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Cronaca

Occupato a sorpresa il liceo Fermi, gli studenti: "Vogliamo essere ascoltati"

Lezioni sospese e autogestione almeno fino a venerdì. Il sistema scolastico e la guerra tra i punti principali della protesta

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Nuova occupazione in città. Dopo i licei Minghetti e il Sabin, gli studenti e le studentesse hanno occupato a sorpresa l'Enrico Fermi di Bologna. La mobilitazione, hanno fatto sapere i rappresentanti studenteschi, durerà almeno fino a venerdì.

"Occupiamo la nostra scuola mossi da un forte bisogno di essere ascoltati, di far sentire la nostra voce dentro e fuori le mura scolastiche, di fronte ad un’istituzione che troppo spesso ci vuole silenziosi, sottomessi, omologati – scrivono gli studenti e le studentesse nel loro manifesto -. Questo gesto è volto ad evidenziare quelle criticità che permeano il sistema scolastico, e le ripercussioni che esse hanno su tutti coloro che lo vivono quotidianamente, studenti, professori e collaboratori scolastici. Ci poniamo pertanto come obiettivo quello di utilizzare il periodo di occupazione per proporre un’idea alternativa di scuola, l'idea di quella che sentiamo dovrebbe realmente essere la nostra formazione, nella quale sarà approfondito tanto l’aspetto culturale quanto quello umano di noi studenti".

Nei giorni dell’occupazione il normale svolgimento delle lezioni lascerà il posto a un programma di dibattiti, attività sociali e lezioni autogestite. Attraverso una nota della dirigenza l’istituto ha fatto sapere che "in seguito all’occupazione tutte le attività previste per la giornata di oggi 15 aprile sono sospese, inclusi i ricevimenti genitori". 

"Ci teniamo a ribadire – proseguono gli studenti – come tutto questo non sia fatto per sottrarre tempo alla didattica o allo studio, ma, al contrario, dimostra quanto gli studenti e le studentesse abbiano a cuore la propria istruzione ed il miglioramento del modello scolastico vigente. La nostra occupazione vuole esprimere la volontà di nuove forme di didattica e di confronto, reclamando un nuovo modello scolastico e sociale, offrendosi come spazio aperto di sperimentazione, in solidarietà a tutte le comunità in lotta per la propria autoaffermazione".

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