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Migranti, Lepore: "Fallimento del Governo, a Bologna 100 posti ma non possiamo accogliere"

Il sindaco attacca le politiche dell'esecutivo su immigrazione e sicurezza: "Tanti decreti spot. Dopo il terremoto in Marocco e le alluvioni in Libia non oso immaginare quante persone arriveranno"

Che sul tema dell'immigrazione si siano spese tante parole in tutte le campagne elettorali è indubbio, ma, a un anno dalla vittoria alle elezioni, il Governo guidato da Giorgia Meloni si trova a fare i conti con un numero di arrivi (116.028 all'11 settembre) che sta per doppiare quello dello scorso anno e per triplicare quello del 2021. 

Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore ne parla come di un "incredibile fallimento", riferisce la Dire. Oggi, a Radio Immagina, ha detto che "se il Governo vuole affrontare la questione dell'immigrazione, deve gestirla insieme ai Comune smetterla di dire cose false, perchè non sta riuscendo a fermare il fenomeno. L'accordo con la Tunisia non funziona, dopo il terremoto in Marocco e le alluvioni in Libia purtroppo non oso immaginare quante altre persone arriveranno".

Nel 2023 l'Emilia-Romagna sta accogliendo l'11% del totale degli immigrati che arrivano in Italia: oltre 12.000 persone, è la regione italiana che accoglie più immigrati rispetto al numero di abitanti e la seconda in numero assoluto dopo la Lombardia che, però, ha oltre il doppio degli abitanti (4,2 milioni di emiliano-romagnoli rispetto ai 10 milioni dei lombardi). E' quanto emerge dalla comunicazione fatta oggi dall'assessore al Welfare Igor Taruffi nel corso della commissione Politiche per la salute presieduta da Ottavia Soncini.

Secondo Lepore, occorre seguire l'esempio tedesco. E quindi "rendere regolari i flussi e investire su un'accoglienza di qualità nelle città. Con il ministro Piantedosi stiamo firmando un accordo per realizzare a Bologna il primo hub per l'accoglienza dei minori. Ma dovremmo fare lo stesso anche per gli adulti". Dopo il decreto Cutro, varato all'indomani del naufragio a largo delle coste calabresi, "non riusciamo più a fare accoglienza diffusa - attacca il sindaco - a Bologna abbiamo almeno 100 posti liberi nel sistema Sae, ma il Governo lascia i migranti per strada. E poi il centrodestra fa i banchetti perchè non li vuole". 

Sulla sicurezza "tanti decreti spot"

Per il sindaco Lepore il Governo ha fatto "tanti decreti spot" sui giovani o i migranti, ma "sulla sicurezza sui luoghi di lavoro non sente l'urgenza" di intervenire: "Mi meraviglio come abbia fatto tanti decreti spot sui rave, sui migranti o su Caivano - dice Lepore - che non stanno avendo effetti positivi, ma sulla sicurezza sui luoghi di lavoro non sente l'urgenza di decretare un progetto strategico".

Il sindaco di Bologna cita poi la proposta di legge sul salario minimo, a cui "la risposta della premier Meloni è stata: vediamo, facciamo un'istruttoria, prendiamoci mesi". Invece, afferma Lepore, "sappiamo benissimo che in questo momento ci sono urgenze di reddito e salari nelle famiglie. E sono le stesse persone che rischiano sul lavoro, perchè c'è una correlazione tra la precarietà dei contratti e il rischio sui luoghi di lavoro. C'è bisogno di maggiore cura, attenzione e voglia di investire sul lavoro e la vita degli italiani", sostiene il sindaco di Bologna. 

E sul cosiddetto "decreto Caivano", che inasprisce le pene inasprimento delle pene per chi non manda i figli a scuola e il daspo urbano anche per i minorenni ultra-quattordicenni, Lepore dice senza mezzi termini che "non serve, anzi peggiorerà la situazione". Perchè per alcuni il carcere "significa disperazione e annichilimento", per altri invece rappresenta "un premio". "Abbiamo generazioni intere che già finiscono in carcere, al nord come al sud - afferma Lepore - negli istituti minorili del mio territorio ci sono stanze affollate, con ragazzi che fanno fatica a seguire i corsi di formazione e la scuola. Andare in carcere per molti non è un percorso di rieducazione e reinserimento, ma significa disperazione. Sono annichiliti e quando escono tornano a delinquere. E' una punizione che non serve a nulla". Altri ragazzi invece, "e li ho conosciuti - assicura il sindaco - vogliono andare in carcere perchè lo sentono come un premio. Alcuni giovani rapper nella mia città si sono fatti arrestare solo per finire in un videoclip. Attenzione quindi anche alle tendenze giovanili, perchè vanno studiate".

Secondo Lepore, "se il punto di riferimento di questi ragazzi sono i mafiosi che offrono vero welfare alle loro famiglie, non riusciremo a sconfiggere questa piaga. A questi ragazzi dobbiamo offrire scuola, lavoro, quartieri belli, puliti e in ordine. Ma questo richiede investimenti a medio-lungo periodo, non bastano decreti spot. Il Governo ha una grande possibilità, investa sugli enti locali e sulle comunità". Finora invece "come sindaci abbiamo avuto solo tagli - critica Lepore - Pnrr, sanità, reddito di cittadinanza, trasporto pubblico. E alla fine le cose ricadono su di noi. Abbiamo bisogno di un'alleanza tra Governo ed enti locali

Cosa c'è nel decreto Cutro

Si consente al governo di derogare a una serie di norme per poter costruire nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio dei migranti irregolari. 

Via libera senza modifiche anche all’articolo 8 al decreto Cutro che ha, tra le altre cose, introdotto un nuovo reato nel codice penale: morte o lesioni procurate da parte di chi organizza il traffico illegale di migranti. L’articolo del decreto prevede che "chiunque, in violazione delle disposizioni" del testo unico sull’immigrazione "promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato" in modo irregolare, e in modo pericoloso per la vita dei migranti, è punito con pene da 20 a 30 anni, se da tale azione deriva la morte. 

Quanto alla protezione speciale, si è scelta la mediazione. È stata presentata una riformulazione dell'emendamento della maggioranza che ha salvato la stretta per impedire la conversione in permessi di soggiorno per lavoro dei permessi per protezione speciale, cure mediche e calamità. È stato però cancellato il comma voluto dalla Lega che cancellava dalla legge quadro sull'immigrazione i riferimenti alla legislazione internazionale sulla tutela dei diritti umani, relativamente alle richieste di permesso da parte dei migranti. 

Il testo modifica l'articolo 19 della legge quadro sull'immigrazione che riguarda il divieto di espulsione di persone che versano in "gravi condizioni psicofisiche o derivanti da gravi patologie". Viene abrogato il termine "gravi condizioni psicofisiche" mentre rimangono le "patologie di particolare gravità, non adeguatamente curabili nel paese di origine". Inoltre per lo straniero a cui è concesso il permesso perché nel proprio Paese vi è stata "una grave calamità che non consente il rientro e la permanenza in condizioni di sicurezza", l'emendamento prevede che tale calamità debba essere non "grave" bensì "contingente ed eccezionale". (Fonte: Today.it) 

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