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Bologna torna in piazza per la pace in Ucraina: "Le armi non sono la soluzione" | VIDEO

Appuntamento il 24 febbraio in piazza XX settembre

Continuare ad inviare armi in Ucraina permette la resistenza o alimenta il conflitto? Ad un anno dall'invasione della Russia, non possono che farsi questa domanda gli organizzatori della marcia per la Pace, in programma venerdì prossimo, 24 febbraio, in centro a Bologna.

Il corteo è organizzato dal comitato Bologna Europe for peace e partirà alle 18 da piazza XX settembre, dopo un primo intervento di Cgil, Cisl e Uil, per concludersi in piazza Nettuno, dove un'ora dopo prenderanno la parola il sindaco Matteo Lepore e il cardinale Matteo Zuppi, con un contributo artistico di Alessandro Bergonzoni. Al termine degli interventi, un minuto di silenzio per le vittime delle guerre scandito dalle campane dell'Arengo e del duomo e un flash mob per comporre la parola "Peace".

Le realtà aderenti al momento sono 55 e si attende una risposta dalla comunità ucraina. 

"Con l'invio delle nuove armi stiamo tenendo in piedi l'Ucraina o stiamo prolungando la guerra?", si chiede la vicesindaca Emily Clancy. "È giusto porsi questa domanda ad un anno dallo scoppio del conflitto. Credo che nostra parte vada fatta in modo diverso. La manifestazione di venerdì, in ogni caso ribadisce una posizione di Bologna per la pace, i diritti umani e la legalità internazionale".

Alla presentazione ufficiale della manifestazione c'è anche il neo-segretario della Cgil Michele Bulgarelli. "Credo che il ripudio della guerra – dice anche a nome degli altri segretari confederali- sia la condizione per evitare l'estensione anche geografica del conflitto".

Per Giulio Marcon di Europe for peace, che interverrà in piazza Nettuno, "l'unica strada possibile è il cessate il fuoco. Quella in Ucraina è una guerra che non si può vincere, il rischio e' che possa diventare una guerra globale". Certo se prevalesse il negoziato "sarebbe una pace di compromesso, ma meglio una pace ingiusta che una guerra giusta. La pace è l'unica vittoria di cui abbiamo bisogno".

A nome delle associazioni (aderiscono tra le altre anche Anpi e Acli) Rossella Vigneri di Arci lancia un vero e proprio appello alla partecipazione. È, dice, "fondamentale uno sforzo collettivo, una mobilitazione la più ampia possibile al di là dei punti di vista differenti. Perché la voce dei pacifisti non ha avuto il giusto spazio in questo anno". Ci saranno anche gli studenti medi e universitari. "Lo scorso anno lo Stato italiano ha speso 26 miliardi per gli armamenti, quei soldi devono essere spesi per scuole, università, sanità e gli altri servizi pubblici".
 

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