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Caso De Angelis, Lepore: "Sulla strage di Bologna ennesima dichiarazione negazionista"

Anche la presidente del Consiglio sarebbe indispettita per le sue "certezze" sui colpevoli. Travolto da uno tsunami di indignazione, si scusa ma non arretra

Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sarebbe indispettita, dicono i ben informati, per le dichiarazioni shock del responsabile della comunicazione della Regione Lazio, Marcello De Angelis. Sulla strage di Bologna, che sui social ha scrittodi sapere con "assoluta certezza" che Fioravanti, Mambro e Ciavardini con la bomba alla stazione non c'entrano nulla e che la sua "non è un'opinione". 

All'indomani delle celebrazioni del 43° anniversario dalla tragedia del 2 agosto 1980 che ha colpito la città e ha fatto 85 vittime e 200 feriti, le parole di De Angelis hanno scatenato a dir poco un terremoto politico. Ovviamente le opposizioni ne chiedono le dimissioni chiamando in causa il "capo", il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, sostenuto da tutto il centrodestra. 

"Quello che dicono gli altri non mi compete" ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a margine di una conferenza stampa, mentre i deputati del PD se la prendono anche con Meloni che fino ad ora non ha fatto nessun commento, pubblico almeno: "D’altronde è la stessa che, il 2 agosto scorso, non è riuscita a riconoscere la matrice neofascista dell’attentato. La destra non fa i conti con la propria storia ma vorrebbe riscrivere quella del Paese. Non lo permetteremo", insistono i dem. 

Lepore: "Solo l’ennesima dichiarazione negazionista"

"Chi ha paura della sentenza sui mandanti della Strage di Bologna del 2 Agosto 1980? - ha scritto il primo cittadino, Matteo Lepore in una nota -  come Sindaco di Bologna chiedo che il Presidente della Regione Lazio Rocca prenda le distanze dalle dichiarazioni del suo Responsabile della comunicazione istituzionale Marcello De Angelis e di valutarne le dimissioni. Purtroppo - attacca - è solo l’ennesima dichiarazione negazionista, da parte di un esponente della cosiddetta destra italiana di governo, rispetto alle verità sancite dalle sentenze dei tribunali della Repubblica in merito alla Strage del 2 Agosto 1980.
I casi sono due: una parte importante del Governo italiano guidato da Fratelli d’Italia non può prendere le distanze, una parte importante del Governo italiano guidato Fratelli d’Italia non vuole prendere le distanze.
Ringrazio a nome dei bolognesi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, vero garante della nostra Costituzione e Democrazia" che, in occasione dell'anniversario, ha parlato di una strage "iscritta in una strategia che mirava a destabilizzare le istituzioni e la sua matrice è stata accertata dalle conclusioni giudiziarie". 

De Angelis: "Mi scuso, ma l'unica mia certezza è il dubbio"

Lo stesso De Angelis torna quindi sul caso, sempre su Facebook: "Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti. Intendo scusarmi con quelli - e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine - a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili - scrive - Ho altresì il dovere di fare chiarezza su affermazioni che possono essere fraintese per l'enfasi di un testo non ponderato, ma scritto di getto sulla spinta di una sofferenza interiore che non passa ed è stata rinfocolata in questi mesi", ha scritto. 

"I colleghi giornalisti che quotidianamente e pubblicamente mi definiscono un ex-terrorista - pur nella consapevolezza del fatto che non sono mai stato condannato per nessun atto criminale o gesto di violenza - infangano il mio onore e mi negano la dignità di una intera vita. Perché un terrorista è una persona schifosa e vile- ha spiegato De Angelis- Ho servito e rappresentato le istituzioni democratiche per anni e ne ho il massimo rispetto, così come per tutte le cariche dello Stato, che da parlamentare ho contributo ad eleggere e che oggi sostengo come cittadino elettore. Fra queste e prima di tutte, la Presidenza della nostra repubblica".

Poi "in merito alla più che quarantennale ricerca della verità sulla strage di Bologna, l'unica mia certezza è il dubbio. Dubbio alimentato negli anni dagli interventi autorevoli di alte cariche dello Stato come Francesco Cossiga e magistrati come il giudice Priore e da decine di giornalisti, avvocati e personalità di tutto rispetto che hanno persino animato comitati come 'E se fossero innocenti'. Purtroppo sono intervenuto su una vicenda che mi ha colpito personalmente, attraverso il tentativo, fallito, di indicare mio fratello, già morto, come esecutore della strage. Questo episodio mi ha certamente portato ad assumere un atteggiamento guardingo nei confronti del modo in cui sono state condotte le indagini".

Chi è Marcello De Angelis

Nato a Roma, ex giornalista de Il Tempo e Il Secolo d'Italia e portavoce della Croce Rossa Italiana, da adolescente entra nel Fronte della Gioventù, poi passa a Lotta Studentesca insieme al fratello Nazareno, Nanni, infine confluisce in Terza Posizione, movimento neofascista.

Dopo la strage di Bologna, il governo mette a bando i capi di Terza Posizione. De Angelis viene arrestato mentre si reca in Inghilterra, sul territorio britannico. Condannato a poco più di 5 anni di carcere, ne sconta una parte e torna libero nel 1992.

Si iscrive ad Alleanza Nazionale nel 1995. Tra il 2006 e il 2008 prima viene eletto deputato e poi senatore. La sorella Germana sposa Luigi Ciavardini, già coinvolto nell'assassinio dell'agente di polizia Francesco Evangelisti ("Serpico") e condannato a distanza di quasi 40 anni per la strage di Bologna.

Nel 1980, quattro giorni dopo l'attentato alla stazione di Bologna, "Nanni" De Angelis muore in carcere. Due anni più grande di Marcello, nato a Campotosto in provincia de L'Aquila, Nazzareno era anch'egli militante di Terza Posizione e poche ore dopo la strage della stazione ferroviaria cercò di lasciare l'Italia con documenti falsi e soldi, insieme a Luigi Ciavardini, ma all'appuntamento per ritirare i "lascia passare" vennero entrambi arrestati. Tre giorni dopo "Nanni" De Angelis morì in stato d'arresto, per cause mai accertate.

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