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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Viaggio della memoria Bologna-Mauthausen: "Il corpo ricorda più della mente"

Mauro Borsarini, insegnante e membro dell'associazione dei deportati politici, porta ogni anno i suoi studenti nei campi di concentramento : "Ci andiamo anche in bici, così l'esperienza è più lenta e condivisa. Tornano trasformati"

Come passare il testimone della memoria e trasmettere alle nuove generazioni la conoscenza storica del periodo delle deportazioni? Un interrogativo profondo, che esiste prima e dopo ogni 27 gennaio, la "Giornata della memoria" nata per commemorare le vittime dell'Olocausto e celebrata con iniziative, eventi, mostre e incontri.

Tanti testimoni diretti non ci sono più, ma c'è chi, dopo aver condiviso con loro momenti e percorsi significativi, continua con i familiari delle vittime e attraverso per esempio i "viaggi della memoria" a tenere lontano il pericolo dell'oblio. Mauro Borsarini, oltre che essere membro dell'Aned (Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti) è  dirigente scolastico dell’Istituto Archimede di San Giovanni in Persiceto: dagli inizi del 2000, ogni anno, accompagna alunni e chiunque lo voglia, a visitare il campo di concentramento di Mauthausen. Dal 2013, in estate, anche quello di Auschwitz. In bicicletta. 

La storia dei viaggi nella memoria ha radici molto lontane visto che già subito dopo la guerra gli ex-deportati e i familiari delle vittime iniziarono a organizzare quelli che vengono chiamati pellegrinaggi laici: visite nei lager che nascono dall’esigenza di commemorare le vittime e di accompagnare i familiari a vedere il luogo della fine dei loro cari. Un'esperienza dall'impatto particolarmente forte, che scuote anche il corpo e lascia un ricordo realmente indelebile, così come spiega bene Borsarini. 

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Giornata della memoria: le iniziative comune per comune

La scuola: lei è insegnante e lo sa bene, è un luogo dove la memoria abita. Come si riesce a trasmettere ai ragazzi la tragedia delle deportazioni? 

"Il ruolo della testimonianza dei sopravvissuti è fondamentale: con i ragazzi occorre trovare un codice di comunicazione della memoria per farli avvicinare davvero alla storia. Sono eventi del passato, ma di un passato neanche tanto lontano da noi e da loro. A scuola organizziamo non solo i viaggi, ma anche lavori teatrali che li impegnano tantissimo e li portano a conoscere quante più storie possibile. E' fondamentale che i ragazzi e le ragazze seguano un percorso di conoscenza che possa far vivere loro un'esperienza basata sul coinvolgimento attivo e che metta in gioco i loro corpi e i loro sensi, la curiosità e la ricerca, che consenta di vivere momenti di comunità, nel confronto e nella condivisione reciproca. Il viaggio, come progetto didattico e formativo, non è solo un importante momento di conoscenza storica, ma è anche un momento di memoria, cioè i ragazzi mettono in gioco loro stessi in un passaggio di riflessione tra il passato e il presente, che comporta la conoscenza di ciò che è stato, ma anche e soprattutto la riflessione su ciò che è oggi il mondo e su ciò che sono io oggi nel mondo, nella relazione con gli altri e come io agisco su di essi". 

Come ci si prepara a un viaggio della memoria? Come tornano i ragazzi da questa esperienza? 

"Alla base del viaggio c'è una preparazione. E' importante delineare e conoscere il contesto storico e del sistema concentrazionario. In genere, questa attività può essere svolta tramite lezioni da parte dei docenti, magari dialogata con i ragazzi e arricchita con dei video e delle foto significative o, ancora, attraverso gruppi di lavoro, di ricerca e lettura dei documenti. Inoltre si lavora anche molto sul contesto locale per collegare storia e luoghi, ma anche fonti. I ragazzi tornano dai campi trasformati. Si sono messi in gioco e hanno coinvolto anche il loro corpo, che ricorda molto più della mente". 

