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Economia

Gli emiliano-romagnoli "culturalmente generosi": spopola il crowdfunding per i progetti creativi

L'indagine di Art-Er dice che quando si tratta di arte e cultura si è più disposti a contribuire di tasca propria: in dieci anni raccolti oltre 2 milioni di euro

Può essere un buon auspicio per l'appena avviata raccolta fondi a sostegno dei lavori del restauro Garisenda. Perché quando si tratta di sostenere le realtà culturali e creative, gli emiliano-romagnoli si dimostrano generosi e disponibili a dare un contributo di tasca propria per vedere realizzato il progetto in cui credono. A evidenziarlo è un'indagine condotta dal consorzio regionale Art-Er sul successo del crowdfunding, ovvero l'utilizzo di una raccolta fondi aperta a tutti per ottenere i finanziamenti necessari a creare o riproporre iniziative culturali.

L’indagine - dal titolo "Crowdfunding e Industrie Culturali e Creative. Mappatura del mercato dell’Emilia-Romagna e nuove prospettive di sviluppo" e presentata durante un incontro a Palazzo d'Accursio con la Fondazione Innovazione Urbana e l'Associazione Civita - racconta che dal 2013 al 2022 le campagne di crowdfunding avviate da operatori dei cosiddetti settori culturali e creativi sono state 233: un terzo delle 735 campagne mappate, praticamente due al mese, e che hanno raccolto complessivamente oltre 2 milioni di euro - per l'esattezza, 2.276.402 euro, una crescita di oltre il 380% negli anni. E la campagna lanciata si dimostra quasi sempre un successo: il 94% dei crowdfunding, infatti, raggiunge l'obiettivo economico prefissato.

La maggioranza delle 147 organizzazioni censite ha utilizzato il crowdfunding per attività culturali, artistiche e di intrattenimento (spettacolo dal vivo, attività creative, artistiche e ricreative, conservazione e fruizione del patrimonio storico, artistico e culturale), mentre 73 hanno sfruttato lo strumento per produzioni audiovisive, musicali ed editoriali. Mentre 82 campagne di crowdfunding si è svolta attraverso il co-finanziamento da parte di enti locali, banche e fondazioni. Un segno che si tratta di un dispositivo che per il Segretario Generale di Associazione Civita Simonetta Giordani permette di fare rete tra i sostenitori e "co-progettare o sostenere iniziative di impatto sui territori, relazionandosi in modo efficace con gli stakeholder e le comunità locali".

"Quando i cittadini si uniscono per sostenere un progetto - ha commentato la presidente della Fondazione Innovazione Urbana Erika Capasso - mettono in pratica sentimenti di solidarietà e connessione che vanno oltre il semplice atto del dono finanziario. Le comunità diventano attive partecipanti nel plasmare il proprio ambiente, il proprio corpo urbano e sociale, portando avanti idee innovative e progetti che rispondono direttamente ai loro bisogni".

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