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Cronaca via irnerio, 13

Sgombero in via Irnerio, processo al via per 13 attivisti: 'La palazzina? Ancora vuota'

Lo stabile di proprietà di Ausl al civico 13 fu occupato nel 2016 dal sindacato Asia e diede alloggio a 24 famiglie e una sala studio. I militanti: 'Perseguiti per aver rivendicato i nostri diritti'

Dall'occupazione allo sgombero del 3 maggio 2016, fino al processo per gli attivisti di Asia-Usb di via Irnerio 13. Proprio qui il sindacato si ritrova oggi in presidio, nel giorno dell'avvio del processo, per ricordare che "dopo due anni da questo sgombero non possiamo fare a meno di notare che il palazzo è ancora vuoto e inutilizzato- spiega Federico Fornasari di Asia-Usb- e oggi inizia un procedimento ai danni di chi ha avuto il coraggio di rivendicare i propri diritti". In particolare, 13 attivisti sono accusati di "resistenza a pubblico ufficiale, invasione di edificio, organizzazione di corteo non autorizzato" per i fatti avvenuti durante quello sgombero.

Sgombero palazzina occupata: tafferugli con la Polizia

La palazzina, di proprietà del Polic Sant'Orsola, venne sgomberata dopo un'occupazione durata quasi tre anni e cominciata nel 2013. Durante questo periodo gli alloggi vennero rinominati "Case popolari 'Nelson Mandela'" e al loro interno nacque il centro studi occupato "Terzopiano", da cui ha origine l'organizzazione giovanile "Noi Restiamo". In seguito a settimane di trattative terminate con un nulla di fatto, l'esito dell'occupazione è culminato con un "violento sgombero che ha lasciato danni fisici e psicologici alle famiglie che vivevano dentro" prosegue Fornasari.

Sgombero a cui "abitanti e attivisti e delegati hanno resistito per una giornata intera", giungendo a "un accordo nella notte per l'assegnazione straordinaria di alloggi temporanei per tutte le famiglie" e la cui risonanza portò anche la Curia bolognese a interessarsi del caso (l'arcivescovo Matteo Zuppi infatti partecipo' come mediatore tra Comune e sindacato).  

Sgombero via Irnerio: i militanti da mons. Zuppi

In totale nello stabile erano presenti 24 famiglie. E se l'esito della vicenda tutto sommato fu "positivo" per loro, ha però portato a un processo "ai danni di chi ha avuto il coraggio di rivendicare i propri diritti", prosegue Fornasari.

Il sindacato inoltre fa il punto sugli ultimi incontri avuti con l'amministrazione regionale, in particolare con l'assessore Elisabetta Gualmini, delegata alle Politiche abitative. Incontri, questi, definiti "assolutamente insoddisfacenti", in cui "siamo stati trattati con scarso interesse e quasi con strafottenza da parte di una persona che invece di confrontarsi sul merito della riforma, ha rivendicato che quella norma è intoccabile dal primo all'ultimo punto, perché scritta da persone con diverse lauree sulle spalle. Sicuramente questo fa onore a chi ha redatto la riforma, ma di certo non va a beneficio di tutti gli inquilini a cui stanno arrivando le lettere di sfratto", conclude Fornasari. (Dav/ Dire)

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