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Diritti sex worker, i radicali suonano le sveglie in piazza Maggiore | VIDEO

"Abbiamo consegnato al Parlamento -spiega Stefano Taddei- un cestino di sveglie rotte, simbolo del tempo perso senza fare neanche una riforma significativa"

Far suonare le sveglie (degli smartphone) per celebrare "un anno di diritti negati, un anno sprecato tra provvedimenti populisti e inefficaci". È l'iniziativa dei Radicali che oggi, in sei piazze italiane diverse, lanciano un flashmob oggi alle 12 per sostenere alcune leggi di iniziativa popolare in grado di ovviare, dicono, alle lacune del Governo Meloni.

La piazza di Bologna, all'ombra del Nettuno, è dedicata al tema del sex work (contemporaneamente, a Milano si presidia per la povertà, a Roma per l'energia, a Modena per l'aborto, a Mestre per i debiti della pubblica amministrazione). Come spiegano sul posto Stefano Taddei, dei Radicali di Bologna, e colleghi, la piazza di Bologna è stata centrata sui lavoratori sessuali in scia al congresso dei collettivi del settore, lo scorso 3 giugno, di scena in città.

"Ieri, dopo un anno di governo di Giorgia Meloni, abbiamo consegnato al Parlamento -spiega Taddei- un cestino di sveglie rotte, simbolo del tempo perso senza fare neanche una riforma significativa. La piazza di Bologna è dedicata al sex work, visto che poco prima dell'estate si è tenuto qui un congresso dei lavoratori del settore da cui è uscita una proposta molto chiara: il lavoro sessuale va depenalizzato e riconosciuto come indipendente, così da riconoscere a chi lo pratica tutele e diritti". Il tema, continua il radicale, "sembra non interessare più nessuno, difatti dopo oltre 65 anni di applicazione della legge Merlin i tentativi di riforma risultano accantonati. Ma non c'è più tempo, urgono diritti e tutele per i lavoratori", rimarca Taddei.

"Noi sex workers senza tutele": il mercato del sesso tra tabù e legislazione

Bologna e il mercato del sesso: i numeri

Se il 2020 è stato, per forza di cose, un anno sfortunato per il sex work, il 2021 ha ricominciato come meglio non poteva. Sempre per EA Insights, nel 2021 i numeri di cellulare di escort visibili online, in Italia, sono stati più di 107mila, circa l’82% del totale delle escort che si sono pubblicizzate online. La presenza delle escort è considerevole soprattutto nelle grandi città e, in questa speciale classifica, Bologna figura al quinto posto dopo Roma, Milano, Torino e Napoli, facendo registrare più di mille sex workers sul territorio. Il 55% di queste lavoratrici ha un’età compresa tra i 25 e i 36 anni e le nazionalità più rappresentate sono Brasile, Italia, Colombia e Argentina. Anche per numero di utenti, Bologna è risultata quinta in classifica, mentre nella fascia dei prezzi medi risulta sesta, subito alle spalle della fascia delle province più care. La stessa piattaforma Escort Advisor aveva sottolineato come, nel primo trimestre del 2021, a Bologna la parola "escort" era stata ricercata sul web più di "ristorante" e "parrucchiere". 

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