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Cronaca

Scuola: i prof contro l'aumento delle ore e domenica flash mob in Piazza

Correggere i compiti, preparare le lezioni, il lavoro dei prof non si esaurisce a scuola. A Bologna proteste, assemblee e un flash mob domenica in Piazza Maggiore contro l'aumento delle ore di insegnamento settimanale

Da oggi al 12 novembre una "settimana bianca" di protesta da parte degli insegnanti bolognesi che saranno presenti in classe ma non svolgeranno lezioni tradizionali, per dimostrare il loro dissenso nei confronti della legge di stabilità che aumenta le ore di lezione settimanali da 18 a 24. Parte dai blog e dalla rete la rivolta degli insegnanti contro il Ministro Profumo e la legge di stabilità che li vorrebbe a scuola 6 ore in più, senza adeguamento dello stipendio, ma come  ricompensa  potranno stare in vacanza già da fine luglio.

Dopo due scioperi degli studenti, non ci stanno i prof di ogni ordine e grado che fanno notare come il loro lavoro non si esaurisce con la didattica, ma è fatto anche di riunioni, consigli, correzioni di compiti a casa e preparazione di verifiche e lezioni. Favorevole invece quasi metà degli italiani: da un sondaggio Ipsos il 45% è d'accordo con l’aumento delle ore di insegnamento considerando i prof lavoratori privilegiati. “E’ un’idea della scuola che non ha più senso, la scuola intesa come ore di insegnamento e tre mesi di ferie, non è più così. Intanto la nostra reperibilità ricomincia il primo settembre, senza contare che molti di noi sono chiamati per gli esami di maturità”, dichiara un’insegnante di francese a Bologna Today, “chi crede nell’utilità del proprio lavoro, a parte correggere i compiti e preparare le lezioni, ci mette inventiva, cercando di preparare progetti innovativi, dovendo spesso portarsi gli strumenti da casa, tutto per formare i ragazzi e per sentirci dire che sono i meno preparati d’Europa”.  Ovviamente rimane l’incognita dell’esercito di precari e supplenti, che, se aumentassero le ore per i professori di ruolo, vedrebbero le porte quasi completamente chiuse.

LA PROTESTA SOTTO LE TORRI. Hanno iniziato a Roma domenica scorsa con un flash mob davanti al Ministero dell’Istruzione e durante la settimana in tutta Italia hanno continuato con assemblee, petizioni e volantinaggi. A Bologna le scuole Aldrovandi Rubbiani, Copernico, Galvani, Fermi, Pier Crescenzi, tutti sul piede di guerra  e con una sfilza di proposte. Fermare tutte le iniziative extra come gite, open  day, progetti fino a valutare la possibilità, partita dal liceo Galvani, su uno “sciopero bianco” nel mese di novembre: in classe solo la didattica di base, per il resto dimostreranno il lavoro  che svolgono a casa dopo il suono della campanella. Domenica mattina anche un flash mob in Piazza Maggiore.

IL DIETRO FRONT DEL MINISTRO. Il Ministro Profumo, sarebbe già pronto a fare un passo indietro, anche se resta la necessità di tagliare poco meno di 190 milioni nel 2013. "In Italia ci vuole più bastone che carota", aveva dichiarato sul tema, ma ora si dice pronto a ridiscuterne sotto il fuoco di fila  anche di molti partiti e di organizzazioni sindacali, in prima fila Cgil che minaccia lo sciopero generale.
 

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