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Treni, scuola e sanità: oggi lo sciopero delle polemiche, sindacati sotto il Nettuno | FOTO

Tra polemiche e precettazioni, è attivato il giorno dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro la Manovra del Governo

Dai trasporti, alla sanità, dalla scuola all'università, in presidio a Bologna a partire dalle 9.30 nel centro città.  Tra polemiche e precettazioni, è arrivato il giorno dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro la Manovra del Governo.

I sindacati hanno dimezzato il fermo dei trasporti, non senza stoccate: "Un atto che nella storia del nostro paese, con queste forme, non è mai avvenuto - ha dichiarato il leader Cgil Maurizio Landini, - non è mai avvenuto che un governo intervenisse per precettare e impedire ai lavoratori di esercitare un diritto allo sciopero, un diritto soggettivo, individuale, messa oggi in discussione". Restano proclamate da Uil e Cgil cinque giornate di mobilitazione: scioperi di otto ore con presidi in molte piazze italiane e declinazioni territoriali, la volta dell'Emilia-Romagna e delle regioni del nord è il 24 novembre. Si fermano il pubblico impiego per 8 ore e i lavoratori delle poste. 

Sciopero generale 17 novembre: trasporti, scuola, università e sanità a rischio 

Si fermeranno dalle 9 alle 13 i treni, il personale di autostrade e Anas. 

Sono esclusi dal fermo i dipendenti Tper (bus), è coinvolto invece il personale delle aziende Autoguidovie, Cosepuri, Saca e Coerbus - e delle relative aziende associate - nel rispetto delle fasce di garanzia.  

Lo sciopero è indetto anche per i dipendenti dell’azienda che gestisce il servizio delle biglietterie Tper; pertanto, venerdì 17 novembre gli sportelli dei Punti Tper di Bologna e Imola potranno essere chiusi o subire riduzioni di operatività in conseguenza dell’astensione del personale.

Stop anche per tutto il settore della conoscenza, scuole e università. A braccia conserte anche il personale sanitario. Ausl Bologna “garantisce i livelli minimi di attività previsti in caso di sciopero”

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Striscioni e cartelli, in piazza la rabbia di lavoratori e sindacati

200 scuole chiuse, Cgil e  Uil riempiono la piazza

La Cgil e la Uil riempiono piazza del Nettuno a Bologna per lo sciopero generale che coinvolge in città i dipendenti del settore pubblico, della scuola, della sanità e dei servizi in appalto. "Ben 200 plessi scolastici sono chiusi", annuncia dal palco una delegata della Flc-Cgil dell'Ic16, Maria Paola Meo. "Scioperiamo il venerdì è il giorno più triste della settimana, perché molti non hanno soldi da dare ai loro figli. Oggi gli insegnanti rappresentano il ceto povero della società, ci hanno tolto autorevolezza. Noi non abbiamo extra-profitti", scandisce dal palco, di fronte ad alcune migliaia di persone. "Più attaccherete la Costituzione, più la difenderemo", promette il segretario della Cgil, Michele Bulgarelli, difendendo il diritto di sciopero.  
 

La rabbia degli infermieri

In piazza anche gli infermieri del sindacato Nursind contro la manovra del Governo Meloni. Ma non solo. Perchè anche con la Regione Emilia-Romagna i problemi non mancano. Con la manifestazione di questa mattina in piazza Maggiore "vogliamo dare un segnale forte- conferma la numero uno del Nursind, Antonella Rodigliano, parlando alla Dire- al Governo, con cui vogliamo interloquire ma da cui finora non abbiamo avuto risposte, e anche a livello locale". Anche in Emilia-Romagna, infatti, "abbiamo forti criticità- afferma il Nursind- l'interlocuzione a livello regionale manca. Purtroppo la Regione molto spesso non coinvolge gli infermieri e la situazione in Emilia-Romagna non è migliore di altre Regioni. I nostri professionisti stanno male e il Nursind lo denuncia da tempo". Passando al piano nazionale, nella nuova legge di bilancio del Governo "ancora una volta abbiamo visto che non ci sono le risorse per la sanità- afferma Rodigliano- anzi ci hanno penalizzato con la riforma delle pensioni". Ormai quella degli infermieri "è una categoria che sta diventando invisibile- lamenta il sindacato- pensavamo che dopo il Covid i politici avessero capito che la sanità è un bene prezioso e che abbiamo bisogno di essere sostenuti. Invece vediamo che tutti i Governi, anche questo purtroppo, non ci sta sostenendo nel modo giusto".  Cosa chiede dunque il Nursind? "Più risorse- elenca Rodigliano- e gratificazioni per la nostra professione. Chiediamo che la nostra professione venga riconosciuta e valorizzata a livello professionale ed economico. "Le dotazioni organiche all'interno delle aziende sanitarie "devono essere eque- afferma la numero uno del Nursind- perchè siamo carichi di lavoro e doppi turni. Abbiamo una situazione di stress correlato al lavoro che dilaga in tutte le nostre aziende" e la correlazione dei tempi vita-lavoro "è insostenibile". In altre parole, insiste Rodigliano, "oggi fare l'infermiere non è più attraente: ai corsi di laurea non si iscrive ormai nessuno. Ma noi dobbiamo lottare per questo. La sanità va tutelata, è un bene prezioso che coinvolge tutti. E noi oggi siamo in piazza anche per i cittadini" 

Studenti in corteo e presidio

Si mobilitano anche gli studenti. In Largo Trombetti alle ore 10 avviato un presidio indetto da Sig (Studenti indipendenti Giurisprudenza).Sempre in occasione dello sciopero generale contro la manovra  da piazza San Francesco è partito il corteo studentesco attraverso il centro cittadino. Culminato con atti di sdegno feroce:  

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