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Lei ha conosciuto un testimone speciale che forse un po' le ha anche cambiato la vita...

"Sì. E' Armando Gasiani. E' stato colui che mi ha accolto nel gruppo dell'Aned e con lui ho instaurato da subito un rapporto molto particolare. Ogni anno facevamo il viaggio della memoria insieme, ci accompagnava sempre nelle visite e alla fine siamo diventati buoni amici. Armando era di Anzola, ma abitava a orgo Panigale ed era un riferimento per tutta l'area della cosiddetta 'bassa' a nord di Bologna. Armando è stato deportato a 17 anni. Aveva l'età dei ragazzi a cui insegno: questo particolare li ha colpiti sempre molto".  

Perchè proprio in bicicletta? 

"La bicicletta significa lentezza e condivisione, contatto con il paesaggio che ci circonda e assorbimento dei luoghi e dei loro significati. Rispetto ai 'più tradizionali' viaggi della memoria, quelli che facciamo pedalando fanno vivere più profondamente la solidarietà. Il viaggio verso un luogo come un campo di concentramento va sempre e comunque preparato, a prescindere da come si arriva alla meta: deve cominciare dai nomi e dai cognomi, dalle storie delle persone deportate. E di bolognesi a Mauthausen ce ne sono stati tanti". 

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Armando Gasiani, nome di battaglia "Bolero", classe 1927, iniziò ad avvicinarsi alla Resistenza tra il '43 e il '44. Proprio alla fine del '44, a 17 anni, insieme con il fratello Serafino (non sopravvissuto) e con centinaia di persone venne rastrellato dalle truppe naziste. Deportato nel campo di concentramento di Bolzano e poi a Mauthausen (e lì lui tornava per accompagnare i partecipanti al viaggio della memoria). Gasiani rimase internato fino al 6 maggio 1945. Ne seguì un lungo periodo di silenzio sui fatti occorsi, fino all'inizio della collaborazione con gli istituti scolastici per tramandare l'esperienza storica ai ragazzi di quanto vissuto. Si è spento nel luglio del 2021. 

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Chi è Mauro Borsarini

Dirigente Scolastico dell’IIS Archimede di San Giovanni in Persiceto e membro del consiglio sezionale dell’ANED di Bologna. Oltre che accompagnatore nei viaggi della memoria in bicicletta, svolge da numerosi anni nella propria scuola una intensa attività legata ai progetti sulla memoria con il coinvolgimento attivo delle studentesse e degli studenti. Un team di docenti dell’IIS Archimede, coordinato dalla prof.ssa Daniela Saguatti, tra le tante attività, programma ogni anno una rappresentazione teatrale legata alla Giornata della Memoria, tratta da testi letterari o da testimonianze, dove i protagonisti sono le studentesse e gli studenti. 

Che cos'è l'Aned e quali sono gli scopi dell'associazione

L' Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti (ANED) è una associazione senza fini di lucro, eretta Ente morale con decreto del presidente della Repubblica italiana datato 5 novembre 1968. Gli scopi dell'Aned sono: riunire in fraterna solidarietà i deportati italiani e i familiari dei caduti; avviare a concreta realizzazione il testamento ideale dei caduti; valorizzare in campo nazionale e internazionale il grande contributo dei deportati alla causa della resistenza e affermare gli ideali perenni di libertà, di giustizia e di pace".

L'associazione inoltre "considera suo dovere far conoscere la storia della deportazione soprattutto ai giovani, ai quali è affidata la difesa della libertà e della democrazia". A questo scopo ogni anno l'Aned di Bologna, la cui attività avviene esclusivamente su base volontaria, promuove il viaggio di centinaia e centinaia di studenti della provincia e della regione nei luoghi di memoria della deportazione in tutta l'Europa, preparandone la visita anche attraverso momenti formativi nei quali i giovani hanno la possibilità di incontrare ex-deportati e incaricati Aned.

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