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Buco nella sanità regionale, lo sfogo di Donini: "Dal Covid non abbiamo imparato nulla"

La regione ha messo risorse sue nella fase acuta della pandemia, ma i governi che si sono succeduti non hanno mai compensato con trasferimenti adeguati. Incognita su atrezzature e personale assunto

Dalla lezione del Covid "non abbiamo imparato nulla". Ne è convinto l'assessore alla Sanità dell'Emilia-Romagna e coordinatore della commissione Salute delle Regioni, Raffaele Donini, intervenendo durante un dibattito online.

"Quando abbiamo visto le immagini di Bergamo tutte le più alte cariche e i leader politici hanno detto 'mai più tagli alla sanità'. Oggi le Regioni reclamano all'unanimità il fatto che lo Stato non abbia ancora rimborsato cinque miliardi di euro" tra spese Covid e rincari energetici "e stanno andando tutte ad una contrazione della spesa sanitaria, che vuol dire tagli". Donini conferma che per il 2023 la Regione non sarà in grado di compensare i mancati trasferimenti statali.

"Qui abbiamo messo un miliardo in tre anni dal nostro bilancio- ricorda l'assessore- non possiamo più farci carico di metterci risorse nostre". Al contempo, assicura, "non vogliamo tagliare". Eppure, "dovremo sottostare alle direttive che arriveranno dal ministero del Tesoro, immagino che tutte le Regioni siano in grande preoccupazione".

Il buco da 400 milioni

Un buco di 400 milioni di euro. La Regione fa i conti con l’ammanco di cassa nella sanità per il 2023 e invita le aziende sanitarie a contenere la spesa per evitare il commissariamento. La pesante gestione degli ultimi anni, causa pandemia ma anche rincari energetici e inflazione, presenta oggi un conto salato a Viale Aldo Moro che, pur senza avanzare un vero e proprio piano di rientro, adotta una linea di prudenza nei confronti delle aziende sanitarie. "Non possiamo far finta di nulla, dovremo fare attenzione a non sbilanciarci dal punto di vista finanziario", ha spiegato l'assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, a margine della seduta di Assemblea legislativa.

Le misure per evitare il commissariamento 

"Il piano di rientro, se mai dovessimo caderci - ha aggiunto Donini - arriverà soltanto a fronte di una non chiusura in pareggio del bilancio. Nel 2022 abbiamo chiuso il bilancio in pareggio grazie al fatto che molte risorse finanziarie sono state impiegate per questo da parte nostra, per il terzo anno consecutivo. Per il quarto anno, dopo aver impiegato oltre un miliardo di risorse nostre per pareggiare i bilanci precedenti, abbiamo dato indicazione alle aziende di un contenimento della spesa. Perché - avverte l'assessore - non possiamo permetterci che il disavanzo potenziale sul 2023 possa trasformarsi in un disavanzo tale da portare a provvedimenti molto drastici da parte del Governo". Ossia, il commissariamento. 

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