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Cronaca

Studio Censis: più residenti, studenti stranieri e imprese in aumento, ma c'è il problema alloggi

Indagine a tutto tondo del Censis su quello che si muove sotto le Due Torri

Un saldo demografico che regge l'urto in controtenndenza con il resto del Paese, una quota di studenti che è sempre più straniera e un tessuto economico che vede un aumento di imprese sul territoro. Ma anche un enorme problema della casa e l'impatto dei flussi turistici nella ricerca dell'alloggio che si è fatta difficoltosa.

Sono le estreme dell'ultimo studio del Censis con il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, presentato oggi all'oratorio San Filippo Neri.

Cosa è cambiato a Bologna nel corso di due decenni? Quali assetti si sono delineati in questi anni e quali sono le prospettive per il futuro? A questi interrogativi ha risposto Andrea Toma, responsabile Area Economia, Lavoro e Territorio del Censis nel corso della presentazione del rapporto di ricerca alla quale ha fatto seguito un dibattito, moderato da Valerio Baroncini, Vicedirettore de Il Resto del Carlino, che ha visto gli interventi dei presidenti delle due Fondazioni, Giusella Finocchiaro e Paolo Beghelli, a cui si sono alternate le riflessioni di Francesca Balzani, Presidente F.F. Covip, del Sindaco di Bologna Matteo Lepore, di Angelo Tantazzi, Presidente Prometeia e del Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna. Le conclusioni sono state affidate a Giuseppe De Rita, Presidente del Censis.

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Bene demografia e imprese, male la casa

Da un punto di vista demografico, tra il 2002 e il 2022 Bologna ha registrato un incremento del 28,4 % sulla quota di popolazione 0-14 anni, invertendo la tendenza nazionale che registra, invece, una flessione del 7,5%. Bologna risponde in maniera efficace al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, anche grazie all’apporto dell’Università, che si contraddistingue come un importante fattore di attrazione di giovani. L’Università di Bologna, che ha circa 80.000 iscritti, registra una quota sempre crescente di studenti stranieri, contribuendo a fortificare la natura multiculturale della città. Diversificandosi al suo interno con la compresenza di oltre 150 collettività, la città raccoglie oggi il 15,1% degli stranieri sul totale dei residenti, il doppio rispetto al valore nazionale. Guardando al 2030, Bologna, insieme a Milano e Firenze, registra un saldo migratorio totale positivo (+2,9%), un segnale importante, questo, della sua capacità di accogliere nuovi ingressi mantenendo nel tempo un alto livello di inclusione sul territorio. Per quanto riguarda gli assetti economici, nell’ultimo quinquennio, le imprese attive nel comune di Bologna hanno rilevato un aumento dell’1,6%. Pur mantenendo il presidio manufatturiero, l’economia cittadina si terziarizza in maniera sempre più marcata: il settore dei servizi, dell’informazione e delle comunicazioni ha registrato, infatti, una crescita del 14,3%.

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Dall’analisi sono emerse alcune criticità: innanzitutto la complessità di gestione dei flussi universitari e turistici che, unita alla crisi degli alloggi, potrebbe causare disagi ai cittadini residenti; la mancanza di servizi e sistemi di welfare in alcuni agglomerati della città; l’insufficiente conoscenza delle possibilità di valorizzazione del Tecnopolo; l’aumento delle disuguaglianze sociali. Per posizionamento geografico e collocazione rispetto alle infrastrutture materiali, ma anche per la presenza di asset di grande rilevanza e attrattività, Bologna è oggi, più che in passato, costretta a gestire flussi ingenti di nuovi studenti, turisti, lavoratori, nuove imprese. Da questa prospettiva si intravvedono quelle tracce di inquietudine che, come primo effetto, portano alla pressione sugli spazi, sulle abitazioni, sulla portata delle reti.

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