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Lunedì, 29 Aprile 2024

Primi interventi non invasivi all'aorta: il progetto di ricerca negli ospedali Maggiore e Sant'Anna | VIDEO

Operati i primi tre pazienti: la procedura è durata circa 50 minuti e sono rimasti sempre vigili e collaboranti, evitando agli anziani un intervento cardio-chirurgico importante

All'ospedale Maggiore di Bologna e al Sant'Anna di Ferrara sono stati eseguiti i primi interventi di impianto transcatetere di valvola aortica (TAVI). Gli interventi si inseriscono all’interno dello studio “TRACS” (TRanscatheterAortic-Valve Implantation With or Without On-site CardiacSurgery), coordinato dalle Unità Operative di Cardiologia dell’Azienda USL di Bologna (diretta dal dott. Gianni Casella) e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara (diretta dal prof. Gabriele Guardigli). Si tratta di uno studio in cui i pazienti vengono indirizzati alla procedura di TAVI in un centro non necessariamente dotato di cardiochirurgia con l'obiettivo di dimostrare che l’esecuzione di questo intervento nei centri senza cardiochirurgia assicura gli stessi esiti della procedura eseguita nei centri con cardiochirurgia, migliorando così i tempi di attesa e la qualità di vita dei pazienti.

"Più de 4% dei pazienti superiori agli 80 anni hanno questa patologia - spiega il dottor Gianni Casella - fino ad oggi erano difficilmente trattabili, perchè l'unica soluzione è un intervento cardio-chirurgico importante a quell'età, da alcuni anni è possibile sostituire la valvola aortica in anestesia locale". 

Nelle settimane che hanno preceduto l’esecuzione delle procedure i medici delle Cardiologie delle due Aziende hanno selezionato i primi pazienti dello studio. Nelle giornate dell’11 e 12 luglio sono stati trattati con questa procedura i primi pazienti presso i centri senza cardiochirurgia (2 all’ospedale Maggiore dell’Azienda USL di Bologna e 1 all’ospedale Sant’Anna di Ferrara). I professionisti che hanno composto le equipe chirurgiche per l’esecuzione degli interventi erano per la Cardiologia dell’ospedale di Bologna, il dott. Gianni Casella e il dott. Giampiero Nobile, e per la Cardiologia dell’ospedale di Cona il dott. Carlo Tumscitz e il dott. Carlo Penzo.

I primi tre pazienti operati all’Ospedale Maggiore e all’Ospedale di Cona sono rispettivamente due uomini e una donna tra gli 86 e 88 anni che presentavano una diagnosi di stenosi aortica severa per la quale la TAVI è stata considerata, dai medici che l’avevano in cura e dal cardiochirurgo, l’opzione preferibile rispetto all’intervento chirurgico tradizionale. La procedura è durata circa 50 minuti e i pazienti sono rimasti sempre vigili e collaboranti.

"Stiamo lavorando per ampliare e qualificare le possibilità di cura, di alto livello, per i cittadini residenti nel Ferrarese, ovviamente sempre con la massima sicurezza possibile - commenta la dottoressa Monica Calamai, commissaria straordinaria dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara -. Potersi curare in strutture più prossime a dove si abita è sicuramente un valore aggiunto, così come lo è la collaborazione tra Aziende del Sistema Sanitario Regionale dell'Emilia Romagna. A Ferrara lo stiamo facendo con lo IOR di Bologna per l'ospedale di Argenta e con il Sant'Orsola di Bologna per la chirurgia epatobiliopancreatica, cui si aggiunge ora questa convenzione con l'Ausl di Bologna che porterà reciprochi vantaggi e che rappresenta anche una occasione importante dal punto di vista formativo per i nostri professionisti".

“Siamo orgogliosi dell’avvio di questo studio che avrà una ricaduta importante nella riduzione delle liste d’attesa, valorizzando le competenze sviluppate dai Cardiologi dell’Ospedale Maggiore, nell’ambito di una pluriennale collaborazione con il Policlinico di Sant’Orsola” sottolinea Paolo Bordon, Direttore generale dell’Azienda USL di Bologna. 

La procedura "TAVI"

Si tratta di un trattamento mini-invasivo della stenosi aorticache si esegue in sedazione (e non in anestesia generale) tramite un accesso arterioso che consente, attraverso un catetere, di collocare sopra la valvola originale una valvola biologica che sostituisce nel funzionamento quella malata: "La scelta tra chirurgia tradizionale e TAVI viene svolta sulla base delle caratteristiche del paziente in una discussione condivisa tra cardiologi e cardiochirurghi - fanno sapere le Ausl -  L’intervento ha la durata di circa un’ora e non prevede circolazione extra-corporea. Per lo svolgimento della procedura è cruciale anche il supporto del personale infermieristico e radiologico. Gli infermieri sono parte attiva nella gestione del paziente per mantenerlo collaborante durante le diverse fasi della procedura e nella preparazione della valvola che poi sarà impiantata. Se non ci sono complicanze durante l’intervento, il paziente viene fatto alzare dopo 12-18 ore e la durata del ricovero è, generalmente, di 3-5 giorni". 

La stenosi aortica

La stenosi valvolare aortica è una patologia degenerativa associata all’invecchiamento che colpisce la valvola aortica e, quando diventa sintomatica, riduce drasticamente la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti. Si verifica quando la valvola aortica non funziona correttamente e il sangue fatica a passare al suo interno, ostacolando la funzione di pompa da parte del cuore. Il trattamento più indicato è l’intervento chirurgico di sostituzione valvolare aortica. 

Le Unità Operative di Cardiologia dell’Azienda USL di Bologna e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara sono promotrici dello studio TRACS, risultato vincitore della Ricerca Finalizzata promossa dal Ministero della Salute, e che dovrà arruolare in 3 anni oltre 500 pazienti.

Lo studio si propone di dimostrare che la procedura di TAVI eseguita su pazienti affetti da stenosi aortica severa è sicuro, fattibile ed efficace anche nei centri senza cardiochirurgia. I pazienti interessati dallo studio sono quelli con diagnosi di stenosi aortica severa sintomatica.

Il team scientifico che ha ideato lo studio TRACS (composto dal dott. Gianmarco Iannopollo, dal dott. Gianni Casella e dal dott. Giampiero Nobile per l’Azienda USL di Bologna, assieme al dott. Carlo Tumscitz, al dott. Carlo Penzo ed al prof. Gianluca Campo per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara) - supportato da evidenze scientifiche e dalla standardizzazione dei criteri per selezionare nel migliore dei modi i pazienti più idonei - ha ipotizzato che fosse possibile eseguire tali procedure anche in centri senza cardiochirurgia. Requisito fondamentale è che questi centri avessero già una consolidata esperienza nella selezione, gestione e trattamento di pazienti con stenosi aortica severa e procedura di TAVI.

Lo studio è multicentrico e, oltre ai centri Emiliani, saranno coinvolti anche centri cardiologici della Toscana, Piemonte e Veneto.

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