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Cronaca

"Scene da Far West" davanti al tribunale: detenuto tenta la fuga, esplosi colpi in aria

L'uomo a Livorno per un'udienza ha tentato di fuggire. Esplosi colpi di pistola in aria

Paura oggi davanti al tribunale civile di Livorno, dove un detenuto al carcere della Dozza ha tentato la fuga cercando di seminare gli agenti di polizia penitenziaria. Nel tentativo di intimidirlo, sono stati esplosi due colpi di pistola in aria, tentativo andato a segno, infatti l'uomo si è fermato ed è stato raggiunto. Lo riferisce Livorno Today

“Scene da far west nel primo pomeriggio a Livorno, quando un detenuto accompagnato in tribunale per partecipare a un’udienza si è divincolato dalla scorta e ha tentato la fuga, costringendo la Polizia penitenziaria a esplodere con l’arma d’ordinanza due colpi in aria a scopo intimidatorio per fermarlo" scrive in una nota Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“L’episodio, dall’epilogo positivo, poteva avere conseguenze ben più gravi e mette ancora una volta a nudo la fragilità della sicurezza carceraria in senso lato e le immani difficoltà della Polizia penitenziaria, fatte soprattutto di disorganizzazione complessiva, carenza formativa, inadeguatezza degli organici e mancanza di equipaggiamenti” spiega il Segretario della UILPA PP, che si chiede: “cosa sarebbe successo se il detenuto non si fosse fermato all’alt intimatogli e ai colpi esplosi?”

Taser anche alla Polizia penitenziaria

“Quello di Livorno rappresenta uno dei casi di scuola sull’utilità della dotazione del taser anche per il Corpo di polizia penitenziaria, unica fra le forze di polizia a non possederlo - continua De Fazio - al fine di migliorarne le condizioni di operatività e di sicurezza in tutte le funzioni assimilabili a quelle disimpegnate dalle forze dell’ordine a competenza generale. Speriamo che l’esecutivo che emergerà dalle elezioni di domenica prossima vorrà farsi compiutamente carico dell’emergenza penitenziaria tuttora in atto e dei mali atavici che affliggono il Corpo di polizia penitenziaria e dovuti decenni di malgoverno”, conclude De Fazio.

"L’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria ha scongiurato il compimento del grave evento critico e, dopo un breve inseguimento durante il quale gli Agenti hanno sparato un colpo di pistola in aria, l’uomo è stato immediatamente catturato" scrive Donato Capece, segretario generale del SAPPE “E’ solamente grazie a loro se è stato possibile sventare la clamorosa fuga all’evaso: la pronta reazione ed il tempestivo intervento degli uomini della Polizia Penitenziaria di scorta hanno infatti permesso di sventare il grave evento. Dopo un breve inseguimento, il fuggitivo è stato catturato: i nostri Agenti non hanno esitato a mettere a rischio la propria vita per fermare il fuggitivo, anche trovandosi costretti a sparare un colpo in aria. Una cosa grave - osserva Capece -  che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti e dei cittadini che in quel momento si trovavano nei pressi del Tribunale civile. Ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”. Capece denuncia “una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti dei penitenziari: agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, fermi nelle officine perché non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi”. 

Per il SAPPE, “quanto accaduto deve far capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria e dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”

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