Violazione dei diritti a bordo dei mezzi Tper: la mia lettera al Sindaco Lepore
Buonasera, ritengo doveroso divulgare la lettera da me scritta al Sindaco Matteo Lepore in seguito alla violazione dei diritti avvenuta nei confronti miei e di mia moglie nella giornata di ieri, sabato 17/02/2024, a bordo dei mezzi Tper. Vi prego di scriverne per sensibilizzare la cittadinanza, perché episodi come quello che leggerete sono all'ordine del giorno sui mezzi pubblici della città e ne facciamo tutti le spese.
Alla C.A. del Sindaco Matteo Lepore. Buonasera, mi trovo costretto a scrivere questa lettera in quanto in data 17 febbraio 2024, sulla linea 98 nel Comune di Bologna in cui risiediamo, io e mia moglie abbiamo subito trattamenti inqualificabili e violazione dei diritti personali che in un Paese civile non possono passare sotto silenzio. I diretti responsabili dei fatti che espongo in seguito sono tre accertatori aventi matricola [...], [...] e [...] .... Di seguito il dettaglio di quanto accaduto.
Uno dei tre incaricati ha chiesto a me e a mia moglie il biglietto, abbiamo mostrato un Citypass convinti (forse erroneamente) che il week-end si potesse viaggiare in due con una validazione. Questa informazione ci era stata in precedenza comunicata dallo sportello Tper con sede in via Marconi. L'incaricato, constatando l'assenza di un timbro, non ha voluto sentire ragioni e, con toni aggressivi, ha da subito sottratto con la forza il biglietto dalle mani di mia moglie, strattonandola. Abbiamo subito richiesto l'intervento delle forze dell'ordine per chiarire la nostra posizione, ma in tutta risposta è stato impedito sia a me sia a mia moglie (che il biglietto l'aveva timbrato e quindi non era parte in causa) di scendere, proseguendo la corsa. Questo nonostante l'esplicita richiesta da parte nostra di scendere dalla vettura, il che di fatto equivale a sequestro di persona (sottolineo, di entrambe le persone, una delle quali in regola con il titolo di viaggio). Sono seguite urla ed epiteti nei nostri confronti da parte dell'autista della vettura, strattonamenti da parte degli operatori, minacce di presunte denunce (quando entrambi stavamo solo tentando di esporre il nostro punti di vista) e allusioni poco piacevoli alla presunta "etnia" di provenienza di mia moglie come se fosse un dato rilevante in quel momento. Successivamente, dopo aver preso nota dei miei documenti e compilato il verbale nei miei confronti, io e mia moglie siamo stati abbandonati in zona 2 (quindi fuori dall'area urbana), in mezzo al nulla (oltre Piazza 1° Maggio) e senza la possibilità di poter acquistare un nuovo titolo di viaggio per ritornare a casa. Quando abbiamo fatto notare la cosa, sono seguite ulteriori derisioni (specialmente dalla matricola numero [...]) da parte degli incaricati Tper. Vivo a Bologna da 22 anni e non avevo mai assistito a un comportamento del genere nei miei confronti e di mia moglie. Riteniamo che in questa occasione si sia andati ben oltre il semplice esercizio delle proprie funzioni. Siamo stati derisi e messi alla gogna, trattati come i peggiori ladri nel nostro stesso quartiere (coinvolgendo anche i presenti che non capivano la situazione e di conseguenza se la prendevano con noi per il disagio creato dagli addetti) e dando per scontato che avessimo raccontato cose non vere. Naturalmente i tre controllori si sono ben guardati dal farsi identificare. Riteniamo questi fatti di una gravità inaudita, lesivi dei nostri diritti e della nostra dignità personale e non degni di un paese civile. La vostra Amministrazione ha sempre sostenuto di essere a favore dell'inclusività e non capiamo come si possa permettere che su mezzi pubblici operino individui estremamente aggressivi che, in nome di un regolamento (assolutamente poco chiaro e soggetto a continui rimaneggiamenti) siano anche disposti a tirare in ballo l'etnia di una persona, peraltro - nel caso di mia moglie - estranea ai fatti e in regola con il titolo di viaggio. Aggiungiamo che, da utenti regolarmente fruitori di mezzi pubblici, non è la prima volta che assistiamo a maltrattamenti da parte dei controllori, il cui scopo - neanche tanto velato - non è quello di verificare le infrazioni ma di fare più multe possibili al giorno per ottenere una provvigione. A tal fine non esitano a ricorrere ad ogni mezzo necessario, anche con pretesti futili e con intimidazioni personali (specialmente verso persone con colore della pelle diversa dalla loro). Io e mia moglie siamo personalmente ancora sotto shock, ma in quanto cittadini chiediamo una risposta forte da parte del Sindaco e dell'Amministrazione tutta sull'accaduto. Da parte nostra faremo il possibile per non sorvolare su quanto successo e renderlo noto alla Stampa, a questo punto lo riteniamo una missione: nascondere la testa sotto la sabbia vorrebbe dire vivere nell'omertà, ed è il silenzio che vivono molti cittadini - specialmente stranieri - ogni giorno. Sequestro di persona, razzismo e violenza (fisica e psicologica) non dovrebbero essere mai tollerate.
Fiduciosi di un riscontro da parte del Sindaco, porgiamo Cordiali Saluti Luca Romanelli