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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Caro bollette energia: anche le partecipate del Comune soffrono (pure Hera)

Durante un vertice in città metropolitana la lista dei rincari per tutte le aziende in qualche modo connesse a Comune e Provincia, a cominciare dai costi per il gigante delle utenze made in Bo

Dentro c'è perfino Hera, multiutility delle utenze e dei servizi con sede a Bologna con un miliardo di euro di margine lordo nel 2021. Sono le partecipate di Comune e Città metropolitana, alle prese con i rincari dovuti ai prezzi per l'energia, gas ed elettricità, nella tempesta perfetta scatenata da ripresa post covid e invasione della Russia in Ucraina. E l'impennata dei relativi costi di gestione rischia di scaricarsi doppiamente sulla collettività, dal momento che il pubblico ha quote di partecipazione negli enti anche in maniera rilevante.

"Qui abbiamo asset strategici a livello nazionale -afferma Lepore- un patrimonio che rischia di essere disperso" ha detto il primo cittadino durante un vertice a livello metropolitano, gli 'Stati generali dell'energia', convocati questa mattina alla presenza dei parlamentari bolognesi, dei sindacati e delle associazioni di categoria.

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Hera: "Prezzi fuori scala", Tper: "+21 milioni di costi"

Per Hera, i prezzi dell'energia "hanno raggiunto livelli assolutamente fuori scala" già nell'inverno scorso, con picchi di 400 euro al megawattora per l'elettricità e oltre i 150 euro al megawattora per il gas. A questo, però, si aggiunge un "altro elemento di criticità" legato all'aumento dei prezzi anche per le forniture dei prodotti chimici usati per l'odorizzazione del gas e gli impianti di trattamento rifiuti (dal 60 al 130% in più), delle tubazioni utilizzate in attività di manutenzione reti gas acqua (dal 15 al 90% in più), contatori dei mezzi e cassonetti per i servizi di igiene urbana. Anche la raccolta rifiuti "sta rilevando un impatto importante legato al costo del carburante registrato negli ultimi mesi".

Quanto a Tper, secondo il report della Città metropolitana, nel 2022 l'azienda di trasporto stima un potenziale maggior costo di 21,4 milioni di euro rispetto al 2021. "La situazione evidenzia cambiamenti di prezzo repentini- si riferisce da Palazzo Malvezzi- che portano i fornitori a non garantire consegne per volumi sostanziosi e le aziende a dover effettuare gare giornaliere, in alcuni casi andate deserte, con difficoltà anche di reperimento di carburanti e un'apparente scarsità di alcuni prodotti". I costi sono "totalmente fuori controllo e non si registrano scenari di calo progressivo e rilevante tale da far sperare in un rientro in tempi brevi". Questo fenomeno va poi "sommato alla situazione estremamente negativa dei ricavi tariffari che continuano a presentare minori volumi nell'ordine del 30% rispetto a valori pre-pandemici"

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In affanno anche Aeroporto, Interporto, Caab e Acer

Sempre secondo i dati forniti dalla Città metropolitana, per l'aeroporto Marconi si stima nel 2022 un incremento dei costi gestionali del 70% rispetto alle previsioni. Una mazzata che, tra l'altro, "arriva nell'anno in cui vediamo una prima ripresa, anche se ancora incerta", sottolinea l'ad Nazareno Ventola. Che rimarca: "Il nostro settore non ha avuto alcun aiuto da parte del Governo nei due anni di pandemia, i primi ristori li abbiamo avuti quest'anno. E non siamo nel Pnrr come soggetti destinatari di supporto. Almeno per i progetti di sostenibilità e riconversione ambientale dovremmo essere considerati". Anche Caab e Interporto di Bologna sono alle prese con l'aumento dei costi per energia e carburanti, così come l'Autostazione segnala incrementi sul 2022 pari al 150% sul gas e al 130% sull'energia elettrica.

Infine Acer. Il presidente Marco Bertuzzi conferma l'allarme dei giorni scorsi, con un rincaro stimato per il 2022 di 3,5 milioni di euro legato al maggior costo dell'energia. Nel frattempo, spiega Bertuzzi, "alla Cirenaica abbiamo previsto di realizzare un intero comparto 'carbon free' col fotovolatico" e insieme al Comune si sta facendo una rilevazione per capire dove installare gli impianti a luce solare sulle case popolari. Il presidente Acer chiede poi ai parlamentari un intervento legislativo per "avere sei mesi o un anno in più" per l'edilizia pubblica come scadenza per il Superbonus 110%. "Si permetta di finire gli interventi- sollecita Bertuzzi- in questo momento non si trovano infissi, cappotti e ponteggi".

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