Per i modenesi (ma anche bolognesi) il weekend in montagna è a Sestola, sul Monte Cimone. Situata all’interno del Parco del Frignano, Sestola si trova a cavallo del crinale tosco-emiliano ed è una meta conosciuta sia per la sua attività sciistica che per la cucina tipica e tradizionale. Infatti qui vince il territorio emiliano che si traduce in ricette di pasta fresca fatta a mano, come tortellacci e tortellini, piatti tipici come i berlenghi ovvero delle crêpe tipiche, ma soprattutto patria dei funghi e del tartufo. In questa guida vi aiutiamo a scegliere un ristorante dove poter mangiare e bere bene a Sestola e i suoi dintorni.
Hotel Tirolo
Uno storico hotel, già negli anni ’70, in questa località di montagna così cara ai modenesi ma anche ai bolognesi, Sestola. Una struttura in sasso e legno in pieno stile montanaro con una cucina di tradizione: pasta fresca fatta in casa, biscotti, torte e ovviamente le crescentine che davanti al camino, nelle sere d’inverno hanno tutto un altro sapore. Una cucina casalinga, genuina e ricca di sapori tipici sia emiliani che della tradizione montanara.
Ca’ Cerfogli
Ad Acquaria, piccolo borgo nelle vicinanze di Sestola, assaggerete una cucina che è sicuramente tra le migliori della zona. All’albergo e ristorante Ca’ Cerfogli infatti si viene per provare degli ottimi tortelloni di ricotta e funghi, insieme a una serie di piatti e ricette che affondano nella tradizione emiliana e montanara. Nel periodo di tartufo sosta doverosa: c’è un intero menu degustazione (40€) che vi fa provare il re dei tuberi in abbinamento alle ricette del territorio. Tra i piatti forti polenta ai funghi porcini (8€), petto d’oca affumicato (8€), e i grandi primi di pasta fresca come tortelloni, tagliolini, e pappardelle (10€).
Locanda Zita
Per mangiare e dormire ai piedi del Monte Cimone, vicinissimo a Sestola, c’è Locanda Zita. Un albergo e ristorante che somiglia a un rifugio di montagna dove fermarsi per un pranzo o una cena che trasporta nei sapori dell’Appennino Tosco-Emiliano. A pochi passi anche dagli impianti sciistici del Cimone, la Locanda Zita si ricorda per i funghi, specialità della casa: cominciando con i dormienti, sin dal mese di febbraio, poi a seguire le spugnole, i prugnoli, i galletti, le russole, i porcini, gli ovoli e trombette, fino a tardo autunno, quando arriva anche il tartufo nostrano. Particolare menzione per la pasta, tutta rigorosamente fatta a mano come tortellini, tortelloni, tortellacci, in ogni momento dell’anno, a cui si aggiungono tagliatelle e lasagne. Antipasti sugli 8/9€, primi piatti dai 9 ai 14€, secondi dai 9 ai 16€.
Antica Bottega di Camatta
Questo è il posto sincero per eccellenza. La classica bottega di alimentari dell’Appennino che però non vede l’ora di scaldarti due crescentine fatte coi grani antichi e di fartele mangiare nella loro verandina. E se non hai tempo per fermarti le vendono da portare a casa. Vicinissimo a Pavullo e Sestola, questa piccola bottega è la sintesi dei migliori prodotti di zona, crescentine comprese. Gianni, il proprietario mitologico, realizza tutto a mano: come il pane con farina di grano antico macinato a pietra e seminato da lui stesso.
Rifugio Ninfa del Firenze
Il Rifugio Ninfa del Firenze, immerso nel bosco tra faggi e abeti, si affaccia sull’omonimo lago a 1500mt di altezza, alle pendici del Monte Cimone. La centenaria struttura è stata, con la nuova gestione, parzialmente rimodernata e ampliata con una piccola baita benessere. Solo 8 piccole camere, a cui si aggiunge la cucina d’ispirazione montanara: castagne (quando è stagione), berlenghi (un piatto tipico di zona simile alla crêpe), crescentine, rosette al forno e e formaggio fritto. Da provare la colomba sestolese, dolce tipico della zona: viene preparata tradizionalmente in occasione del Santo Patrono San Nicolò, il 6 di dicembre, ed è a base di frutta secca e marmellata.
Hotel del Corso
Nella via principale di Sestola si trova questo indirizzo storico che un tempo era conosciuto come Pensione Speranza. Ora l’Hotel del Corso è ancora punto di riferimento per chi viene nell’Appennino Tosco-Emiliano, grazie anche alla riapertura della sua cucina interrotta nel 2000. Cucina casalinga e genuina dove provare i piatti del territorio modenese.
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