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Domenica, 28 Aprile 2024

Palazzoni Due Madonne, il comitato: "Sui lavori molte bugie, la nostra salute è in pericolo" | VIDEO

I residenti contro la costruzione delle torri condominiali impugnano le carte processuali: "Sapevano dell'amianto ma continuavano a scavare"

"Ora sappiamo che hanno continuato a scavare anche dopo che avevano scoperto che c'era amianto nel terreno". È questa l'accusa mossa dal comitato "No Palazzoni Due Madonne", il gruppo di cittadini e residenti che da anni si oppone alla costruzione di tre palazzi residenziali alti dieci piani il cui cantiere ha stravolto la vita del villaggio nel quartiere Savena. A parlare è Daniela Valdiserra, pensionata e attivista che era stata denunciata per violenza privata dalla proprietà dei condomini, le Torri nel Parco, durante un presidio pacifico fuori cancelli in via Nadalini. Nelle scorse settimane l'azienda ha presentato ricorso dopo l'archiviazione da parte del Giudice dell'Udienza Preliminare. La diatriba legale ha permesso a Valdiserra e al comitato di accedere alle carte processuali, da cui "emergono bugie e omissioni", racconta la donna: "La proprietà aveva dichiarato che quando è stato ritrovato l'amianto, l'8 marzo di un anno fa, i lavori erano cessati quella mattina stessa. Invece le carte contengono la testimonianza di un operaio che ha dichiarato che a mezzogiorno erano ancora in corso le frantumazioni del terreno".

Durante la riunione, i membri del presidio hanno appeso sotto il portico dell'adiacente piazza Lambrakis le foto dei documenti che provano "che avevamo ragione". Quella sull'amianto non sarebbe l'unica discrepanza. Una delle richieste che accompagna le azioni del comitato fin dalla nascita è quella di ridurre per lo meno l'altezza delle torri. Un'istanza - spiega Valdiserra - che la proprietà e il Comune hanno sempre rimbalzato al mittente dichiarando che era troppo tardi perché gran parte degli appartamenti erano già stati venduti: "In questi invece c'è scritto nero su bianco che gli appartamenti venduti all'epoca erano venti su settantotto totali, quindi la nostra richiesta poteva essere accolta". Sempre i documenti processuali dimostrerebbero anche che la compagnia edile ha avuto delle mancanze nel trattamento delle polveri sollevate dai lavori, con pericolose conseguenze per la salute dei residenti e dei tanti bambini che frequentano la scuola di fianco al cantiere.

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