rotate-mobile
Cronaca

Caso Kristina Gallo, "l'indagato non gestiva più le due vite"

Secondo gli inquirenti, è questo il movente del presunto omicidio della ragazza, morta nel marzo 2019

“Non è riuscito a mantenere il controllo delle due vite parallele che aveva costruito”, diventando così impossibile per lui “mantenere in piedi il castello di menzogne”, e cioè una doppia relazione sentimentale, con la giovane all’insaputa della compagna. Per i carabinieri il movente che avrebbe portato Giuseppe Cappello, 44 anni, a uccidere Kristina Gallo, la ragazza trovata morta nel suo appartamento, senza vestiti e con le gambe sotto al letto il 26 marzo 2019, è da ricercarsi proprio nel fatto che ormai per l’uomo "stava venendo tutto a galla". Il 44 enne, come riporta l’Ansa, non riusciva più a gestire la doppia relazione: la ragazza si era presentata a casa dei genitori di lui (e anche la compagna avrebbe potuto scoprirla), lo aveva minacciato di rendere pubbliche delle foto, di raccontare ai carabinieri di una pistola che lui aveva e che lei sapeva dove aveva preso.

Le conversazioni dell'uomo con un amico

“Questa è una pericolosa, non ha paura di nulla”, diceva Cappello di lei durante una conversazione con un amico, registrata da un'app nel suo cellulare, e riportata nelle 90 pagine di informativa del nucleo investigativo che accusano il 44 enne di aver assassinato la giovane. In prima battuta, nel 2019, il caso era stato archiviato come morte naturale, poi era stato riaperto a seguito di successive indagini che nel luglio 2022 hanno portato all’arresto del 44enne, che si è sempre dichiarato innocente. Gli investigatori dell'Arma hanno ricostruito la relazione tra i due e anche come nel corso degli anni Kristina sia stata "minacciata, picchiata e soggiogata" dall’uomo "che l'ha trascinata in un baratro di ozio, droga e isolamento". Per via della “gelosia ossessiva” di Cappello, la ragazza “aveva perso il lavoro, non aveva amicizie, e si era allontanata dalla sua famiglia e persino dalla figlia di soli sette anni”, scrivono i carabinieri. Una scelta drastica “per rincorrere le vane promesse di stare insieme, ricominciare a vivere altrove, in Sicilia, e persino sposarsi”.

Gli ultimi giorni della ragazza

I carabinieri hanno inoltre accertato che la ragazza nel suo ultimo mese di vita fosse isolata, senza telefono (Cappello glielo aveva rotto, sottratto, e poi ceduto a uno spacciatore) e senza contatti con altre persone, se non con il 44 enne, che lei definiva “psicopatico stalker”. Nella casa non c'era traccia di nessuno se non di lui: le chiavi della sua auto, i dispositivi medici che utilizzava, il suo dna sugli indumenti e sotto le unghie di Kristina (di cui una sembra spezzata). Nei confronti di Cappello è stato chiesto il rinvio a giudizio per omicidio aggravato dallo stalking e il 4 aprile, davanti al gup, saranno ascoltati tutti i consulenti medico-legali che si sono occupati della vicenda: cruciale è infatti capire come sia morta la 27enne, con tre perizie che non hanno fatta chiarezza, mentre per la Procura l’uomo, all’apice di una colluttazione, l'avrebbe asfissiata. L'avvocato Gabriele Bordoni, che difende Cappello, ha presentato per il suo assistito la richiesta di rito abbreviato.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso Kristina Gallo, "l'indagato non gestiva più le due vite"

BolognaToday è in caricamento