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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica Centro Storico / Piazza del Nettuno

PD e Anpi celebrano insieme la liberazione di Bologna | FOTO

La cerimonia si è svolta in piazza del Nettuno. Lepore: “Pieno sostegno ad Anpi, ma seguo la linea del Partito Democratico”

Partito Democratico e Anpi tornano a fare fronte comune dopo le polemiche degli ultimi giorni. È successo in occasione delle celebrazioni per il 21 aprile, data in cui ricorre la liberazione di Bologna nell’anno 1945. “Il mio sostegno all’Anpi c’è: il sindaco di Bologna doverosamente è accanto a chi rappresenta il patrimonio storico della resistenza e della liberazione. Oggi è il 21 aprile: una delle giornate più belle per la nostra città, arrivata dopo quasi tre anni di occupazione, grazie soprattutto agli Alleati e ai partigiani” ha commentato il sindaco Matteo Lepore a margine della celebrazione che ha visto depositare due corone di fiori sotto alla targa posta in Piazza del Nettuno. 

Il primo cittadino ha commentato poi la polemica interna al centrosinistra, diviso sul tema dell’invio delle armi in Ucraina: “Io credo nella pluralità delle idee nel dibattito politico, anche in un momento così delicato. Evitiamo, però, che il baccano del dibattito italiano strumentalizzi ogni cosa come sempre. L’Anpi rappresenta un patrimonio che va oltre il dibattito politico di oggi: chi critica l’Anpi si ricordi la sua importanza nel nostro paese. Legittimamente possono esserci opinioni diverse: io seguo la linea del Partito Democratico ma non per questo penso che l’Anpi debba scomparire dalla faccia della terra né inizio a pensare a loro come un partito politico. Dobbiamo ricordarci quanto siano importanti questi giorni, specialmente per le nuove generazioni, quindi evitiamo di sporcarle con inutili polemiche che non portano a nulla. In questo momento Putin e la Russia possono solo avvantaggiarsi delle nostre divisioni. Perciò ricordiamoci le cose importanti: dobbiamo essere meno strumentali, meno divisi e più uniti, evitando di fare un favore a chi sta violando i diritti umani”.

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Cocchi: "Noi denigrati, ma siamo con l'Ucraina"

Presente alla cerimonia anche Anna Cocchi, presidente provinciale dell'Anpi: “La lettera di ieri del sindaco è stata una carezza al cuore e all’anima, dopo giorni molto complessi. Oggi dobbiamo ricordare con tutto l’affetto le nostre partigiane e i nostri partigiani. Questo è un giorno di festa, anche in un clima in cui si fatica a pensare di far festa. La resistenza a cui oggi assistiamo non è paragonabile a quella di ieri, ma queste persone stanno davvero resistendo. Ciò che più ci angoscia è il danno ai civili e alle città”.

La presidente provinciale ha in seguito commentato la recente polemica che ha visto l’Anpi protagonista: “C’è stato un tentativo di denigrare l’Anpi, non c’è ombra di dubbio. Ora spero che questo capitolo si chiuda. Ma penso che si sia infierito sull’Anpi e anche contro le persone: non deve essere così. Le opinioni possono essere diverse: il pieno rispetto delle idee deve essere garantito”. La posizione dell’Anpi è però chiara: “Noi stiamo con gli Ucraini, senza dubbio. Indipendentemente dalle appartenenze politiche, che non appartengono all’Anpi, su questo tema noi non possiamo sottrarci”.

