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Vaccini anti-covid e bambini

Vaccini e bambini, perché farlo spiegato dalla scienza: "Da temere sono gli effetti del covid e del long-covid"

Marcello Lanari, direttore di pediatria d’urgenza del Sant’Orsola, e il sindaco Matteo Lepore mettono in rete le domande più frequenti dei genitori: un incontro social per chiarire i dubbi sul vaccino alla fascia +5 anni

Il direttore di pediatria d’urgenza del Policlinico Sant’Orsola Marcello Lanari, grazie a una diretta Facebook lanciata dal sindaco di Bologna Matteo Lepore, è riuscito a chiarire tanti dubbi legati al vaccino anti-covid somministrato ai più piccoli: le domande sono state raccolte grazie a un indirizzo email al quale tanti genitori hanno potuto scrivere (dilloalsindaco@comune.bologna.it) per avere risposte chiare e comprensibili. Il primo quesito riguarda il meccanismo di azione del farmaco e (naturalmente) le possibili conseguenze e gli eventuali rischi anche sul lungo termine: "Ci sono delle forti motivazioni molto forti che hanno portato alla scelta di questo vaccino - spiega il direttore Lanari - ed evidentemente prima dell'immissione in commercio del prodotto sono state fatte sperimentazioni specifiche sulla fascia 5-11 anni per validarne sia l'efficacia che la sicurezza".

"I test hanno coinvolto 3 mila bambini americani con riscontri incredibilmente positivi. Più del 90% di loro è riuscito a non infettarsi. Consideriamo che ai piccoli viene inoculato 1/3 della dose degli adulti e quindi 10 microgrammi contro i 30 destinata a noi. Gli effetti collaterali hanno riguardato un numero molto ridotto e modesto di soggetti: sono lo 0,05% e nel 97% dei casi si tratta di effetti collaterali minimi. Può capitare un po' di dolore nella sede dell'inoculo, un po' di malessere e talvolta un lieve rialzo febbrile". 

Il tema delle miocarditi: quante? Bambini a rischio? Il motivo per cui vaccinarli? 

"Uno dei temi sul quale mi vengono chieste informazioni è quello delle miocarditi. Ebbene, il riscontro su quasi 9 milioni di bambini è stato di 11 casi di miocardite e questo dato la dice lunga su come le mamme possano far vaccinare i loro bambini a cuor leggero". 

Miocardite e pericardite: l'intervista 

"Sul tema della ragione più importante per far vaccinare i propri figli - prosegue Lanari - posso dire che in questo momento, con una variante Omicron che corre veloce, c'è la necessità di poter tornare alla normalità, che significa scuola e sport, relazioni e quotidianità pre-covid. A dire il vero non abbiamo incontrato molti genitori no vax e in tanti casi ci siamo trovati di fronte a ragazzini (12-17 anni) che volevano vaccinarsi, mentre i genitori manifestavano qualche titubanza. Dobbiamo pensare che può succedere che qualsiasi bambino possa incappare nel virus e che anche i bimbi finiscono in terapia intensiva anche se con numeri ridotti. Ce lo dice la letteratura medica". E come spiega sempre Lanari, il Sant'Orsola fa parte di un gruppo di grandi ospedali che raccolgono una fotografia precisa dei ricoveri: nella popolazione sotto i 18 anni c'è un 11% di ricoverati di cui un 3% in rianimazione pediatrica: "Oggi sappiamo cosa accade nella fase acuta, ma non a lunga distanza". 

Long covid: cos'è e quali rischi comporta 

Ed eccoci arrivati dritti al tema del long covid: "Stiamo vedendo manifestarsi anche nei bambini una sintomatologia che permane dopo l'infezione e che determina difficoltà della concentrazione, diminuzione delle performance del bimbo nelle sue attività quotidiane. Questo va messo in conto. La vaccinazione presumibilmente potrebbe proteggere anche da questi effetti a distanza. Tutto quello che dico, naturalmente è supportato dalla letteratura scientifica". 

Alterazioni del DNA dovute alla vaccinazione: vero o falso? 

"Anche questa è una delle domande ricorrenti a cui va data una risposta. Qualcuno (che evidentemente non ha conoscenze mediche) parla di incidenza e condizionamento del patrimonio genetico, del DNA. Non esistono ragioni scientifiche per le quali il vaccino anti covid possa influire sul DNA. Dalla modalità e dalla difficoltà di importazione delle fiale abbiamo compreso quanto i vaccini siano un materiale fragile e soggetto alle temperature con un costituente che si degrada rapidamente e che è veicolato da ampolline di grasso che arrivano a una situazione relativamente di circolo nel nostro organismo. La risposta è locale, per esempio nei linfonodi ascellari, che infatti alcune volte si rigonfiano. RNA è una catena di aminoacidi che produce e porta ad altre particelle l'informazione di produrre determinate proteine. Immettiamo nell'organismo qualcosa che dà immediatamente una risposta importantissima e che poi si degrada". 

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