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Economia

Flop FICO, la Lega: "Quale impatto su lavoratori e partecipate?"

I leghisti Marchetti e Facci temono un restyling "solo di facciata"

Che il progetto FICO non fosse mai stato così convincente, è un dato di fatto, ma l'annunciata ristrutturazione, dopo quello che non è altro che un flop, apre a una serie di timori. 

"Era stato ampiamente previsto sin da prima della sua realizzazione e il rilancio del progetto del parco agroalimentare modificandone il nome, non ci lascia entusiasti perché sembrerebbe solo un restyling di facciata" chiedono in un’interrogazione in Regione i leghisti Daniele Marchetti (primo firmatario) e Michele Facci. 

Il patron Oscar Farinetti ha annunciato la chiusura del parco per il 31 dicembre e quindi la ristrutturazione della durata di circa quattro mesi, poi, alla riapertura, si trasformerebbe in “Grand Tour Italia”. 

Lo stesso sindaco, Matteo Lepore, ha chiesto Farinetti di "venire in Comune e in Città Metropolitana per parlarne con noi e con i soci. Perché – ha puntualizzato - non basta annunciare; occorrono anche i fatti".

"Quale impatto sui lavoratori avrà questa ennesima riprogettazione di Fico e quale è stato l’impatto economico/finanziario del parco agroalimentare Fico sulle casse delle società partecipate della Regione e quale direttamente sul Comune di Bologna, Città Metropolitana e/o Regione" si chiedono. 

"Il parco - spiegano i leghisti - sorge all’interno dell’area del centro agroalimentare bolognese (Caab) e che lo stesso Caab detiene la maggioranza non assoluta delle quote del Fondo Pai (circa un 35%), Fondo, gestito da Prelios SGR, che svilupperà il progetto F.I.CO. (Fabbrica Italiana Contadina) Eataly World; la Regione Emilia-Romagna detiene 6,12011 % di Caab". "Quale la sarà la funzione di Caab nella nuova riorganizzazione del parco e quale impatto finanziario sulle società partecipate, sul Comune di Bologna, Città Metropolitana e/o Regione?".

Il "nuovo" progetto 

Gran Tour d’Italia, “per rappresentare il viaggio nell’Italia e nelle regioni: si entrerà in Val d’Aosta, si uscirà dalla Sicilia e dalla Sardegna passando in mezzo a tutte le regioni italiane”. Ancor più nello specifico: “Racconteremo la biodiversità delle regioni, con le osterie che cambieranno tutti i mesi nel mondo Slow Food e verranno tutti i mesi a portare nuove cose da mangiare. Ci saranno grandi aree didattiche. Le regioni porteranno il loro folk, ovvero le loro manifestazioni locali. Sarà una cosa bellissima e strepitosa”.

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