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Casa Navile / Via Stalingrado

Rifugiati, struttura di accoglienza in via Stalingrado: 32 ospiti a Casa Makeba

Al di là del supporto materiale, che rappresenta comunque il primo passo per stabilire una relazione con gli ospiti, il cuore del progetto è la creazione di percorsi per un maggior grado di autonomia e integrazione nel tessuto sociale e urbano

Uno spazio abitativo nell’attesa che si espleti l’iter della richiesta d’asilo, ma ha come obiettivo quello di creare un modello di accoglienza basato sulla qualità dell’intervento sociale ed educativo: si chiama Casa Makeba e inaugura ufficialmente a un anno dalla sua apertura. 

Si tratta di un Centro di Accoglienza Straordinaria gestito, in Associazione Temporanea d’Impresa, da Antoniano onlus e ArciSolidarietà, due realtà da anni impegnate nell’attivazione di progetti di accoglienza, tutela e integrazione rivolti a rifugiati e richiedenti protezione internazionale. Il progetto, avviato da un anno, non mira a offrire solo uno spazio abitativo nell’attesa che si espleti l’iter della richiesta d’asilo (circa due anni), ma ha come obiettivo quello di creare un modello di accoglienza basato sulla qualità dell’intervento sociale ed educativo: per questo motivo, grande importanza rivestono le attività di segretariato sociale, sanitario, legale, il corso di italiano a cura di due docenti qualificate, i tirocini formativi e le attività sportive. Per rendere quest’esperienza il più possibile costruttiva e aggregativa, si è deciso di sfruttare anche gli spazi esterni annessi alla struttura, dando vita a un orto e a una ciclo-officina – sempre nell’ottica di fornire agli ospiti una formazione specializzante.

Attualmente vi sono accolti 32 persone

La struttura – situata presso l’ex Circolo Sardegna, in via Stalingrado 81 – si sviluppa su tre piani all’interno di un parco cittadino e attualmente accoglie 28 richiedenti asilo più un nucleo familiare, per un totale di 32 persone. Gli ospiti arrivano per la maggior parte dal continente africano (Mali, Senegal, Nigeria, Costa d’Avorio), più una piccola rappresentanza del continente asiatico (Bangladesh). Gli spazi, ristrutturati anche grazie al contributo di Fondazione del Monte, sono suddivisi in 5 ampie camere, all’interno delle quali ogni ospite ha a disposizione un mobilio personale in cui riporre i propri effetti; completano la struttura numerosi servizi igienici, una grande cucina al piano terra e una sala relax, dove poter condividere momenti di svago e ricreazione.

Al di là del supporto materiale, che rappresenta comunque il primo passo per stabilire una relazione con gli ospiti, il cuore di Casa Makeba resta soprattutto la creazione di percorsi che mirino a un maggior grado di autonomia e integrazione delle persone accolte nel tessuto sociale e urbano.

Casa Makeba: nuova struttura di accoglienza

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