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Cronaca

Veronica, trapiantata da sveglia: "Così ho ritrovato la speranza"

Ha 25 anni, pesa circa 40 chili, ed è affetta da fibrosi cistica e diabete. E' stata già trapiantata, era in dialisi e accusa problematiche respiratorie. La storia di Veronica e dell'operazione coraggiosa

Ha 25 anni, pesa circa 40 chili ed è affetta da fibrosi cistica e diabete, è stata già trapiantata di fegato, èra in dialisi inoltre accusa forti problematiche respiratorie. Tutte queste patologie concentrate in una sola giovane, Veronica, sottoposta al primo trapianto di rene in anestesia locale, al Sant'Orsola. "Ne abbiamo discusso per un anno - ha detto Matteo Ravaioli, il chirurgo che ha operato Veronica - avevamo anche un piano di riserva, lei è stata molto brava, il trapianto l'ha fatto la paziente". 

"E' una storia nuova, questo tipo di intervento ha costi molto alti, ma per noi si tratta di persone", ha detto l'assessore regionale alla salute Raffele Donini.  

Impossibile l'anestesia generale a causa di altre patologie concomitanti all’insufficienza renale. Rifiutata da un altro centro italiano, è stata operata al policlinico per un trapianto di rene da donatrice vivente, sua mamma Rosaria.

"Sono importanti questi momenti di testimonianza - ha detto la direttrice generale del Sant'Orsola - per dimostrare come sia fondamentale che questo tipo di intervento resti nel pubblico". 

Spiega il prof. Gaetano La Manna, Direttore Nefrologia, dialisi e trapianto dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola: "Abbiamo scelto di proporle un trapianto con anestesia loco-regionale dopo un lungo confronto multidisciplinare". 

“Il mio percorso al Sant'Orsola è iniziato grazie al suggerimento del centro fibrosi cistica di Cesena - racconta Veronica - dopo che ho ricevuto un rifiuto in un altro centro italiano. Al Sant’Orsola, già dal primo colloquio, mi sono sentita rassicurata e ho ritrovato la speranza. Sono stata sempre convinta di volere fare il trapianto, anche quando mi è stata proposta questa soluzione e la necessità di essere operata da sveglia. Finalmente poche settimane fa ho ricevuto il rene donato da mia mamma. L’intervento è andato bene e oggi mi sento rinata, sto tornando a fare la vita che facevo prima della dialisi. Sono grata a tutti i medici per avere creduto in me e nella mia convinzione di volere affrontare questo intervento difficile”.

“Non riesco a descrivere a parole cosa provo quando penso di avere avuto l’opportunità di donare il rene a mia figlia. Il senso è nella luce che è tornata nei suoi occhi. Veronica ha una malattia genetica dalla nascita e aveva già affrontato un trapianto di fegato. – racconta mamma Rosaria - Era riuscita ad avere una vita normale: a lavorare, a divertirsi. Poi è arrivata la malattia al rene e la dialisi, prima due e poi tre volte a settimana. Quando il Sant’Orsola ci ha dato disponibilità a effettuare il trapianto mi sono proposta come donatrice. Siamo state operate la stessa mattina, ci siamo salutate con un abbraccio e un “ti voglio bene”. Ero sicura che sarebbe andato tutto bene perché tutta l’equipe di medici, oltre alla professionalità dimostrata, ci ha sempre messo a nostro agio e ha affrontato la nostra storia con il cuore”.

"Si tratta di una paziente molto compromessa- spiega la Elena Spinelli, specialista in fibrosi cistica - l'obiettivo è portarla al trapianto di polmone". 

“Intubare era impossibile, c’era il rischio di una tracheotomia o serie complicanze respiratorie. Oltre alla valutazione clinica in gruppo, c’è un aspetto che mi ha dato la certezza che potevamo darle questa opportunità: la sua motivazione e forza. – racconta Antonio Siniscalchi, anestesista - Lei è stata brava, ha collaborato e ha tenuto duro anche dal punto di vista psicologico. Lo stato mentale è determinante". 

La storia di Veronica

Dopo essere stata ritenuta non idonea al trapianto da un altro centro italiano, Veronica e la sua famiglia arrivano all’IRCCS sperando in un secondo parere positivo. Questo arriva dopo una valutazione precisa e multidisciplinare effettuata da numerosi specialisti del Policlinico insieme: nefrologo, chirurgo dei trapianti, anestesista, chirurgo toracico, pneumologo, infettivologo, fisiatra, in dialogo costante ed operativo con pneumologi e nefrologi del centro di provenienza (Cesena).

I benefici di un trapianto da donatore vivente

Il trapianto da donatore o donatrice vivente rappresenta la soluzione migliore possibile perché consente al ricevente di avere programmata l’operazione e di non attendere un donatore compatibile. In questo caso, infatti, madre e figlia sono state operate la stessa mattina. Inoltre l'organo funzionerà mediamente meglio e più a lungo rispetto a quello trapiantato da donatore deceduto. Un risultato importante dovuto anche alla capacità dell'equipe di Nefrologia, dialisi e trapianto di preservare la salute del donatore al 100% aumentando l’efficacia della procedura e questo tipo di donazione.

L’Unità Operativa di Nefrologia, dialisi e trapianto

Solo nel 2022 ha effettuato 121 trapianti di rene, di cui 39 da donatore vivente. Nel 2023, ad oggi, sono stati già effettuati 54 trapianti di rene, 17 da donatore vivente. In un anno l’unità operativa effettua circa 300 visite per iscrizione in lista d’attesa, tra nefrologiche, chirurgiche e anestesiologiche.

Dei circa 490 pazienti iscritti oggi in lista d’attesa, il 49% proviene da fuori regione. Un dato che dimostra concretamente come il centro dell’IRCCS sia diventato nel tempo un punto di riferimento in questo ambito a livello non solo regionale ma anche nazionale.

È il punto di riferimento al Sant’Orsola per la terapia intensiva dei pazienti della chirurgia addominale e epatobiliare, dei trapiantati di fegato e rene e centro hub regionale dell’insufficienza epatica. Inoltre, si occupa della terapia intensiva di tutti i pazienti provenienti da tutte le chirurgie complesse eseguite all’IRCSS. Ogni anno si occupa del trattamento post chirurgico di oltre 1000 pazienti.

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Veronica e mamma Rosaria

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