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Ulisse Aldrovandi: lo scienziato che già 500 anni fa capì la potenza delle immagini | VIDEO

Unibo custodisce un vero e proprio tesoretto. Un patrimonio di reperti pressoché unico e intatto tra animali, fossili e piante esotiche lasciato da colui che fondò l'orto botanico di Bologna

Bologna celebra uno dei suoi cittadini più illustri a 500 anni dalla nascita. Naturalista, ma anche medico e filosofo, Ulisse Aldrovandi (Bologna 1522 – Bologna 1605) raccolse una immensa collezione di manufatti e reperti, tra fossili, piante e animali, non solo autoctoni, ma provenienti da ogni parte del mondo, un patrimonio non facile da mettere insieme nel XVI secolo e conservato integralmente dall'Alma Mater. 

Seguendo le orme di Luca Ghini, imolese, che lo aveva creato a Pisa, replicò l'esperienza in città, fondando l'orto botanico dove insieme agli studenti studiava le piante più sconosciute ed eseguiva innesti ed esperimenti. 

Aldrovandi studioso del Rinascimento

"Un personaggio tipicamente rinascimentale, che riflette le inquietudini del Rinascimento italiano, orientato però all'investigazione della natura - ha detto a Bologna Today il professor Marco Beretta, docente di  Storia delle Scienze e della Tecnica all'Università di Bologna - e anche lui ha avuto qualche problema legato ad amicizie e letture che venivano considerate non appropriate da parte delle autorità ecclesiastiche, Bologna era legata a Roma e alla chiesa - infatti dovette abiurare in San Petronio - ha lasciato un enorme patrimonio, con uno dei primi erbari, la raccolta di piante anche esotiche, come una pianta di pomodoro, che veniva dalle Americhe, ancora prima che entrasse nell'alimentazione. Era anche un medico, ma insegnava questa nuova materia, la Storia naturale, ovvero l'indagine del regno animale, vegetale e minerale". 

La collezione Aldrovandi a Palazzo Poggi

Tesoretto Aldrovandi: i magnifici esemplari di rettili restaurati (e la scoperta inaspettata) | VIDEO 

La collezione Aldrovandi

"Ha legato la propria collezione all'università disponendo anche come dovesse essere collocata e ordinata: si tratta di 400 volumi manoscritti, 380mila pagine, 4mila matrici xilografiche, incisioni su legno che servivano a stampare le immagini sui libri, ci danno un'idea di come si stampavano i libri nel 500, e poi fossili e minerali miracolosamente conservati a Bologna, un caso praticamente unico al mondo

Rivista "Aldrovandiana" e l'importanza delle immagini

Per celebrare i 500 anni dalla nascita, ecco la rivista internazionale "Aldrovandiana": "Qui a Bologna c'è un gruppo nutrito di storici della scienza e abbiamo deciso di istituire la rivista dedicata ad Aldrovandi e agli studi storici della storia naturale - spiega il professor Beretta - il primo fascicolo dovrebbe uscire a luglio, Aldrovandi illustrava le proprie opere, per lui era centrale uno dei primi uno dei più sistematici sostenitori della valorizzazione dell'immagine come veicolo di informazione scientifica". 

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