Liberazione di Bologna, il discorso di Lepore

“Buongiorno a tutte le cittadine e ai cittadini che sono qui presenti - ha dichiarato il primo cittadino - oggi è una giornata importante, è il 21 aprile e Bologna è libera. E’ libera grazie all’arrivo importante di forze armate, alleati, partigiani, cittadini che entrarono in questa piazza. Ed è per me un grande onore innanzitutto salutare la Console Generale di Polonia che è qui al mio fianco e allla quale do il benvenuto, insieme alla presidente provinciale dell’ANPI di Bologna Anna Cocchi, al prefetto, al questore, ai rappresentanti delle forze dell’ordine dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, di tutte le comunità della nostra città, dei sindaci presenti. Vedo con la fascia tricolore la sindaca di Marzabotto che come sempre il 25 aprile promuoverà un’altra importante manifestazione come quella che faremo qui, alla quale invito davvero tutti i cittadini a partecipare nei prossimi giorni. Oggi ricordiamo la liberazione di Bologna e in particolare quel giorno gli alleati, insieme all’esercito italiano, ai partigiani, decisero di omaggiare l’esercito polacco facendo entrare da San Lazzaro, dalla zona delle Due Madonne, per primi proprio loro, l’esercito polacco guidato dal generale Anders che ebbe modo in quei giorni di dimostrare un grandissimo valore. Furono tanti, purtroppo, i polacchi che persero la vita, tantissimi feriti, abbiamo un cimitero dei polacchi molto importante qui a Bologna, il più importante d’Italia insieme a Montecassino. A loro dobbiamo dire grazie, dobbiamo dire grazie perché persero la vita per la libertà del nostro paese. Persero la vita come i partigiani che sono ricordati in questo sacrario, un memoriale che a Bologna nasce dalla partecipazione spontanea dei bolognesi, dei familiari di quei partigiani che persero la vita a seguito della barbaria nazifascista, che aveva consegnato al buio dell’umanità la nostra città come il resto del paese. Questo memoriale oggi ha la forma del monumento, allora ve lo dovete immaginare come un insieme di fotografie appese al muro, un po’ come la nostra ground zero, i più giovani ricorderanno che cosa è successo l’11 settembre e quanti cittadini andarono ad appoggiare le fotografie in quel cratere. Ecco, nei giorni subito dopo la liberazione quel muro, dove peraltro furono fucilate tante persone, raccoglieva le immagini dei nostri patrioti, delle persone che persero la vita per ridare dignità al nostro paese. E poi il sindaco Dozza che, insieme al Comitato di Liberazione Nazionale, aprì le porte di Palazzo d’Accursio, oggi vediamo queste finestre con le bandiere delle brigate partigiane appese, che da quando la pandemia ha iniziato ad accompagnarci, abbiamo deciso di mostrare alla cittadinanza e ringrazio l’ANPI per averle raccolte. Sono bandiere importanti perché ci ricordano i vari gruppi che allora si impegnarono per la liberazione spontanea del nostro territorio. Il sindaco Dozza si affacciò in particolare dal balcone insieme ai rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale per dichiarare libera questa città ed aprì per la prima volta il libro d’onore del nostro comune e proprio il generale Anders, insieme agli altri generali alleati, firmò questo libro. Da allora tutte le persone importanti che ospitiamo nella nostra città, oltre che ad accoglierle a Palazzo d’Accursio, le accogliamo in questo libro così importante. Devo dire che provo sempre una grande commozione quando, aprendolo, leggo quelle prime firme di persone che in carne e ossa arrivarono in questa piazza, che più o meno aveva le sembianze di oggi, insieme agli autoblindo, ai carri armati, alla folla festante, e poi ci permisero di riportare la democrazia nel nostro paese, nella nostra città. Siamo in un momento difficile, ne parleremo anche il 25 aprile, credo che in questo momento, in modo particolare, dobbiamo ricordarci che in tanti hanno perso la propria vita per darci la libertà. Da chi indossava una divisa, da chi era scappato da casa e si era nascosto sui monti, credo che questa libertà noi oggi la dobbiamo tenere cara. Il modo migliore per tenerla cara é non strumentalizzarla, non violarla, non gettarla via, ricordarci che l’Europa è nata grazie all’idea che le nazioni, le potenze dovessero lasciare il posto alla pace, dalla coesistenza pacifica tra i popoli. Ci dobbiamo ricordare di questo, perché questa assenza oggi della pace, della libertà, dei diritti umani, è negata da un’invasione terribile, di un paese contro un altro, come sappiamo, della Russia nei confronti dell’Ucraina. Molte delle persone che scappano dall’Ucraina, milioni di profughi, sono oggi accolti in Polonia e anche in Italia, oltre che in altri paesi. Circa il 25% dei rifugiati, dei profughi che sono scappati dall’Ucraina, sono ospitati proprio dalla nostra regione, in Emilia Romagna. E voglio dire grazie alla Polonia, perché in questo momento sta rappresentando tutta l’Europa, in questo momento sta rappresentando la nostra capacità di essere accoglienti, di ospitare persone in difficoltà, donne, bambini e probabilmente anche uomini che scappano da una guerra, persone che hanno perso i propri cari, che hanno visto bombardata la propria casa. Quindi grazie alla Polonia - ha concluso Lepore - un paese europeo, un paese amico dell’Italia.

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