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Grido d'allarme di Bonaccini: "Sanità pubblica a rischio, non so più a chi appellarmi"

Il governatore all'attacco del governo Meloni. "Aumenti i fondi". E sui ritardi del Pnrr: "Così i progetti rischiano di arenarsi"

“Stanno mettendo per la prima volta a rischio il sistema sanitario nazionale, è bene che i cittadini lo sappiano”. Stefano Bonaccini non ci gira più attorno e lancia l’allarme al Governo sui conti della sanità, a partire dalla situazione presente in Emilia-Romagna. Nei giorni scorsi è stato un crescendo di richieste di intervento rivolto Roma lanciato in primis dalla stessa Regione, e poi dal mondo sanitario e sindacale. Ma la situazione non si sta sbloccando e così il presidente di viale Aldo Moro oggi rompe gli indugi.

Il governatore: "Spese sanitarie finanziate poco e male"

“Non so più a chi appellarmi”, ammette il governatore. “Vedo alcuni problemi seri – dice –. Il primo: è sottofinanziato il sistema sanitario. Mancano risorse, che sono sempre meno, anche a fronte a dell’inflazione, delle spese Covid e di quelle energetiche”. Poi c’è la situazione regionale, perché qui “avendo avuto più spese – osserva Bonaccini – non è tollerabile che ci vengano finanziate poco e male. Poco perché arrivano pochi soldi, male perché invece di darci una percentuale in base alle spese sostenute, ci danno una percentuale in base al numero di abitanti”. La soluzione è solo una, rimarca il numero uno di viale Aldo Moro: “Rinnovo l’appello al governo perché aumenti i fondi”.

Il nodo Pnrr e i fondi europei per sviluppo e coesione

Ma non è l’unica grana che preoccupa il governatore, ci sono anche i progetti del PNRR che non viaggiano alla velocità dovuta e che quindi “rischiano di arenarsi”, avverte Bonaccini. “Comincio a esse molto preoccupato”, aggiunge, anche perché “continuiamo a sentire parlare di slittamenti e di cambi” ma “nessuno di noi sa nulla”. Nessuna convocazione a Roma per fare il punto della situazione, “e mi risulta che nemmeno sindacati e associazioni d’impresa siano stati mai chiamati”.

E poi c’è un altro tema che non fa dormire sonni tranquilli a Bonaccini, e riguarda i fondi europei Fsc, destinati a sviluppo e coesione. "Venngono storicamente assegnati alle Regioni - ricorda Bonaccini - per noi valgono alcune centinaia di milioni di euro. Nel recente passato li abbiamo utilizzati per opere infrastrutturali, impiantistica sportiva, scuole, patrimonio pubblico e rigenerazione urbana". Ma pure in questo caso, “passano i mesi e nessuno sa nulla”. Da qui un ulteriore appello del presidente della Regione al governo: li distribuisca “nelle prossime settimane” altrimenti "sarà davvero protesta pubblica, perché quelle risorse spettano a noi".

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