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Dalla Bolognina con furore: la squadra e i seggi che hanno spinto per Schlein

Prima per distacco in città, Schlein ha scelto a Bologna le persone giuste per trainarla verso la vittoria. E nel PD c'è chi fa già le valigie

Alla fine ha avuto ragione lei: Elly Schlein ribalta il risultato dei circoli e diventa la prima segretaria del Partito Democratico. “Sapevamo di potercela fare” dicono sfrontatamente dal suo entourage bolognese, ma alla fine hanno avuto ragione loro. In due mesi, il comitato bolognese ‘Parte da noi’ ha trainato Schlein ad un roboante 60% in città, una previsione più rosea delle sue stesse aspettative. Stefano Caliandro della Segreteria regionale del PD, Erika Ferranti sindaca di Bentivoglio, Mattia Santori leader delle Sardine e consigliere comunale e Roberta Zacchiroli, delegata Fiom CGIL: loro erano i quattro relatori in quella fredda mattina del 23 dicembre al circolo PD di via Galliera.

Lepore: "Se uniti saremo l'alternativa alla destra" | VIDEO 

L’unico sindaco in regione a crederci

Ma in questi due mesi la base in sostegno alla deputata si è allargata a macchia d’olio: primo fra tutti il sindaco Matteo Lepore, che ha accompagnato Schlein nella partecipatissima tappa bolognese della sua campagna elettorale. Non solo: alla mezzanotte di domenica, quando ormai il sigillo sulla vittoria di Schlein era arrivato, Lepore si è presentato in Piazza dell’Unità, in Bolognina, per festeggiare con il resto dei sostenitori pro Elly: “Ero l’unico sindaco in Emilia-Romagna a crederci – dice Lepore a Repubblica –, questo risultato ci dà grande forza per costruire un’alternativa. Elly ha già dimostrato nelle dichiarazioni di essere una grande segretaria. Noi dobbiamo tenere unito questo partito, è l’impegno principale che tutto il gruppo dirigente avrà nei prossimi giorni. Tutti abbiamo una grande responsabilità. Se la sinistra riscopre l’ottimismo della volontà, riusciremo a cambiare questo Paese”.

Schlein segretaria Pd. Lepore: "Se uniti saremo l'alternativa alla destra" | VIDEO

La squadra bolognese

Proprio dalla Bolognina è partita la festa dei sostenitori locali di Schlein: ci sono Santori e Mery De Martino, consigliera comunale e segretaria del circolo PD del Pratello. Ci sono Enrico Di Stasi e Daniele Ara, rispettivamente segretario della Federazione provinciale del PD e assessore comunale alla Scuola e alle Politiche agricole, c’è l’avvocato di strada Antonio Mumolo e il presidente del consiglio comunale Michele Campaniello, e c’è ovviamente Stefano Caliandro, portavoce del comitato. Sulle note dell’Internazionale e poi su quelle di Bella Ciao, la festa si consuma prima nel circolo che si affaccia in Piazza dell’Unità e poi direttamente nel campo da basket al centro della piazza.

Bonaccini: "Schlein interprete del cambiamento. Da domani tutti con lei" | VIDEO 

Risultati Primarie Pd: Bologna sceglie Elly, la provincia Bonaccini

Alla Bolognina, dove Schlein aveva effettuato l'iscrizione al PD, la deputata porta a casa 628 voti su 962 voti, e in tanti già si affrettano a parlare di una nuova “svolta della Bolognina”. Ma le sorprese non finiscono qui: Elly marca il territorio sia in centro che in periferia. In centro storico, nel seggio dove Schlein aveva votato la mattina, il conto finale dice 577 a 292 per la deputata. Alla Barca è 210 a 189, a San Ruffillo i voti per Elly sono 282 contro i 194 di Bonaccini, a San Donato 430 e 325. A Borgo Panigale la deputata prende 1500 voti, al circolo di via Murri oltre 900 così come in via Andrea Costa. È un trionfo. Su 34 seggi Schlein ne porta a casa 28, collezionando più di 12 mila voti sui 21 mila totali.

La provincia, invece, ha votato per Stefano Bonaccini: senza considerare Imola, nella Federazione provinciale il governatore dell’Emilia-Romagna avrebbe vinto con il 56%. Con Imola, il dato scende al 51%.

Stefano Bonaccini in generale conquista anche la 'sua' Emilia-Romagna : sui 150.634 voti espressi a livello regionale, infatti, il governatore ne incassa 84.957 (56,4%) contro i 65.677 (43,60%) della neo segretaria dem  . 

Dati definitivi su territorio nazionale

Secondo i dati definitivi diffusi dal Pd, i votanti alle primarie sono stati 1.098.623. La candidata Schlein ha ricevuto 587.010 voti, il 53,75%. Per Bonaccini 505.032 preferenze, il 46,25%.  

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Scenari futuri

Per Schlein la sfida inizia adesso. Se da una parte l’appoggio di pezzi da novanta come Franceschini e Orlando fa pensare ad una continuità, è certo che il voto partorito dalle urne rappresenta una voglia di cambiamento da parte della base elettorale. Se sembra difficile l’ipotesi della scissione, è probabile che una parte del partito potrebbe lasciare. E in effetti è già successo: Beppe Fioroni, storico dirigente della Margherita, ex ministro e padre fondatore del Partito Democratico, ha già annunciato la sua fuoriuscita dai dem. Cattolico e sostenitore della candidatura di Bonaccini, Fioroni ha dichiarato all’agenzia Adnkronos: “Non è più il partito che avevamo fondato. Con l’elezione di Schlein nasce un nuovo soggetto. Prendo atto della marginalizzazione dell’esperienza popolare e cattolico-democratica”. Il piatto è servito. L’idea, che prende forma da più analisi, è quella di un repentino avvicinamento con il Movimento 5 Stelle, punto su cui Schlein ha ribattuto più volte in campagna elettorale. C’è chi parla addirittura di fusione, ma per il momento il consenso è genuino e si basa sui temi comuni: proprio la ex europarlamentare si è battuta più volte per il reddito di cittadinanza e sul salario minimo, due istanze propriamente dei cinque stelle. Così come quella dell’ecologia, vero cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle fin da quando ancora era una macchina guidata da Grillo e Casaleggio. C’è addirittura chi parla di un voto ai seggi incoraggiato da Giuseppe Conte in favore di Schlein, il tutto per dar forma ad un soggetto politico più affine al Movimento. 

C’è però da dire che quello subìto dal Partito Democratico è uno scossone di notevole entità. Il voto dei circoli è stato ribaltato e c’è il serio pericolo di uno strappo tra la tradizione “cattolico-democratica” di cui parlava Fioroni e la nuova base elettorale dei giovani, dei collettivi, delle minoranze. Se strappo c’è stato, starà a Schlein ricucirlo. 

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