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Il funerale di Stefania e dei suoi bimbi, il dolore della madre: "Amore mio non lasciarmi" | VIDEO

L'ultimo commosso saluto alle vittime del rogo di via Bertocchi in una chiesa gremita di famigliari, amici e conoscenti. Il parroco della comunità ortodossa romena e il gesto di Zuppi: "Ci mise a disposizione la cattedrale"

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"Stefy rispondimi, rispondimi amore mio, non mi lasciare". Le parole di una madre e nonna, straziata dal pianto mentre abbraccia la bara bianca di sua figlia. Basterebbero queste, forse, per descrivere il dolore dei tanti presenti al funerale di Stefania Alexandra Nixor e dei suoi tre bambini, Giorgia, Mattia e Giulia, morti nell'incendio scoppiato nel loro appartamento nella notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana in via Bertocchi. Stretti alla madre della trentaduenne deceduta ci sono il suo compagno e i famigliari più stretti. Di fianco, l'ex compagno di Stefania e padre dei bimbi, George Panaite Birta, bacia la bara di una delle sue figlie per darle l'ultimo saluto.

Il parroco: "L'arcivescovo Zuppi mise a disposizione la cattedrale"

Tanta la commozione fuori e dentro la chiesa ortodossa in via Olmenetola a Casteldebole, piena di parenti e amici delle vittime ma anche di tanti bambini e semplici conoscenti che hanno voluto dare loro l'ultimo saluto. Chi non è riuscito a entrare è rimasto ad ascoltare dagli altoparlanti la cerimonia officiata dal parroco Trandafir Vid e da altri sacerdoti tra cui Atanasio di Bogdanie, vescovo ausiliare della Diocesi ortodossa romena d'Italia. Stefania, originaria della Romania, frequentava la parrocchia e spesso portava i suoi bambini agli incontri con la comunità romena: "Nel giorno in cui è capitata questa tragedia - ha raccontato Trandafir Vid - ho ricevuto la chiamata dell'arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi: 'Per i funerali potete usare qualsiasi chiesa, potete andare anche in cattedrale, sentitevi a casa', mi ha detto - ha proseguito il parroco -. Io ne ho parlato con la famiglia che ha deciso di farla a casa, in questa chiesa. Volevamo ringraziare Monsignore Zuppi per averci offerto una casa lontano dalla nostra, dalla Romania".

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Cibo e disegni, il pensiero di chi conosceva le vittime

Dalle corone di fiori ai disegni, passando per il cibo e le bevande previste dalla liturgia, ognuno ha voluto portare qualcosa che potesse esprimere il proprio cordoglio. Di fianco alla chiesa c'è allestita anche una piccola tenda, simbolo della casa e della famiglia che non c'è più. I quaderni delle pompe funebri sono riempiti di ricordi lasciati da colleghi e vicini di casa delle vittime: "Stefy ti aspetteremo sempre per cena", "Ti porteremo sempre nel nostro cuore Giorgina, un bacio grande da parte della tua amichetta Federica!". Verso la fine della cerimonia vengono distribuite delle candele "per l'anima di Stefania e i suoi bimbi", spiega una signora.

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Lepore: "Per loro Bologna è casa"

Ne stringe una anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore, nella prima fila dei banchi della chiesa insieme alla sindaca di Minerbio (dove vive Panaite Birta Stefania) Roberta Bonori: "È una famiglia molto unita che vive da oltre trent'anni a Bologna ed è stata colpita da una tragedia indescrivibile - ha detto Lepore, anche lui visibilmente commosso - è giusto che tutti sappiano che abbiamo fatto il massimo per stare accanto a loro e che per loro e per tutta la comunità rumena e ortodossa Bologna è casa ed è giusto che lo sia anche oggi". Dopo il funerale, le salme sono state riportate al cimitero della Certosa, dove stamattina era stata allestita la camera ardente, e qui riposeranno.

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