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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

La Perla, il Ministero convoca il tavolo di crisi. L'allarme delle lavoratrici: "Sospese anche pulizie e forniture, salvateci"

L'incontro è fissato per il 6 novembre, in bilico il futuro di 350 dipendenti. Ma la proprietà ha disertato l'incontro con il Comune

Nel futuro de La Perla e delle 350 lavoratrici dello stabilimento bolognese di via Mattei non c'è nulla di certo tranne una data, quella del 6 novembre, il giorno in cui il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha convocato il tavolo di crisi dell'azienda produttrice di intimo di lusso. Lo conferma lo stesso dicastero, che entro il 15 ottobre avrebbe dovuto ricevere dalla proprietà - il fondo olandese Tennor - il piano industriale di rilancio, però mai pervenuto.

Cgil denuncia: "Hanno sospeso anche pulizia e forniture dei materiali"

L'annuncio arriva nello stesso giorno dell'udienza conoscitiva che si è tenuta a Palazzo D'Accursio, anche questa disertata dai veritici aziendali senza inviare una comunicazione al Comune. Presente all'incontro con l'amministrazione c'era però il sidacato Filctem-Cgil, con la segretaria Stefania Pisani che ha denunciato il "repentino precipitarsi della situazione". Secondo la sigla sindacale, oltre la produzione ferma da mesi, la proprietà ora avrebbe sospeso anche le pulizie, con la compagnia in appalto ferma "per mancato pagamento del servizio", le forniture delle merci "bloccate alla dogana perché non si pagano le tasse doganali", e presto anche la linea internet potrebbe essere staccata con ripercussioni sulla vendita online degli articoli. "In azienda non c'è igiene, ci stiamo adoperando in autonomia. È possibile anche la chiusura del servizio mensa. È pure sparito il direttore generale senza comunicazione ufficiale", prosegue Pisani.

Nonostante la proprietà abbia ripreso da poco a pagare alcuni degli stipendi rimasti sospesi per mesi, la situazione in via Mattei assomiglia sempre più a una dismissione mai annunciata ma realizzata nei fatti: "C'è stato un progressivo ridimensionamento del personale produttivo, diminuito del 49% dal febbraio 2018 - prosegue la segretaria sindacale - "La situazione è a un giro di boa, il rischio che stiamo correndo è che nel giro di pochi mesi questa azienda non esisterà più. Se non ci incontriamo al ministero e non ci sono risposte, l'azienda è nei fatti destinata a chiudere".

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