare quelli del Centergross. "La Caritas deve fare queste cose? - si chiede in maniera un po' provocatoria don Prosperini - dipende da come leggiamo i bisogni. A volte leggiamo la realtà solo attraverso i nostri servizi. Ma continuare a dare sporte di cibo, mentre la gente chiede casa, rispecchia di più la nostra organizzazione e forse non ci chiediamo se ce n'è davvero bisogno".

Continua a leggere su BolognaToday.it

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caritas cerca alloggi e lancia un appello ai parrocchiani

BolognaToday è in caricamento