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La denuncia / Centro Storico

Migranti, troppi arrivi e pochi posti: "Grande preoccupazione, chiediamo il tavolo con il governo"

L'assessore al Welfare, nuove cittadinanze e fragilità Luca Rizzo Nervo denuncia la situazione nei centri di accoglienza di Bologna e chiede che il governo si assuma le sue responsabilità sulla prima accoglienza e sulla ridistribuzione dei minori non accompagnati

"Come Comune di Bologna esprimiamo grande preoccupazione in merito alla situazione migranti in città e nella provincia". Così l'assessore al Welfare, nuove cittadinanze e fragilità Luca Rizzo Nervo nel descrivere la situazione accoglienza nel capoluogo emiliano. "Una preoccupazione - dice - non tanto per i numeri degli arrivi quanto piuttosto per un deficit di pianificazione da parte del governo sugli strumenti di accoglienza". I numeri degli arrivi sono raddoppiati rispetto al 2022 e quotidianamente - affermano dal Comune - si vive il rischio che persone inviate sul territorio di Bologna dai centri di sbarco non possano essere accolte nella giusta maniera per una carenza di posti. 

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"Si vive ogni giorno il rischio che le prefetture, diretta emanazione del ministero dell'Interno, utilizzino i centri di accoglienza già esistenti per collocare i nuovi arrivi rischiando un sovraccarico delle strutture come successo per quella in via Mattei" continua l'assessore. Oggi il centro ha circa 700 persone presenti a fronte di una struttura che ne può accogliere circa la metà, una situazione già denunciata da parte del Comune ma che rischia di moltiplicarsi anche negli altri hub presenti in città.

“Incertezza e mancanza di prospettive”

Troppi minori non accompagnati

Tra i temi di maggiore preoccupazione da parte del Comune c'è quello dei minori non accompagnati: "Negli invii che sta mandando il ministero dell'Interno sono presenti in maniera significativa dei minori stranieri non accompagnati". "Sulla questione - continua Rizzo Nervo - il nostro paese non prevede una redistribuzione nazionale, quindi quando arrivano restano nel comune nel quale arrivano. La città di Bologna, insieme a un'altra decina di comuni italiani, ha il maggiore carico di minori in Italia. A questi se ne stanno aggiungendo ulteriori, che arrivano dagli sbarchi. Al momento Bologna ha la responsabilità su oltre 500 ragazzi non accompagnati, una cifra inedita".

Ma oltre al numero spropositato, ciò che preoccupa la giunta comunale è l'età: "Stiamo verificando che rispetto a prima - quando ci arrivavano minori di 16 o 17 anni da Tunisia o Albania (quindi vicini alla maggiore età) - ora stanno arrivando anche bambini molto piccoli, di 13 o 15 anni. C'è perfino un caso di un bambino di 11 anni arrivato senza accompagnatori. I paesi di arrivo ora sono quelli dell'Africa Sub-Sahariana, e a differenza della maggior parte dei migranti tunisini o albanesi, i ragazzini che arrivano sono privi di punti di riferimento in città, non hanno da chi andare". 

"Quello che abbiamo detto alla prefettura è stato molto chiaro: non abbiamo la possibilità di offrire ulteriore posto o strutture a disposizione oltre a quelle già presenti per questo carico straordinario. Per cui ci dobbiamo rifare necessariamente all'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica del 15 settembre 2015". L'articolo indica che la responsabilità dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati viene garantita attraverso centri governativi di prima accoglienza. "La legge - continua l'assessore - spiega chiaro e tondo come l'accoglienza ai minorenni non accompagnati debba essere garantita dal governo, il che ne fa una sua responsabilità e quindi, per estensione, delle prefetture".

 L'appello al governo

"Quello che stiamo facendo è riportare una responsabilità: la prima accoglienza resta responsabilità governativa. Noi, sia per l'immigrazione in generale che per quella legata al tema dei minori non accompagnati, abbiamo fatto il possibile. Abbiamo un sistema ad accoglienza diffusa con capofila il comune di Bologna: è un grande progetto metropolitano, uno dei più grandi progetti Sai (Sistema accoglienza e integrazione) d'Italia in cui rientrano 1900 persone. Facciamo la nostra parte da anni, in maniera largamente superiore alle nostre capacità, ma oltre non possiamo andare. Per questo richiamiamo tutti alle proprie responsabilità" continua Luca Rizzo Nervo. 

"Purtroppo non abbiamo più i posti, non stiamo lanciando una sfida contro nessuno, semplicemente vogliamo comunicare le difficoltà che stiamo affrontando e rimettere allo stesso tempo le responsabilità al loro posto". Detto questo, però, l'assessore lancia una proposta al governo: "In un quadro di pianificazione così deficitaria come ho denunciato, cerchiamo un confronto con il governo affinché si arrivi a soluzioni strategiche, non emergenziali". Lo scopo del Comune è quello di pianificare per i mesi avvenire (e a fronte delle previsioni dei prossimi sbarchi e ricollocamenti) soluzioni che possano garantire l'accoglienza di chi arriva in modo che i centri non si saturino. 

"La nostra è una premessa e auspichiamo che anche il governo accolga questa richiesta e si sieda al tavolo con noi per raggiungere soluzioni comuni. Più di così non possiamo fare. Il flusso di migrazioni è stato ampiamente annunciato durante l'estate, quello che è mancato è la pianificazione a fronte dei numeri. Le soluzioni ora vanno trovate insieme ai rappresentati di Palazzo Chigi". 

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