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Droga al Pilastro, Lepore: "La citofonata di Salvini ha messo a rischio le indagini"

L'operazione della squadra mobile che ha portato all'ordinanza di custodia cautelare per 25 persone è entrata a pieno titolo nel dibattito politico, non solo cittadino

L'operazione anti-droga al Pilastro che ha portato all'ordinanza di custodia cautelare per 25 persone è entrata a pieno titolo nel dibattito politico, non solo cittadino: "Talvolta chi ricopre incarichi importanti nelle istituzioni viene a conoscenza di indagini da parte delle forze di polizia nel corso del proprio lavoro. Sarà capitato sicuramente più volte anche a Matteo Salvini quando era Ministro degli Interni". Il sindaco Matteo Lepore risponde sui social agli esponenti della Lega nazionali e locali che ieri hanno dato ragione a Matteo Salvini per la sua famosa "citofonata". 

Lo stesso leader della Lega ha twittato: “Scusi, lei spaccia? Oggi maxi operazione antidroga al Pilastro a Bologna. Coinvolta anche la famiglia a cui avevo citofonato nel 2020 (i genitori erano stati arrestati un anno fa). La sinistra aveva difeso la famigliola di origini tunisine, accusando il sottoscritto: attualmente il padre è in carcere, la moglie è indagata, un figlio è ai domiciliari e un altro è irreperibile ma destinatario di un’altra misura cautelare. Il tempo è galantuomo". 

"Citofonata assai grave e stupida per cercare il solo profitto personale"

La replica al Carroccio era arrivata a stretto giro anche dal segretario del PD regionale, Luigi Tosiani: "Vorrei ricordare che agli atteggiamenti fuori luogo e agli show di Salvini hanno già risposto i cittadini emiliano-romagnoli con il voto alle Regionali del 2020 e gli abitanti di Bologna e del quartiere Pilastro, in occasione delle Amministrative dello scorso ottobre" definendo gli esponenti della Lega "maestri nello strumentalizzare le vicende di cronaca". 

Secondo Lepore invece "in questi casi è fondamentale mantenere la riservatezza, perché l’esposizione mediatica può causare ritardi nelle indagini o compromettere l’operato degli inquirenti. Ecco perché la citofonata di Salvini al Pilastro è stata una cosa assai grave e stupida. Una condotta motivata per cercare il solo profitto personale, per altro malamente, come sappiamo dai risultati elettorali" (le elezioni regionali - ndr). 

Il sindaco afferma di considerarla "così ancora di più oggi, alla luce dell’importante operazione di polizia che ha portato all’arresto di 25 persone nel quartiere, smontando un’organizzazione dedita allo spaccio da anni. Non ho sufficienti elementi per dire se Salvini allora commise un reato, ma certamente ha messo a rischio e forse ritardato il lavoro di chi da tempo probabilmente stava conducendo indagini di estremo rilievo - quindi un - risultato prezioso - quello di ieri - per il quale siamo infinitamente grati alle donne e agli uomini forze dell’ordine, ci vuole sudore, tempo e costanza. Pezzo per pezzo, le istituzioni stanno smontando le reti criminose che in alcune zone di Bologna stanno operando. I dati di questi sei mesi lo dimostrano - e conclude - E come Sindaco sono orgoglioso e grato di questi risultati". 

VIDEO | Così si spaccia al Pilastro, i video che documentano le cessioni di droga

SPACCIO-8-2L'operazione Caterpillar e la retata al Pilastro

Con l'operazione Caterpillar duro colpo alla piazza dello spaccio al quartiere Pilastro, dove la Polizia di Stato di Bologna, sin dalle prime ore della mattina di ieri, ha dato il via ad una vasta operazione antidroga che ha portato a 25 misure cautelari. 

L’indagine  ha consentito  di  acclarare l’esistenza di "nucleo familiare con ruolo prioritario ed esclusivo nel traffico di sostanze stupefacenti, in prevalenza cocaina e hashish, che disponeva di numerosi ragazzi, alcuni dei quali minorenni, dediti allo spaccio in strada". 

La vasta operazione ha preso il via da un omicidio. Il delitto si era consumato nella tarda mattinata del 29 agosto 2019, in via Frati. A perdere la vita un 28enne, Nicola Rinaldi, che si trovava agli arresti domiciliari nella sua residenti al Pilastro. Il giovane uomo era stato accoltellato al termine di una lite scoppiata sul pianerottolo di casa. Due persone erano subito state poste in stato di fermo: un vicino di casa e un parente.

Omicidio Rinaldi: prima la colluttazione, poi il fendente mortale | VIDEO 

Indagini concentrate su nuclei famigliari 

 "Gli elementi assunti, integrati poi da una serie di ulteriori accertamenti e riscontri acquisiti nelle settimane successive dai poliziotti della Sezione Antidroga, hanno confermato l’ipotesi di un inquadramento dell’evento omicidiario nelle complesse dinamiche di narcotraffico del quartiere e ci hanno portato a focalizzare le indagini sui componenti di una serie di nuclei famigliari, collegati tra loro". Così gli investigatori che hanno spiegato come le indagini, concentrate tra il periodo di settembre-ottobre 2019 (immediatamente successivo alla morte del giovane) sino ai mesi di febbraio-marzo 2020, abbiano permesso di  accertare l’esistenza di una associazione costituita da molti tra i componenti delle famiglie monitorate, dediti all’approvvigionamento ed alla capillare distribuzione di importanti quantitativi di cocaina e hashish ceduti prevalentemente sulla piazza di spaccio del quartiere Pilastro. Tra le famiglie finite sotto osservazione anche protagonista delle ormai celebre citofonata di Salvini. 

Acquirenti e presunti pusher di giovane età

Le indagini hanno  permesso di ricostruire per il mese di novembre 2019 l’ approvvigionamento  di una partita da 2 kg di cocaina presso alcuni fornitori albanesi ed una di 8 kg di hashish acquisita da un connazionale residente nel modenese, nonché provare, per le settimane seguenti, ulteriori importanti approvvigionamenti di partite di cocaina e hashish, a prova di una capacità di distribuzione del narcotico che si attestava a circa 2 kg mensili."Le vendita al “dettaglio” dello stupefacente verso una  platea di acquirenti principalmente di giovane età  - aveva ieri spiegato la Polizia -  veniva effettuate nelle zone controllate del quartiere Pilastro principalmente ad opera dei componenti più giovani dei nuclei famigliari attinti dalle indagini.

 

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