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Cronaca Centro Storico / Via delle Moline

Covid, Giovanni Favia multato nel suo locale: "Pattuglia mandata da una chiamata anonima"

"Questo è il messaggio dello stato che non solo ci priva del dovuto ma si permette di derubarci con sanzioni folli e prive di buon senso o logica"

400 uero di multa o 280 se viene pagata entro 30 giorni. E' la sanzione "comminata" oggi a Giovanni Favia, ex 5 Stelle ed ex candidato di Rivoluzione Civile con Antonio Ingroia alle elezioni nazionali del 2013, nel suo locale di via delle Moline.

"Questo è il messaggio dello stato che non solo ci priva del dovuto ma si permette di derubarci con sanzioni folli e prive di buon senso o logica".

L'ex consigliere ha racconato l'episodio su Facebook: "Oggi ho rivisto dopo due mesi di lontananza i dipendenti della mia impresa. E’ stato bello rivedersi anche se lo scopo era quello di parlare del futuro (non roseo) che ci attende e dell’immediato presente. Nessuno di loro infatti vede lo stipendio da due mesi, lo stato non sta pagando la cassa integrazione mettendo in difficoltà molte famiglie. Potete immaginare la rabbia e lo sconforto, anche per l’incertezza circa le riaperture. Incertezza sia in termini di tempi, sia in termini di modalità (folli le ipotesi ristoranti-ambulatorio, meglio chiusi), che in termini di prospettive di mercato (fiere, turismo, università, paura, calo del pil etc etc). In alcune delle mie attività prevediamo chiusure addirittura di mesi…"

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Quindi controllo ai congelatori e alla merce scaduta, al funzionamento degliimpianti, documenti, "carte" e buste paga: "Verso l’una abbiamo fatto una pausa per mangiare. Nel ristorante vi erano solo i miei dipendenti ed io. Il locale è grande 280 metri quadri e quindi eravamo in piena sicurezza e ben distanziati a tavola", poi "uno di loro ha alzato la serranda a metà. In quel momento è arrivata una pattuglia della polizia locale che ha parcheggiato poco distante (scopriremo poi mandati appositamente attraverso chiamata anonima) - racconta - alzo subito la serranda mentre dico a tutti che non vi è nulla di cui preoccuparsi e che l’accesso all’azienda non è interdetto e che in teoria potremmo anche lavorare seppur senza servizio al tavolo. A quel punto gli agenti sono entrati con fare inquisitorio".

Poi la solita trafila documenti, controlli e "i toni si sono un po’ alzati quando uno di loro ha iniziato la lezioncina morale dell’imprudenza e dell’irresponsabilità, Premetto che io ero l’unico senza mascherina ma lo scopo dell’incontro era parlare con i miei dipendenti e poi quando sono arrivati stavo finendo di mangiare ed ero in regola circa la distanza sociale di un metro" e si chiede "se la mascherina non è obbligatoria nei luoghi pubblici fatico a comprendere come lo possa essere in un luogo privato non aperto al pubblico. E qui è arrivato l’assurdo. A loro avviso, siccome la serranda non era chiusa del tutto, la mia attività era aperta al pubblico! Specifico che l’insegna era spenta e che tutto faceva capire che nessun cliente potesse entrare (c’erano i sacchi neri della spazzatura chiusi davanti all’entrata e le vetrine delle bibite spente.) Era palese la chiusura. Nessuno aveva la divisa da lavoro, ne i cuochi ne il personale di sala - infine - mi sono beccato i 400 euro di multa, pregando che nessuno dei dipendenti venisse sanzionato per qualsiasi assurda ragione. Non vi dico la paura, lo sconforto e la rabbia che ho visto nei loro occhi".

"Non sono nemmeno arrabbiato con i due agenti - sottoliena l'ex grillino - la loro azione è figlia delle direttive che ricevono e del clima che si è creato in questo paese (chiamata anonima di un vicino) orchestrato magistralmente da chi ci governa per metterci gli uni contro gli altri e per gettarci addosso sospetto e responsabilità che non abbiamo, mentre loro, veri responsabili di questa disastrosa gestione dell’emergenza sanitaria ed economica, (ospedali veicolo di contagio, RSA non isolate, mancanza di presidi, protocolli sbagliati, azioni tardive e assenza di aiuti) passano per i salvatori della patria vedendo aumentare i loro consensi e le loro ambizioni di carriera. Mala tempora currunt", conclude Favia. 

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