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Cronaca

Strage di Bologna, gli avvocati di Bellini contro il carcere. La Procura: "Potrebbe fuggire in Ucraina"

Si è tenuta l'udienza davanti ai giudici del Tribunale della Libertà per discutere il ricorso contro la misura cautelare della custodia in carcere presentato dai legali di Paolo Bellini,

Oggi si è tenuta l'udienza davanti ai giudici del Tribunale della Libertà per discutere il ricorso contro la misura cautelare della custodia in carcere presentato dai legali di Paolo Bellini, condannato in primo grado all'ergastolo per concorso nella strage del 2 agosto 1980 alla stazione. 

I rappresentanti della Procura Lucia Musti e Nicola Proto non hanno rilasciato dichiarazioni al termine dell'udienza, ma hanno chiesto che venga confermata la custodia in carcere e che venga anche riconosciuto il pericolo di fuga, gli avvocati Antonio Capitella e Manfredo Fiormonti, difensori di Bellini, chiedono invece che il loro assistito torni in regime di detenzione domiciliare.

Parlando con i cronisti al termine dell'udienza, Capitella spiega che "abbiamo sollevato questioni di competenza e di legittimità costituzionale di alcune norme, perché riteniamo che la competenza di Bologna sia molto discutibile, dato che l'indagine nasce a Caltanissetta". Bellini, infatti, è finito in carcere anche a causa di alcune intercettazioni ambientali realizzate dalle Dda della città siciliana e di Firenze, che indagano sull'ex esponente di Avanguardia nazionale in relazione, rispettivamente, alle stragi di Capaci e agli attentati del 1993. 
Da quelle intercettazioni sarebbero emerse minacce all'ex moglie Maurizia Bonini, la cui testimonianza è stata decisiva ai fini della condanna per la strage del 2 agosto, e al figlio del magistrato Francesco Caruso, che ha presieduto la Corte d'Assise che ha condannato Bellini per l'attentato. 

Pericolo di fuga in Ucraina

La meta di un'eventuale fuga di Bellini potrebbe essere l'Ucraina, l'attuale moglie di Bellini è infatti di nazionalità ucraina. In secondo luogo, i magistrati ricordano che sarebbe molto difficile ottenerne l'estradizione, per motivi legati, ad esempio, ai diversi regimi di prescrizione dei reati tra Italia e Ucraina, senza contare che, a causa della guerra, non vige la Convenzione europea di estradizione, quindi raggiungerebbe, di fatto, una 'zona franca'. 

"Nel merito abbiamo precisato alcune circostanze della sentenza di primo grado e abbiamo chiesto che venga accolto il ricorso, perché Bellini - aggiunge Capitella - non avendo più commesso reati da 24 anni, non è più la persona di 24 anni fa e non è più pericoloso" e "non è mai scappato: è venuto a Bologna 66 volte (per seguire le udienze del processo) e non l'ha mai fatto". Oggi, invece, ha rinunciato a comparire, e ora si attende la decisione dei giudici del Riesame, che si sono riservati e che si pronunceranno nei prossimi giorni. 

L'ex moglie Maurizia Bonini è stata "d'accordo per 40 anni poi adesso non mi copre più… perché io non la copro più". Così Paolo Bellini parlava così della ex moglie in una conversazione intercettata dalla Dda di Firenze - che sta indagando su Bellini in relazione alle stragi del 1993 - lo scorso 26 giugno, solo tre giorni prima di essere arrestato e portato in carcere. La frase intercettata, secondo la Procura generale bolognese, rappresenterebbe una sorta di 'confessione indiretta' da parte di Bellini e dimostrerebbe la sua piena consapevolezza della gravità della sua situazione processuale. (Dire)

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