Rapine con coltello a scuola: 16enne nel mirino
Più volte accerchiato da un gruppo di ragazzi più grandi, estranei alla scuola, che si sono introdotti nell'area scolastica e sotto la minaccia di un coltello lo hanno costretto a consegnare tutto il denaro che aveva
La polizia sta indagando su almeno quattro episodi di rapina verificatisi dall'inizio dell'anno in un istituto superiore di Bologna. Vittima un 16enne che è stato più volte accerchiato da un gruppetto di ragazzi più grandi, estranei alla scuola, che sotto la minaccia di un coltello lo hanno costretto a consegnare i soldi che aveva in tasca, a volte anche solo la "paghetta".
Due episodi si sarebbero verificati addirittura nel cortile dell'istituto, durante l'intervallo, e due in strada alla fine delle lezioni. Da quanto si apprende, dopo il quarto episodio, il ragazzo non ce l'ha più fatta e si è confidato con i genitori, che hanno informato la dirigenza scolastica per poi sporgere denuncia alla polizia. I ragazzi, almeno tre, sono stati descritti come di corporatura robusta e italiani, probabilmente più grandi della vittima e perciò già maggiorenni.
E' solo di qualche giorno fa la notizia di un altro ragazzino, sempre di 16 anni, vessato e picchiato in un istituto professionale della provincia: sarebbe stato ferito alla gola con un taglierino, sbattuto a terra, riportando un trauma cranico, e, in un’altra circostanza, chiuso in bagno mentre i compagni filmavano, che poi è stata condivisa sui loro telefonini. Delle indagini si occupano i Carabinieri e le Procure che indagano anche sull'operato della scuola.
PROGETTI ANTI-BULLISMO. Per quanto le scuole affrontino spesso l'argomento, anche attraverso progetti condivisi con Ausl e istituzioni, non è un fenomeno da sottovalutare. Ad esempio al liceo Galvani gli studenti possono rivolgersi a uno psicologo, che è presente a scuola una volta a settimana.
Sul bullismo nelle scuole è intevenuto duramente anche Luigi Fadiga, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna: “È un episodio che dovrebbe farci vergognare tutti”, ha commentato sottolineando anche la “mancanza di una risposta legislativa che rinforzi la prevenzione e l'educazione”, infatti alla Camera pende dal 2014 una proposta di legge in materia.
